Che ci fa Buddha nella mia doccia?

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Appena Juanita scompare dalla mia stanza in uno svolazzo di colori e canti gioiosi, prendo un respiro profondo e cerco di alzarmi da terra.

Lo sforzo è disumano: mi fanno male posti che nemmeno credevo di possedere.

Mantenendo una mano sulla parete -l'infarto è sempre in agguato- raggiungo a fatica il mio armadio a dieci ante, un regalo di mia madre.

Quella santa donna crede che tutti abbiano la stessa quantità di vestiti che possiede lei.

Spalanco le ante, bianche come ali di gabbiano, e recupero un paio di pantaloni neri, una camicia chiara e una cravatta, anzi due.

Non so mai quale mettermi.

Una doccia...

Mi serve una doccia...

Fra gemiti e mugolii di dolore, esco dalla camera, con i vestiti drappeggiati su una spalla. Prima di chiudere la porta, lancio un'ultima, malevole occhiata al tapis roulant che mi fissa di rimando, schernendomi e ridendo di me.

Uno psicologo...

Oltre alla doccia, ho bisogno anche di uno psicologo...

Sospiro rassegnato al mio ruolo di portatore di ciccia e mi trascino nel bagno accanto alle scale. Apro la porta e trovo una sorpresa che mi scruta scocciato.

《Che ci fai tu qui?!》esclamo appena scorgo quella matassa grigia sdraiata all'interno della doccia.

La mia doccia.

L'intruso apre un occhio verde smeraldo e me lo punta addosso, esprimendo contrarietà.

《Dico davvero, Buddha! Che ci fai qui?》Torno alla carica mentre appoggio i vestiti sul ripiano.

Un altro occhio verde si spalanca e ora mi sento io sotto accusa.

Ma perché ho preso un gatto?!

Il felino in questione non ha la minima intenzione di andarsene dal suo fresco giaciglio, anzi sbadiglia, aprendo così tanto la bocca che scorgo le tonsille, e poi chiude gli occhi.

Forse spera che io sparisca.

Quasi mi dispiace per lui.

《Buddha. Dico sul serio. Esci di lì. Ho bisogno di farmi una doccia.》

Primo tentativo: ragionare con nemico.

Il grasso gatto non si scompone: inizia a fare le fusa giusto per prendermi in giro.

《Ti ho salvato da una vita di strada. Potresti avere un po' di riconoscenza.》

Secondo tentativo: rinvangare i vecchi favori.

Buddha riapre gli occhi e riflette sulle sue possibilità, ma poi li chiude nuovamente.

《Juanita sta preparando salsicce e bacon.》

Terzo tentativo: far leva sulle debolezze del nemico.

Quando il micione sente le fatidiche parole, cessa le fare le fusa, apre gli occhi e si mette seduto. Il tutto in una frazione di secondo, che, data la sua mole, pare una cosa sovrumana, anzi sovrafelina.

《Hai capito benissimo. Juanita sta cucinando》gli ripeto, scandendo bene le sillabe, giusto perché capisca che faccio sul serio.

Buddha mi guarda, studiando anche il mio abbigliamento ridicolo, scocca un'occhiata alla porta e poi prende la sua decisione.

Alleluia...

Si alza, tirando su tutta la sua pelosa ciccia, e, con passi felpati, esce, finalmente, dalla mia doccia, incamminandosi verso la porta.

Prima di uscire, però, si gira per darmi un ultimo sguardo di biasimo e poi scompare in corridoio, iniziando a miagolare, così Juanita sa che lui sta per arrivare molto affamato in cucina.

《Guarda che dovresti dimagrire anche tu, sai?》grido al suo indirizzo per poi darmi dello stupido.

Perché mi metto a litigare con un gatto?

La mia vita è davvero strana...

Mettendo da parte tutti i miei pensieri su felini e grasso, mi tuffo sotto la doccia per lavar via il sudore mattutino e la sensazione del mancato infarto. Avvolto nell'asciugamano nero, evito di guardarmi allo specchio e finisco di prepararmi.

Finalmente vestito e pettinato, mi sento pronto a cominciare la mia giornata.

È iniziata male quindi non può che migliorare!

Dovrei smetterla di pensare certe cose.

Tanto non si avverano mai.

Scendo i gradini due a due mentre l'aroma di caffè nero e bollente si spande per tutta la casa, rallegrandomi l'umore.

《Señor Jo! La colazione!》

Un grido acuto mi perfora i timpani, rompendo la magia creata dall'elisir scuro, e rigettandomi nel caos che rappresenta la mia vita.

《Arrivo!》le rispondo urlando.

Giunto sulla soglia della cucina, mi prendo un attimo per guardare Buddha che, seduto sulla mia sedia, sta affogando in un piatto colmo di bacon.

《Juanita...》sospiro con rassegnazione.《Lo sai che non gli fa bene tutto quel grasso...》

《Cosa vuole che sia un po' di ciccia?》La donna mi mette a tacere senza nemmeno girarsi.

Sta finendo di cucinare le uova e si sente solamente il rumore allegro del cucchiaio che strapazza la mia colazione nella padella.

Oltre alla voce acuta di Juanita, ovviamente.

《La ciccia porta alla morte》ribatto, prendendo posto a tavola, di fianco a Buddha, che nemmeno mi degna di uno sguardo.

《Que dices?》domanda la donna, spadellando le uova e mettendomi sotto il naso un piatto fumante.《Non sia ridìculo! Un po' di ciccia non ha mai fatto male a nessuno! Guardi me!》

Si mette a piroettare con la padella bollente in mano giusto per darmi una dimostrazione della sua teoria.

Devo ammettere che Juanita è fantastica, anche se abbondante. È una donna piena di vitalità, colorata e unica.

《Hai vinto tu.》Mi arrendo all'evidenza che non avrò mai la meglio con lei e mi dedico alla mia colazione.

Quando finisco, noto che Buddha scruta con intenzione il mio piatto e, con un sospiro, lo spingo verso di lui. Con poche leccate, lo ripulisce e poi soddisfatto scompare per andare a dormire chissà dove.

Possibile che non faccia altro che mangiare e dormire?!

《Juanita, io vado》annuncio, alzandomi da tavola.

L'azienda per cui lavoro dista da casa mia solamente un paio di chilometri, ma preferisco arrivare in ufficio in anticipo per ricontrollare documenti e pratiche.

《Ah no! Aspetti!》

Non riesco a fare neanche due passi che Juanita si piazza di fronte a me, con le braccia incrociate sul petto florido, fissandomi in cagnesco.

《Che ho fatto stavolta?》chiedo, anche se sono certo di non aver combinato nulla.

Quasi certo.

《Si ricorda la promessa?》mi domanda, socchiudendo gli occhi in maniera molto minacciosa.

Promessa?

Le ho fatto davvero una promessa?

《Certamente!!!》esclamo, con un sorrisone.《Come potrei averla dimenticata?》

Ti prego, Juanita, dimmi di che si tratta...

《Eres un tesoro, mi niño.》La donna si sciolse in un'espressione di puro amore prima di sconvolgermi la vita.《Stasera ti presento Rosa.》

Cosa?

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