"Ero solo un mozzicone di sigaretta ancora acceso dimenticato nel posacenere".
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Menta e tabacco.
Menta e tabacco. Questi due forti odori si mescolavano tra loro in modo sinuoso, riempiendo quella stanza dalle pareti di un bianco gesso, chiaro e sporco di grigio in alcune parti.
Era una stanza rovinata, colori spenti, prevalevano le scale di grigio mentre una moquette rovinata di colore beige, ricopriva il pavimento.
Oltre al forte odore di tabacco e quel leggero puntiglio di menta, era percepibile, solo se si prestava attenzione in modo minuzioso ad ogni singolo profumo, anche un retrogusto pesante e soffocante di muffa, causato forse dalla fatiscenza di quelle mura consunte.Eppure tra quei colori, che si altalenavano da un grigio cenere fino ad arrivare ad un asettico e malinconico bianco, spiccava un puntino color arancio, simile al dolce color pastello del crepustolo, che tra le coperte ansimava, respirava in modo lascivo e tremendamente affannato.
La sua voce era spezzata, i suoi occhi erano chiusi e le sue mani stringevano malamente le lenzuola strappate.
Ma non era da solo, un ragazzo lo sovrastava, gli stringeva violentemente le carni, quasi in un disperato tentativo di scrollarsi di dosso troppa rabbia repressa.
Però al pel di carota piaceva, eccome se gli piaceva.
Era uno dei tanti rapporti occasionali, l'ultimo di una serie, il primo di una nuova.Alla fine di quel rapporto, come quasi di tradizione, il corvino, probabilmente il proprietario di quel piccolo appartamento fatiscente, si lasciò cadere sul materasso con le molle rovinate e lentamente accese una sigaretta.
E poi non ci furono più sguardi, baci violenti e dal sapore amaro, non ci fu nulla, solo quel fumo scadente e il ragazzo dai capelli color carota ancora disteso, con il cuore colmo di rimorsi e di peccato mentre aspirava il fumo passivo di quelle sigarette di scarsa qualità."Perché non smetti di fumare? È fastidioso".
Per la prima volta Jimin parlò, si mise a pancia in su e poggiò i gomiti sul materasso duro, sorreggendosi su essi mentre con la coda dell'occhio color pece, guardò l'altro inalare quel tabacco dal sapore amarostico e bruciacchiato.
Yoongi voltò lo sguardo verso il minore, il leggero fumo biancastro fuorisciva da quella sigaretta accesa e gli nascondeva leggermente il volto, mentre i suoi occhi scuri, con le pupille leggermente dilatate ed arrossate, scrutavano il viso dell'altro, analizzandolo diligentemente."Anche io ti infastidisco, eppure perché sei ancora qui? Abbiamo appena scopato, così come le altre volte in cui riusciamo a guardarci per più di cinque secondi negli occhi.
Eppure, ti infastidisco".Jimin sussultò e si morse nevroticamente il labbro inferiore, rosso e carnoso, con qualche taglietto e dalla pelle screpolata e ruvida mentre si ritrovò a distogliere lo sguardo dalla figura di Yoongi, portandolo verso la finestra vicina al letto.
Lo spettacolo lì fuori non era dei migliori, era tutto maledettamente rivoltante e soffocante, una realtà così forte e dura che ti colpisce come un pugno in pieno viso; o forse, era semplicemente il quartiere dove viveva il maggiore ad essere così... Doloroso.
Non era di certo uno dei quartieri più in tendenza della città, ne tanto meno un luogo dove gente lucida riuscirebbe a vivere tranquillamente, ma Yoongi poteva permettersi soltanto quello.
Jimin si ritrovò ad osservare, ancora una volta, l'ambiente circostante e il più grande, notando quanto fossero entrambi sempre più decadenti, più consumati.
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CATALESSI - yoonmin
Fanfiction❝ Non vedi quanto continui a distruggermi, non amandomi? ❞. Yoongi è innamorato. Jimin no. [Questa storia contiene tematiche delicate] 2 0 1 7 ©MrEyeliner