Cristallium.

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Maelle aprì lo sportello dalla parte del guidatore e si butto dentro distrattamente, mettendo la cartella rossa ai suoi piedi, per poi appoggiarsi allo schienale sospirando.

Era mattina, e a nessuno piace la mattina.

Oltretutto se la destinazione è la scuola.

Prese un profondo respiro e guardò dal lato del guidatore, dove sua sorella stava salendo.

La guardò mettere le chiavi e girare qualche volta, prima che la vecchia e colossale Volvo della zia Jen partisse. Imprecò, come suo solito, e subito dopo furono in strada per la scuola.

May, tornò a guardare fuori dal finestrino, mentre si grattava l'occhio maldestramente.

Soshanne, la sorellona, accennò una lieve risata.

- Di già in trauma? - Ingranò la marcia.

May, non rispose, ma girò il viso verso di lei.

-Come dovrei stare, Soshi? - Sospirò stando infagottata nel giubbotto e con i capelli scompigliati che le ricadevano sul petto.

Nonostante fosse quasi Maggio, faceva ancora freddo, e quindi zia Jen le obbligava a mettere giubbotto e affini.

- Ah non lo so, May – Alzò le spalle sempre guardando la strada – Se non lo sai tu come stai...- Svoltò l'angolo diminuendo di velocità.

May alzò gli occhi al cielo, mordicchiandosi lentamente la guancetta interna della bocca, stringendo le narici del piccolo naso all'insù e facendo un respiro.

E' insopportabile.”

Lo avrebbe sempre pensato, Maelle, in un certo senso, non sopportava sua sorella. Non l'avrebbe mai sopportata. Con quel suo fare, sempre altezzoso, saccente e da dura; Ma non era sempre così.

Era una ragazza sempre pronta a buttarsi ad aiutare il prossimo, cosa che non le accomunava per niente. Perché Maelle era tutto tranne che altruista.

Scosse la testa e tornò a guardare fuori dal finestrino, mentre vedeva i ragazzi che camminavano per andare a scuola.

Ridevano e scherzavano.

Si portò una mano sotto il mento, per reggerlo, mentre persa, guardava le figure scomposte diventare un miscuglio di colori informe.

Soshanne inchiodò qualche metro più indietro dal cancello. May trasalì e guardò la sorella di sottecchi, che era appoggiata con un braccio al bracciolo.

- May – La chiamò non appena aprì la portiera della macchina che fece un cigolio.

La bionda, si girò e la guardò pacata, prendendo la cartella e portandosela in spalla.

-Stai attenta – Disse fredda Soshanne mentre si mordicchiava il labbro inferiore

- E appena esci, se non mi vedi qui...- Scosse la testa piano – Non andare verso casa, passa da Conny e stai da lei fino quando o io, o zia non passiamo, d'accordo?-

May annuì guardando la sorella per qualche secondo, inarcando il sopracciglio destro. Si chiedeva sempre, perché? Perché fosse così dannatamente strana e misteriosa quando serve.

Chiuse lo sportello sbattendo la portiera bruscamente.

Non fece caso alle imprecazioni di Soshanne, all'interno della macchina, che dovevano essere le solite “ Cazzo! Già è un catorcio, cosa sbatti a fare?” oppure

Ma sei scema?”.

Insomma, era l'amore.

Maelle si incamminò all'entrata e cercò con lo sguardo Conny, la sua amica d'infanzia, quella che te la porti dietro sempre.

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