Ehi! Non sono morto... Per ora...

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Il cuore mi sta per scoppiare.

I polmoni sono già andati da un pezzo e tutto il resto li seguirà a ruota.

Ma che mi è saltato in testa?!

Sono esattamente le sei di lunedì mattina e io sto morendo.

Un osservatore esterno potrebbe obiettare che "no, no stai morendo. Ti stai solo tenendo in forma".

Vai al diavolo, caro osservatore esterno!

Allungo una mano per cercare di fermare questo attrezzo venuto direttamente dall'inferno, ma non riesco a raggiungere il display, che sembra farsi beffe di me, lì davanti, luminoso e contento di uccidermi.

Se solo avessi due centimetri in più...

No.

Non pensate male di me, vi prego.

Il fatto è che non sono un ragazzo molto alto di conseguenza ho braccia un po' corte: ecco spiegato il mio pio desiderio.

《Señor Jo!》

Un'acuta voce femminile penetra le nebbie dell'incoscienza che stanno avvolge la mia povera mente.

Juanita.

Santa donna.

Praticamente l'unica della mia vita.

Portoricana di nascita, Juanita ha iniziato a prestare servizio a casa di mia madre, trasferendosi poi da me, con la scusa di prendersi cura del suo niño.

In realtà fa la spia a mia madre: le due donne vogliono che io mi sistemi.

Peccato che il loro sogno non si realizzerà mai.

《Señor Jo!》

Ti prego, sali...

Continuo a correre anche se avverto la donna con la falce che aleggiava nella stanza, pronta a ghermirmi.

《Sto salendo!》urla ancora la dolce Juanita, pestando i piedi sui gradini come se fossero avversari da uccidere.《È vestito? Non voglio trovarla un'altra volta nudo! Non voglio passare un'altra notte insonne!》

O mio Dio!

Trattengo un'imprecazione: non ho abbastanza fiato per bestemmiare.

Proprio quell'episodio deve rivangare?

Per quello che ne sa lei, potrei trovarmi in dolce compagnia!

Non illuderti, Jo...

Mentre la depressione e la morte imminente si avvinghiano al mio provato corpo come serpenti gemelli pronti a divorarmi, sento i passi molto felpati di Juanita giungere sino alla porta della mia stanza.

《Señor Jo! Sta ancora dormendo?》grida, trapassandomi i timpani con la sua voce deliziosa.

《N... o... io...》ansimo, continuando a correre senza raggiungere mai la mia meta.

《Guardi che entro. Nasconda la mercanzia.》

Alzo gli occhi al cielo, ma impattano col soffitto a cui serve una mano di pittura.

Se sopravvivo dovrò chiamare un imbianchino...

Mi faccio un appunto mentale mentre, finalmente, la maniglia si abbassa lentamente ma inesorabilmente.

Juanita, ti prego, muoviti...

Forse Dio ha pietà di me perché la cara donna portoricana spalanca la porta con la solita energia con cui fa ogni cosa e mi nota subito.

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