"C'era un tempo in cui bruciavo d'attesa per le tue parole, e non te l'ho mai detto, non ti ho mai permesso di entrare e vedere quel momento particolare di me, quel sorriso eccitato che tentavo di tenere nascosto a tutti, in casa, quando poi mi rifugiavo nella stanza e mi lasciavo andare alla nostra corrente calda. Non pensare che io sia sempre stata indifferente a quel pomeriggio al mare: l'indifferenza non apparteneva al mio spirito giovane, desideroso di vita. Ma tu eri capitato d'improvviso in una vita ordinaria e precisa, e io amavo la mia precisione, anche se volevo il caos, io amavo la mia precisione. Quel pomeriggio io lo ricordo come il momento più intenso della mia giovinezza. Quel pomeriggio sono io, da ragazza, quando la vita mi si presentava piena di scoperte, emozioni e possibilità. È stato racchiuso tutto lì: mi hai derubato della parte più bella della vita (dicono così) racchiudendola in un solo pomeriggio. E poi, aspettando che quei palpiti si acquietassero, aspettando che le emozioni si stabilizzassero, il tempo è inesorabilmente passato, fino a quel giorno in cui hai deciso di andartene. Io e te, così diversi, era davvero possibile? Ora ti scrivo perché non l'ho mai fatto, anzi ti scrivo e non lo so perché." Sospirò e chiuse gli occhi.
Era una sera di festa, per il villaggio, la festa d'autunno. Tutti erano occupati con i preparativi: le donne cucinavano le pietanze tipiche, gli uomini allestivano il palchetto in piazza, sistemando i tavoli e le sedie, le ragazze si facevano belle, ricoprendo i capelli di fiori, e i giovani, invece, correvano qua e là a spiarle dalle finestre e a combinare qualche scherzo. Era un grande evento, per la piccola città. Si riunivano tutti: gli abitanti del paese, quelli delle campagne, e a volte qualcuno che abitava anche più lontano, e arrivavano i parenti in visita. Era l'unica notte in cui si accendevano così tante luci per le strade: luci colorate, appese con un filo ai bordi delle vie, come nelle moderne capitali d'Europa. Una leggera esaltazione percorreva tutti, anche chi si opponeva alla tradizione pensando che fosse banale, anche chi era costretto ancora a rimanere insieme ai genitori, mentre i ragazzi poco più grandi si allontanavano per andare ai falò sulla spiaggia. Tutti erano felici per la festa d'autunno. Il vento in quel periodo dell'anno era ancora caldo, e la sera era piacevole chiacchierare all'aria aperta. La temperatura era ideale ancora per tuffarsi in mare, e il sole nel pomeriggio riscaldava sotto la pelle scura. Il musicista del paese, il signor Dagoberto, riempiva le strade con il suono della sua fisarmonica. Le donne poi ballavano, scuotendo sonagli e tamburelli a ritmo delle sue canzoni. Quella sera Andres si sarebbe incontrato con i suoi due amici, Carlito e Josè, davanti al pozzo, alle otto. Era la loro prima festa d'autunno, insomma, la prima volta che potevano allontanarsi dallo sguardo dei genitori, la prima volta che potevano rincasare alla mattina. Ne parlavano da settimane, ormai. Andres e Carlito volevano assolutamente parlare con Ines, la bella Ines, mentre Josè continuava a ripetere di voler bere la birra, la birra che bevevano in Messico, diceva. Voleva ubriacarsi, Josè, ma gli altri due volevano solo portare Ines sulla spiaggia per rubarle un bacio di nascosto. Si erano già messi d'accordo: la invitiamo tutti e due, e poi lei decide. E amici come prima. E certo, amici come prima: Ines era la bella Ines ma non valeva la loro amicizia. Josè aveva chiesto ai ragazzi più grandi di procurargli la sua birra, ma Andres era convinto che la birra non fosse così buona come il loro vino. E poi era sempre così: quando passavano le ragazze Josè non ci faceva quasi caso, ancora non ci pensava lui, alle cose a cui pensavano loro. Il discorso preferito di Carlito era il seno della bella Ines, e anche il seno di Lola, se gli fosse andata male con Ines. Erano un po' ripetitivi, mentre parlavano, ma quella era la festa d'autunno ed era la sera più importante che ci fosse, per i giovani del paese.
Andres arrivò per primo al pozzo, mentre la gente stava già cominciando a scendere dalle case per mettersi a cenare ai grandi tavoloni imbanditi a festa. I suoi amici erano in ritardo, ma non si stupì e si appoggiò al muretto di pietra per aspettarli. Osservava i volti familiari passargli accanto, salutava cordialmente tutti e ammiccava quando passavano delle ragazze. Ma ancora non c'era traccia né dei suoi amici né della bella Ines. Lui stava cominciando a sentire la fame, ma si erano promessi che avrebbero mangiato seduti allo stesso tavolo quell'anno. Mentre i minuti passavano, il ragazzo si mise a pensare a tutti gli anni precedenti, quando guardava con ammirazione a chi poteva andare sulla spiaggia, a chi poteva sedersi con gli amici, a chi poteva ballare con le ragazze senza preoccuparsi di sguardi malevoli. Era sempre stato arrabbiato con i suoi genitori, lui diceva ogni anno che era grande ormai, e loro gli ribadivano ogni anno di no: e infatti avevano aspettato fino ai diciotto anni, come di tradizione, né anno più, né anno meno. E il momento era giunto, finalmente. E in mezzo a questi ricordi, speranze e pensieri, vide avvicinarsi dalla Calle Nueva la ragazza dei suoi sogni: oh, la bella, bella Ines. Portava un vestito rosso, scollato, così aderente che non si doveva fantasticare troppo, e il suo sorriso la accompagnava, luminoso, come sempre. Il suo sguardo rimase fisso, immobile su di lei: ma appena riuscì a muovere gli occhi, allora si accorse di qualcosa di ancora più meraviglioso, qualcosa che non avrebbe dimenticato mai più in tutta la sua vita. Accanto alla bella Ines camminava un'altra ragazza, che Andres non aveva mai visto prima. Era alta quanto lei, ma aveva la carnagione più chiara, i capelli più lunghi, ed era più sobria ed elegante. La bella Ines ormai non era più la bella, e non ci volle molto per Andres, solo un istante. Pensò che in quell'istante la sua vita era cambiata.
STAI LEGGENDO
Shakespeare e le pecore dell'Argentina
Fiksi UmumAndres conosce Julia durante una festa del paese, e se ne innamora perdutamente. Ma gli amori giovanili spesso finiscono chiusi in un cassetto: il ritrovo delle vecchie lettere d'amore potrà forse farli rincontrare?