Le ambulanze stavano arrivando in fretta dall'ospedale, ma i secondi sembravano macigni che cadevano e appesantivano la vita delle persone, mandandole inesorabilmente tra le braccia della Morte.
Eccola lì, la Morte, china sul ciglio della strada ad osservare le anime che quella sera avrebbe raccolto e portato all'Oltretomba.
La donna distesa ai suoi piedi sembrava essere la candidata perfetta. Avrà avuto sui quarant'anni.
"Non toccarla." la implorò una voce debole, appena udibile ma decisa.
"Non portarmi via la mia mamma" piagnucolò una bambina.
La Morte si impietrì.
Poteva vederla? Come poteva essere?
Solo poche anime erano riuscite a scrutare la sua figura, ma tutte prima di abbandonarsi al loro triste destino.
"Mi dispiace, ma è il mio dovere. È giunta la sua ora. Piangere non servirà a nulla. La sua anima è stata scelta per essere portata all'Oltretomba" spiegò seccata la figura incappucciata.
"Ma chi sei tu? Ma chi ha scelto? Io voglio stare con la mia mamma!"
"Io sono la Morte e questo è il mio lavoro. Non posso farci niente. Quando il corpo non è più in grado di sostenere il peso dell'anima, la Morte interviene. Così è scritto." rispose velocemente la Vecchia Signora.
"Ma tu non puoi farlo! È la mia mamma, come farò senza?!
Chi mi abbraccerà quando starò male? Chi mi preparerà la merenda?
Chi mi verrà a prendere a scuola? Chi mi leggerà la favola prima di dormire?
Il tuo lavoro fallo da un'altra parte! Io... io non posso stare senza la mia mamma..." la bambina scoppiò in un pianto supplichevole.
"Senti piccola, io devo farlo. Ci penserà tuo padre. Devo portare a termine il mio compito. Non credo che il corpo di tua madre resisterà a lungo, e poi la sua anima è troppo..." iniziò la Morte.
"Smettila di dirmi tutte queste cose!
Lo sai benissimo che non ho un papà! Te lo sei portato via prima che tornasse a casa da me a salutarmi!
Sarò sola. Io ho bisogno della mia mamma. Non me la porterai via!" la interruppe la bambina.
La Morte, infastidita da tutte quelle lacrime, decise di ignorare la bambina, inginocchiandosi accanto al corpo della donna; ma la bambina, animata dalla disperazione, le andò contro.
Iniziò ad agitare i pugni, brandendoli con forza contro la figura incappucciata, ma tutto ciò era invano. I pugni non avevano alcun effetto.
Nonostante ciò, la Morte non riusciva ad allontanare la bambina.
"Prendi anche me! Se non vuoi lasciare andare la mia mamma, allora verrò con voi. Io non ho paura di te!" la bambina urlò l'ultima frase con tutta l'aria che aveva in corpo.
"Come fai a non aver paura della Morte? Io posso fermare il battito cardiaco delle persone, sono immortale e tu, una piccola bambina impertinente, stai lottando contro di me, la Morte, perché vuoi la tua mamma? Tutto questo è assurdo."
La Morte era incredula, si rialzò lentamente e si lasciò la veste; poi continuò a guardarsi attorno e presa da un'emozione mai provata prima, iniziò a pensare.
Una bambina la stava implorando di non portare con sè l'anima della madre ed era sinceramente stupita dal coraggio della piccola.
Ma doveva portare all'Oltretomba quell'anima e non si sarebbe fermata. O forse sì? Avrebbe dovuto compiere quel viaggio, ma lo voleva davvero? Quella donna era lì, giacente al suolo, in lotta tra la vita, la sua bambina, e la Morte; ma i soccorsi erano ancora lontani e chissà per quanto lo sarebbero stati.
La figlia, nel frattempo, se ne stava al suo capezzale, piangendo e implorandola di vivere, giurando che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di saperla salva.
Fu in quel momento che si accorse che la Morte le stava rivolgendo le spalle e decise di chiedere, con un filo di voce, quasi certamente intimorita dalla risposta: "Te ne stai andando?"
"Sì. Il mio lavoro... il mio lavoro qui con voi non ha più senso. La sua anima è gravata dal peso del tuo amore e ciò mi impedisce anche solo di sollevarla. È troppo per me. Io, la Morte, sono debole di fronte all'amore." e dicendo questo, se ne andò da un'altra anima, ormai senza più alcuna speranza.
La bambina aspettò pazientemente i soccorritori in quei secondi che sembravano via via più leggeri, dal momento che la Morte aveva finalmente rinunciato all'anima della sua mamma.
Si riabbracciarono felici all'ospedale, qualche giorno dopo l'accaduto.
Quello che la madre non sapeva, però, stava nel fatto che la Morte avrebbe presto reincontrato la figlia, in un dialogo pacifico, senza pretese, mentre sollevava la sua anima dal pavimento del locale dove, qualche minuto prima, un pazzo era entrato sparando senza pietà.
Erano passati dieci anni.
"Morte, sei finalmente venuta a prendermi?"
In tutta risposta la Morte le rivolse un sorriso caldo, e mentre attraversavano la folla di spiriti danzanti, essa disse: "Un giorno tu e tua madre vi riabbraccerete, ma ora torna da tuo padre, ti sta aspettando da anni."Fine.
-h2o
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Dialogo tra una bambina e la Morte
Short StoryA seguito di un incidente stradale, una bambina disperata avrà il coraggio di fronteggiare il più grande nemico di ogni essere vivente, la Morte.