L'eleganza della rabbia.

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Questo, lo dedico a me stessa.
Lo dedico alla mia e alla sua rabbia, perché, in fondo, ha fatto bene ad entrambe.
Lo dedico alla rabbia, perché mi ha sempre affascinato.
Lo dedico a chi non sa come si ama, ma ama lo stesso.
A tutti gli amori incazzati, all'eleganza della rabbia.

***

Le persone arrabbiate sono le mie preferite, così forti, ma così fragili.
La rabbia toglie tanto, toglie persone, attimi, istanti, carezze, baci, toglie ciò che vale la pena avere. A me, ha tolto te.

Invece, tu, mi togliesti tutto.
Mi levasti il piacere di voler bene a qualcuno, perché ero un fuoco freddo, e il freddo, brucia.
Come quando da piccola facevo le palle di neve senza guanti e poi sentivo le mani andare in fiamme, come quando in pieno inverno togli qualcosa dal freezer e preghi perché le mani tornino subito calde, o come quando ti fai male e metti la ferita sotto l'acqua fredda, brucia solo un po' di più, diventa tutto un po' più intenso.

Tu mi togliesti tutto, mi levasti la possibilità di esternare il mio lato dolce, per dimostrare di non essere la stronza di turno che si divertiva solo a ferire la gente.
Un po' come quando da piccola chiedevo scusa a mamma e lei non ascoltava.
Come quando vado in giro e vedo le ragazzine che si sento fighe a fare le stronze, quando non hanno idea di cosa voglia dire ferire le persone a cui tieni solo per il tuo carattere di merda, non sanno cosa voglia dire perdere le persone per verità mai dette, per dei "ti voglio bene" mancati, per un "io ci sono" che non è arrivato al momento giusto, solo perché qualcuno ha tirato fuori il peggio di te e ha tenuto il meglio per sé.

Tu mi togliesti tutto, come l'abilità di amare.
Amare non è facile, non si tratta di qualche gesto carino e qualche bella parola, si tratta di condividere, conoscere, apprezzare. Si tratta di presentare il lato peggiore all'altra persona, ma dargli solo quello migliore. Amare è tolleranza e comunicazione.
Amare è quando io la guardo e so che sto bene; con te non stavo bene.

Mi togliesti la voglia di battermi, la voglia di incazzarmi. La tua rabbia non ti bastava, ti sei presa pure la mia. Con la rabbia ci si vive, è indispensabile per non sprofondare sotto le decisioni altrui. Per non finirci sotto.
Come quando tu scopristi la sua merda, e lui ti disse che non sarebbe finito sotto, ma ti mentì.
Ecco, le persone senza rabbia sono come le persone con la droga, volente o nolente ci si finisce sotto.
La rabbia serve, serve a sfogarsi, a prendersi la ragione quando c'è, ad affrontare i momenti più tristi.

Tu eri la rabbia, e i miei occhi erano la rovina di essa, che quando ti guardavo scendere le scale per arrivare da me, abbassavi gli scudi, non eri più incazzata, non eri più orgogliosa, lo sguardo apatico scompariva.
Perché io lo so, che tu mi hai amata, io ti ho amata, un noi c'è stato, solo che ora tu non mi ami più e neanche io.

Che non si smetta di amare è una stronzata, si smette di amare, ci si spegne, l'amore non brucia più.
Non si smette di sentire la mancanza, però. Perché tu sei stata importante, ci sei stata, e ogni tanto mi manchi, mentre prima mancavi, mancavi perché eri lì, ma era come se non ci fossi.

Ci incontrammo al freddo di novembre, quando tutto tremava e ancora bruciava, come le mie Lucky Strike rosse, che bruciano lentamente, tiro dopo tiro.
La nostra relazione è stata come una sigaretta fumata lentamente, di inverno, con le mani rosse per il freddo e la voglia di finire presto una cosa che dura troppo.
Una sigaretta durata anni, che anche con i tiri lunghi non finiva.

Novembre è un bel mese, con la pioggia e i temporali.

Oggi è un giorno di pioggia, con i lampi che illuminano il cielo buio e i tuoni che scuotono la terra.

La nostra relazione è stata tante frasi sconnesse, prive di senso, che solo io e te, potevamo capire, leggendo tra le righe di parole mai scritte, mai dette.

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