Ero seduta tra la folla che in un giorno come un altro riempiva il vagone.
Me ne stavo lì a fissare il vuoto prima, l incessante via vai poi; ero distratta, assorta, tenevo qualcosa tra le mani ma la mente continuava a vagare tra realtà e fantasia, futuro e passato.
Mi accorsi dopo un po' che di fronte c'era una giovane donna, aveva dei capelli lunghi neri raccolti in una coda,piangeva, le lacrime le solcavano il viso, aveva un libro tra le mani.
Di riflesso dal vetro la osservavo e piangevo Anch' io per lei, ero distrutta per lei, per una sconosciuta.
Piangeva forse la perdita di un caro? O le era capitato qualcosa?
Di rimando la vidi osservarmi e subito abbassai lo sguardo, le lacrime non si fermavano e con fare distratto mi ritrovai a cacciare via una lacrima dal mio viso, mentre nel vetro la giovane donna faceva lo stesso, ammiravo L anello che indossava, mi osservai la mano e lo vidi su di me.
Allora non era una sconosciuta, quelle lacrime copiose, quella mano così pensate , era tutto mio.
Quella donna ero io.