Il Borioso

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Questa è un opera di fantasia senza scopi di lucro, è una A.U. ambientata idealmente nell'antica Grecia ai tempi delle olimpiadi. Si tratta di una ff senza pretese per cui non ho fatto ricerche approfondite sull'argomento e molte notizie saranno errate rispetto agli avvenimenti storici realmente accaduti in quel tempo, per cui vi chiedo di non essere pignoli, ciò che dovete fare è solo immaginarvi il contesto. Per motivi narrativi ho dovuto ideare "condizioni politiche" probabilmente differenti dalla realtà di quel tempo: la Grecia sarà divisa in varie regioni ed ognuna di queste avrà il suo regnante. In particolare la storia verterà sull'Acaia e l'Elide. Si tratta di uno yaoi, se il genere non vi è gradito siete liberi di cambiare storia.

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4 giorni ai Giochi

L'aria torrida rendeva le giornate soffocanti, sfiniva gli uomini prosciugandoli dalle loro energie e da ogni volontà. Scoraggiava ogni atleta al di fuori delle possenti mura dall'allenarsi. Ma ciò era impensabile nella palestra di Olimpia. La migliore palestra della Grecia, voluta dal precedente sovrano dell'Elide e che vantava gli atleti più prestanti della storia.

In tempi maturi come quelli, gli allenamenti erano sfiancanti e solo i migliori avrebbero avuto la gloria e l'onore di essere scelti per prendere parte ai giochi Olimpici. I giochi si tenevano ogni 4 anni e vedevano scontrarsi straordinari atleti provenienti da ogni regione e colonia greca. Anche la città più remota schierava in campo i suoi migliori combattenti come dimostrazione di potere e nella speranza di essere ricoperta di onori. La tensione e le aspettative cadevano gravi e spronavano gli uomini a dare il meglio. Quest'anno i Giochi a Olimpia si sarebbero svolti per la prima volta sotto lo sguardo sicuro del suo nuovo Re, che non aveva alcuna intenzione di far sfigurare il regno dimostrando la sua superiorità a qualsiasi altro regnante. I suoi atleti sarebbero stati i migliori in qualità di forza e tecnica, avrebbe posto un netto distacco fra lui e gli altri e la sua sicurezza aveva creato un clima di grandi aspettative nell'affollata palestra. Nonostante il re di Elide non si facesse vedere di frequente, tutti nutrivano grande rispetto e soggezione verso questa mistica figura, di cui il carattere burbero e tal volta capriccioso non era un segreto. Ma avendo dimostrato intelligenza e strategia nell'adottare scelte politiche vincenti, il peculiare carattere finì solo per alimentare questi sentimenti di comune ammirazione, e se in qualcuno così non fosse stato, i suoi successi servirono a giustificare ampliente il suo orgoglio.

Gli affanni dei ginnasti, i muscoli guizzanti e il frigolio delle spade riempivano le mura della palestra. La pelle scura e ruvida di chi si è allenato per anni con possenti attrezzi sotto i raggi bollenti del sole. Ovunque si guardasse si respirava aria di Olimpiadi. Un pugno veloce che si abbatteva senza alcun riguardo sul mento di un uomo, i ragazzi più giovani che con sguardo ammirato porgevano con fatica i pesi ad un atleta, che li sollevò come fossero stati di carta pesta, gli uomini che accudivano con meticolosa attenzione cavalli e buoi. Tutto era in fermento. In un'area ritagliata della palestra, all'estremità delle mura di cinta, un unico spazio inaccessibile ai molti - ma pur sempre ampio - era atrezzato per l'allenamento individuale. In netta contrapposizione con il resto della palestra, qui la quiete regnava. Soltanto due figure a riempire la scena, un ragazzo slanciato dalla figura minacciosa e un uomo oramai più che maturo, ingobbito dagli anni, il volto raggrinzito e coperto di pieghe ma con lo sguardo vispo di un giovincello. La sabbia dorata frizzava incandescente calpestata dai sandali di cuoio di buona fattura, il passo deciso di chi sulla sua strada non ha ostacoli che non possano essere schiacciati si dirigeva veloce verso il punto di tiro. Il ragazzo prese posizione. Un arco di frassino alla mano e nessuno schiavo o accompagnatore a porgergli la faretra che invece portava sulle spalle, gli piaceva essere libero dagli scocciatori e avere il pieno controllo della situazione. Era lui a decidere quando e come. Muscoli in tensione, l'odore pungente del sudore, la pelle appena dorata come grano ancora acerbo, così diversa da quella ruvida e scura degli altri atleti, mani che carezzavano la superficie del legno, una presa salda e sguardo fermo, un attimo lo sfrigolio dell'aria e una freccia veloce che trapassa il legno scheggiando la mano di vernice cobalto.

I Giochi Di Olimpia - [My Hero Academia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora