Aria, il suo bisogno mi arriva impellente come l'acqua nel deserto, quando i mei occhi si aprono più veloci di un battito d'ala di colibrì.
I muscoli si tendono in avanti in cerca di ossigeno ma i movimenti sono bloccati da qualcosa che la mia mente non riesce ancora a riconoscere.
Non riesco a vedere, non capendo se il problema sia del mio corpo o se provenga da cause esterne e ignote.
L'aria finalmente arriva alla mia bocca, unica cosa che in quel momento sembri funzionare a dovere in tutto questo ignoto.
Ma anch'essa sembra cedere dopo poco, non riesco a capire, il mio respiro è veloce e incoerente, un sapore metallico si fa spazio in gola, la possibilità di fare lunghi e profondi respiri per riuscire a calmarmi e analizzare quello che sta succedendo sembra che sia proibita dal mio stesso corpo, imprigionato nell'oscurità della mia mente.
Un brivido mi sopraggiunge partendo dal petto fino ad arrivare alle punte dei piedi e delle mani.
Freddo.
Appena quell'idea si fa spazio nella mente il corpo viene colpito da migliaia di piccolissimi aghi che si conficcano sulla pelle e se prima odiavo non avere il controllo del corpo già mi manca non sentire più quella pressione che adesso mi sta uccidendo.
Mi giro a fatica, la vista appannata mi fa vedere il mondo bianco, grigio e rosso.
Poi niente, di nuovo nero.
Il ghiaccio che diventa parte del mio essere, il suo abbraccio troppo forzato per la paura, una paura terribilmente egoistica.
Luce bianca, una risata cristallina, il calore sulle guance, un tocco tanto breve quanto caldo che mi riscalda, il cuore che martella troppo velocemente fino a scoppiare, la neve che si allontana lentamente da me, triste.
Riapro gli occhi, il grigiore delle nuvole mi occupa tutta la vista negandomi anche il solo pensiero di immaginare cosa c'è dietro di loro.
Mi siedo, il rosso regna sovrano intorno a me, papaveri dai lunghi steli lottano per la supremazia, impossessandosi dei lievi raggi di luce che le arcigne nuvole fanno passare.
Non vedevo la loro fine, tantissimi, infiniti, tanti quanti le stelle, intonavano con il vento un lieve lamento.
Un peso al petto mi costringe a piegarmi su me stessa, il dolore lieve e discontinuo diventa a mano a mano sempre più pesante e incessante.
Una lacrima esce insieme ad un mio verso strozzato.
Ella partì coraggiosa, incurante di tutto, sorpassò la mia guancia arrivando al mento per poi fermarsi sulla sua punta aspettando un po' per poi cadere.
Il lamento continuo si fa silenzioso mentre la goccia cadeva sulla mia mano, un battito di ciglia si trasformò in secondi di lancette d'orologio, la goccia dalla forma sferica arrivò alla mano, l'aria vibrava, la guardai.
Nera.
Grida, forti come il malvagio verso delle arpie che mi porteranno da Caronte mi arrivano alle orecchie.---------------------
Hey! Non so se questa storia sarà lunga o corta, avvincente o noiosa, so solo che mi impegnerò al massimo.
Tutti i consigli sono ben accetti.
Spero che vi piaccia e buona lettura 🙃
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I Sogni Perduti
FantasyTenebre, ombre date dal fuoco impetuoso. Un regno governato dalle ombre. Un monarca sconosciuto. Creature nate dall'ombra. Una figlia dei sogni.