Il mal di testa mi pulsava nelle tempie, l'unica pace era il suono regolare del respiro di Kim che dormiva accanto a me e il suono continuo delle rotaie che correvano sui binari.
Tutto sembrava così tranquillo in quel momento che mi pareva impossibile anche solo pensare che le cose successe qualche ora prima fossero reali.
Dopo l'incubo che avevo avuto sulla morte di Kim, ritrovarmela davanti, con gli occhi velati di preoccupazione e con le mani che mi scuotevano leggermente intente a svegliarmi, mi aveva spinto a intraprendere il suo pazzo sogno.
Avrei dovuto ragionare, considerare i fattori.
Se penso che, la prima volta che l'aveva detto, avevo visto un perfetto quadro generale che mi aveva convinto che i contro, erano assolutamente maggiori dei pro.
Non potevo crederci che era bastato un solo incubo, quel l'unica immagine, per buttare all'aria tutto il pensiero logico e razionale che mi distingueva, e adesso, a causa di questo, Kim rischiava veramente di morire.
Il giorno prima che succedesse tutto questo ero andata a dormire da lei, saremmo partite alle due di notte e l'appuntamento era mezz'ora dopo.
Ricordo ancora il profumo del tè che avvolgeva tutta la casa.-hai capito vero? Rimarremo in disparte fino a quando non saremo sicure che non sia una trappola- dissi sorseggiando il tè nerofin troppo zuccherato che Kim mi aveva offerto.
-lo so, lo so, non ti preoccupare- disse, mentre metteva felice dei vestiti dentro il borsone.
Io l'avevo già fatto il giorno prima e, in quel momento, ero comodamente seduta su di esso, visto che il pavimento di Kim era fatto di pietra fredda come il ghiaccio e il letto era completamente occupato da cianfrusaglie.
Odiavo questo sua aspetto di accumulare mille cose e non buttarne nemmeno una, reputavo inutile affezionarsi così tanto ad un oggetto materiale che molto probabilmente non avrebbe usato duraturamente.
Feci un lungo sospiro, Kim non stava prendendo seriamene la situazione facendomi innervosire.
- dobbiamo essere preparate a qualunque evenienza, se fosse una trappola -
- nel caso, faremo finta di niente e ce ne torneremo tranquille a casa- mi disse ammiccando, già, non prendeva minimamente sul serio la cosa.
Kim si era abituata a vedere il mondo sempre nella sua prospettiva positiva, senza mai calcolare i rischi che, a parer suo, non si sarebbero mai avverati.
Sicuramente stava già fantasticando su come sarebbe stata la sua nuova vita da ribelle, senza pensare al tragitto per arrivarci.
Probabilmente questo suo modo di pensare era derivato dalla perdita del fratello.
Da un lato ero felice di questo suo modo di affrontare le cose. Vedere sempre il lato positivo in ogni cosa le aveva permesso di non cadere in una spirale autodistruttiva.
D'altro canto in questo momento quel atteggiamento non avrebbe portato a nulla di buono.
-stai mettendo troppe cose dentro il borsone, dobbiamo viaggiare leggere.
Annui distrattamente togliendo alcuni vestiti e oggetti dalla dubbia utilità pratica.
Erano le due precise quando uscimmo dal suo appartamento, silenziose e senza dire una parola ci dirigemmo verso il punto di incontro, quest'ultimo era un vecchio bar sgangherato.
Aspettammo fuori un quarto d'ora per vedere chi sarebbe entrato, sembrava tutto tranquillo, lentamente uomini, donne e alcuni bambini entravano nel bar con sguardi guardinghi.
Mancava poco al orario limite, pochi minuti e sarebbero partiti, dovevamo muoverci in quel momento o non se ne sarebbe fatto niente.
Non c'erano segnali di pericolo imminente e accanto a me Kim scalpitava volendo entrare, era l'ora.
Entrammo, ci guardammo in giro, le persone che chiacchieravo fra di loro, ci fissarono un attimo per poi tornare alle loro discussioni.
Ci sedemmo su un tavolino all'angolo, nemmeno il tempo di scambiarci uno sguardo che un cameriere venne verso di noi.
- Buongiorno, cosa volete ordinare?
Chiese gentilmente
- Solo dell'acqua minerale, grazie- disse Kim con una vena di ilarità e impazienza. Sbuffai esasperata quella era la parola d'ordine per farci riconoscere rispetto ai normali clienti.
Io d'altro canto volevo solo che tutto questo finisse, ero nervosa e odiavo esserlo.
Mi guardai in giro per alleviare l'ansia, c'erano veramente molte persone, diverse fra di loro per età, genere e razza.
Kim si tolse il cappuccio che le copriva i capelli, cosa che mi fece torcere il naso, avrebbe dovuto tenerselo, era più facile identificarla senza cappuccio.
Dall'altra parte c'ero io che tenevo il cappuccio inutilmente, visto che il colore degli occhi e della pelle, sarebbero largamente bastati per essere subito identificata.
Mi riguardai in giro fino a bloccare il mio sguardo su una figura incappucciata all'angolo della grande stanza.
I nostri occhi si incrociarono, un brivido si fece largo, tendendo tutti i muscoli del mio corpo, occhi marrone scuro che mi guardavano l'anima.
Non erano quelli che però mi avevano messo in allerta, era la cicatrice che passava sul suo occhio.
Dopo aver aspettato qualche minuto per non destare sospetti presi la mano di Kim e la trascinai in bagno insieme alle borse.
Chiusi la porta a chiava e guardai Kim
-cosa succede Iris, hai una faccia.
-dobbiamo scappare, ho visto una persona che ho gia incontrato qualche tempo fa
- e allora, meglio così no?
- no, perché quando l'avevo vista aveva l'uniforme dei guardiani della notte, non sono sicura che sia lui, adesso aveva gli occhi marroni ma... Ho un brutto presentimento, ce ne dobbiamo andare via subito.
Mi guardai in giro vedendo una piccola finestra, mi diressi verso di essa, la aprii e mettendomi sulle punte guardai fuori, un salto di due metri in un vicoletto maleodorante, potevamo farcela.
Scesi e feci leva a Kim per aiutala ad uscire, quando sentimmo delle urla, ci girammo, merda, velocizzammo il tutto, Kim uscì e subito dopo buttai le due sacche per poi entrare nella piccola finestra.
Mancava poco, avevo fatto passare ormai la maggior parte del corpo quando la porta fu scardinata con forza.
Davanti a me vidi di nuovo lui con la sua cicatrice che mi guardava inespressivo come la prima volta che lo vidi.
Senza ragionare mi buttai fuori dalla finestra atterrando malamente facendo quasi cadere Kim, ci guardammo, prendemmo i borsoni e iniziammo a correre.Ero stanca, in così poco tempo erano successe così tante cose da ammattirmi. Guardai la mia migliore amica e mi appoggiai su di lei per poi chiudere gli occhi ed entrare in un sonno accompagnato dallo stridore dei vagoni sulle rotaie e dal suo respiro.
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I Sogni Perduti
FantasyTenebre, ombre date dal fuoco impetuoso. Un regno governato dalle ombre. Un monarca sconosciuto. Creature nate dall'ombra. Una figlia dei sogni.