ʏօʊ աɛʀɛ ʍʏ ɦɛʀօ

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Dopo un'estenuante corsa da una parte all'altra dello stadio, e preghiere a tutti i santi esistenti e non, la giovane riuscì a trovare la tribuna della sua classe.

-[T/N], finalmente!- esclamò Kendo per poi farle gesto di sedersi affianco a lei.

Purtroppo la seconda prova del festival, [T/N] non riuscì a superarla, di conseguenza prese la pausa con più leggerezza, cioè con la consapevolezza che al termine di essa non doveva scazzottarsi con nessuno.
Inoltre durante il pranzo fu disturbata dalle telefonate di genitori e parenti; seppur si era ripromessa di dir loro due cose al volo per accontentarli successe l'esatto opposto: parlando persino dei più piccoli dettagli e andando anche fuori discorso non si rese conto del tempo che passò fin troppo veloce. Si riprese piuttosto tardi e capendo di essersi persa -disgraziatamente- i primi match, prese a correre come una dannata per poter arrivare in tempo e vedere almeno gli ultimi.

Per sua fortuna, Itsuka Kendo, una sua compagna di classe molto simpatica che ormai poteva definire la sua migliore amica -in quanto ormai conosceva tutto di lei- le prese un posto in prima fila con la certezza, azzeccata poi, che [T/N] ci teneva ad osservare le battaglie senza ostacoli , anche se queste erano tra persone a lei sconosciute. 

Un'altra fortuna fu proprio che appena posò il fondoschiena sulla superficie fredda della sedia, scesero in campo proprio coloro che voleva ad ogni costo veder battersi. Si trattava dello scontro tra Tetsutetsu Tetsutetsu, della sua classe, e Kirishima Eijirou, della 1-A.

Entrambi li conosceva: il primo l'aveva conosciuto quello stesso anno e subito ci andò d'accordo; il secondo invece lo conosceva già dalle medie, non si potevano però considerare amici in quanto non si parlavano, se non qualche parola forzata, e stavano solo insieme a quel gruppetti no formatosi durante gli anni.

Eijirou ai suoi occhi le era sempre sembrato un eroe, anche se gli altri non le pensavano in questo modo. Lei, inoltre, ebbe l'onore di esser salvata da lui più di una volta.
[T/N] alle medie era una ragazzina con la testa fra le nuvole, una sognatrice ad occhi aperti e quindi molto ma molto distratta; erano solite le entrate per sbaglio nel bagno dei maschi, gli scontri contro muri o porte chiuse ed inciampare.
[T/N] rischiò più volte di cadere delle scale perché aveva la scarpa slacciata o perché scivolava, ma ogni volta vi era sempre Kirishima ai piedi delle scale o poco prima di lei che la agguantava al volo, evitandole una rovinosa caduta.
Dopo una terza caduta finita bene, [T/N] iniziò a pensare ad un segno del destino, un pensiero che si rafforzava ad ogni giorno che passava.

«Certo che sei davvero imbranata, [T/C]» le disse una volta Kirishima «Ma non ti preoccupare, in tal caso ti salverò tutte le volte che rischierai di cadere.» concluse con uno smagliante e aguzzo sorriso, che provocò nella ragazzina un batticuore intenso.

Allora [T/N] ammise a se stessa di essersi innamorata di Kirishima, ma dalla terza media in poi non ebbe più alcuna interazione con lui, sia perché la classe fu spostata al piano terra -quindi meno probabilità di prendere le scale- e anche perché Kirishima stesso si allontanò; non che prima le fosse stato vicino ma la ragazza dai capelli [c/c] percepì una sorta di disagio in lui, ma non ebbe mai il coraggio di andare a chiedergli se andava tutto bene.

Lo perse di vista al termine delle medie e la cosa le dispiacque molto, non era nemmeno sicura che l'avrebbe rincontrato, per cui da ragazza matura che diventò in seguito, si mise l'anima in pace, pensando a lui solo come la sua prima cotta passeggera.

A sostituirlo però ci fu Tetsutetsu. [T/N] non era proprio innamorata di lui, soltanto gli piaceva la sua compagnia rispetto a chiunque altro e per i primi mesi di scuola frequentati fu lui ad aiutarla a risolvere i suoi pasticci. Sembrava il suo Kirishima delle medie che però la teneva più in considerazione.

Il problema sorse in seguito, quando si rincontrò con Kirishima: lui aveva cambiato stile e modi di comportarsi, era più allegro e spontaneo e non appena la riconobbe ne fu veramente entusiasta. Confessò di non averla riconosciuta subito, dopo tutto anche [T/N] era cambiata: [le erano cresciuti/ aveva tagliato] i capelli, si era fatta un pochino più alta e il suo corpo e il suo viso iniziarono a prendere le forme e i lineamenti da donna, per non parlare del fatto che disse addio alla goffaggine e diventò più sicura e attenta. Insomma, anche lei poteva diventare poco riconoscibile.

Però la differenza tra loro fu una: al loro incontro, [T/N] riacquistò in un botto tutta la goffaggine persa e talvolta, essendo meno ingenua, se ne vergognò molto, tanto dal stargli alla larga il più possibile.

Alla fine i suoi sentimenti per lui risultarono veri: lei ne era davvero innamorata persa e quel suo cambiamento lo rendeva ai suoi occhi più attraente.

E come suo solito, la [c/c] si perse nei ricordi -che rinvagava con emozione- e Kendo dovette pizzicarle la guancia per farla tornare coi piedi per terra. Cosi facendo [T/N] urlò e si fece notare da tutte le persone della propria tribuna e persino quelle affianco.
Chiese umilmente scusa per poi fulminare la ragazza dai capelli arancioni.

«Tu sei pazza!»

«E tu sei distratta! La battaglia é cominciata da due minutini per tua informazione.»

«Ah!!»
[T/N] posò le mani sul cornicione e si sporse appena come se quello potesse aiutarla e vedere meglio: i due ragazzi in campo se le stavano ancora suonando di santa ragione. Allora sospirò di sollievo, poi con due colpetti di tosse si ridestò e tentò di fare la seria.
«L-Lo sapevo. Non mi sono persa neanche un singolo pugno.» menti spudoratamente incrociando le braccia.

«Ah davvero? E chi l'ha tirato il primo pugno?» chiese Kendo con un sorrisetto.

[T/N] sapeva che con Kendo mentire era inutile ma non voleva comunque darle la soddisfazione di avere ragione -come sempre del resto-  quindi prese una manciata di pop corn dal compagno vicino e glieli ficcò in bocca.

Riuscì a concentrarsi sullo scontro per tutto il resto la sua durata, ovvero un paio di minuti scarsi dopo: Kirishima e Tetsutetsu si stesero a vicenda con un gancio in faccia. Non potendo quindi dichiarare un vincitore, la battaglia tra i due venne rimandata a quando si riprenderanno, stavolta nella virile disciplina del braccio di ferro.

[T/N] sugli spalti stava morendo dalle paranoie, preoccupata per i suoi amici, e corse subito fuori la tribuna per raggiungerli in infermeria.

«Stoooop!!!» gridò Kendou alla sue spalle, poco prima di ingrandire le sue mani ed afferrarla e sollevarla da terra.
[T/N] le lanciò un sguardo misto tra il nervoso e la preoccupazione, come per pregarle di mollarla.

«Ti aiuto io a scendere le scale. Questa volta non c'è Kirishima sotto a prenderti.» canticchiò e le fece un occhiolino.

«DAAAAAAAI!!!» urlò per l'imbarazzo [T/N], arrossendo vistosamente.

To be continued...








La interrompo qui perché viene veramente molto lunga e chi legge potrebbe annoiarsi. Non credo possa venire più di 3 capitoli, alla fine l'idea originale era una one-shot, quindi uscirá una storia breve.
Non la pubblicherò interamente durante il giorno, ma mi importava iniziarla proprio per il compleanno di Eijirou Kirishima, un personaggio davvero davvero fantastico.

Spero che la storia vi piaccia, in tal caso vi regalo un mini Kirishima :3

(Il Bakugou mestruato non é compreso ma se proprio lo volete accomodatevi ;3)

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