Capitolo 4 - Tana per te

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Entro nella stanza, lo guardo e un uomo basso, tarchiato, calvo e con degli occhiali piccoli e tondi poggiati sul naso.

La pelle rugosa forse dovuta all'età, sulla mano destra ha un anello molto grande non riesco a definirlo bene, nella mano sinistra una pipa, vestito con abiti scuri, ai piedi delle ciabatte di velluto rosso.

Gli urlo contro....

io:" SEI STATO TU A UCCIDERE LA MIA FAMIGLIA!?"

Stupito risponde :" Calma calma fanciulla....accomodati abbiamo tanto di cui parlare. "

il suo tono cosi pacato mi infastidiva .

Lui prende un piccolo campanello e lo scuote, arrivano due maggiordomi e mi portano una poltrona come se niente fosse; tutto sembra cosi strano quel uomo, sapeva che sarei andata lì.

Mi siedo con calma sempre diffidente continuando a guardare i suoi profondi occhi di ghiaccio.

Lui spezza il silenzio con una domanda che non mi sarei aspettata...

lui:" Valchiria, quale college hai scelto?"

Come faceva a sapere il mio nome..quanti anni avessi...e soprattutto che ero li per il college... cosa c'è dietro a tutto questo??

io:" Cosa sai di me??" lo guardo con uno sguardo insospettito..

lui:" August mi parlava spesso di te, e tu sei identica a tua madre... cosa vuoi sapere?"

io:" chi ha ucciso i miei genitori? e perché sono stati uccisi??"

lui:" Piccola Valchiria... ogni domanda avrà la sua risposta a tempo debito, piuttosto dimmi tu cosa sai della storia dei tuoi genitori?"

io:" sono morti ingiustamente... e io li vendichero'. "

lui:" Ora è tardi Valchiria torna al college, ci vedremo domani con calma. Uno dei miei maggiordomi ti accompagnerà. "

io:" Non ho paura della notte, non ho bisogno di badanti."

La mia testa continua a pensare a quel uomo...cosa mi nascondeva, perché c'era scritto il suo indirizzo nell'agenda, perché mio padre aveva contatti con quel uomo??

Curiosa guardo la sua cassetta della posta , il suo nome: Frank Husgeo; ora almeno ho un nome. Inizia a piovere, decido di correre, correre mi rilassa, penso a Mac a cosa dovrò affrontare con lei.

Arrivo fradicia, sono talmente stanca che i miei occhi si chiudono , ma spero che Mac sia sveglia per parlare con lei... non merita questo... le staro' vicino..

Entro in camera e la trovo sottosopra, la ritrovo in un angolo rannicchiata, e' agitata. Mi siedo accanto a lei e provo a parlarle...

io:" Mac...come ti senti?"

Mac:" sono un mostro..... VERO?? Perché a me??"

io:" Non sei un mostro, sei come una meta' di me.."

Mac:" non voglio essere un mostro, ho paura.."

io:" Ti staro' accanto , ti insegnero' a cibarti, a vivere come hai sempre fatto....da umana."

Mac:" Ti voglio bene Val.."

io:" anch'io.. "

Grido di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora