Cap. 1

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Il silenzio di una stanza in penombra, i primi timidi raggi di sole che si fanno strada oltre le tende, gli oggetti di una vita sparpagliati ovunque sugli scaffali e sui mobili. E' in un posto come questo che incomincia la nostra storia, una stanza semplice, disordinata, forse un po' vuota. Gli scatoloni ammassati di qua e di là fanno ben intuire la situazione, tutto in quel luogo è ancora precario, non v'è nulla di definitivo tranne la gigantesca consapevolezza di aver cambiato letteralmente vita. Tanto emozionante quanto spaventoso. Fuori dalla finestra il timido miagolio di un gatto lo avverte come ogni mattina dell'imminente e traumatico trillo della sveglia, così fastidioso da meritarsi tutte le volte qualche imprecazione. Illudendosi di poter riposare ancora un po' il nostro protagonista si immerge nuovamente sotto le coperte, la sua mente cerca di richiamare episodi appena vissuti ma che per qualche immotivata ragione sembrano così distanti ed inafferrabili. Nel sogno di quella notte era più che certo di aver vissuto qualcosa di estremamente emozionante, qualcosa che sarebbe valso la pena di essere ricordato... Ed inevitabilmente aveva scordato ogni cosa non appena aveva aperto gli occhi. Sospirando rimase immobile a fissare la sua mano, il piumone lo avvolgeva in un caldo e piacevole abbraccio, avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere in quella posizione ancora qualche ora o addirittura per sempre. Un esistenza passata nella pace e tranquillità della propria stanza, sembrava davvero stupendo. In quei brevi attimi di pace poteva quasi credere che nulla avesse importanza, che tutto fosse perfetto così com'era, ma come spesso succede quei pensieri sarebbero stati ben presto stravolti. In questo caso dalla sveglia.

Sette minuti. Sette minuti esatti per spegnere la sveglia e trovare la forza di alzarsi dal letto, lo sforzo più grande dell'intera giornata, persino peggiore delle chiacchiere senza senso del Prof. Lace. Mentre aspettava che il suo tè fosse pronto non poté fare a meno di richiamare alla mente il programma della mattinata: alle dieci lezione in aula M, a mezzogiorno pranzo con Lucas e nel pomeriggio... Nella sua testa tutto era già deciso ed organizzato, anche quella mattina pensava di poter fare concludere ogni cosa senza problemi, dimenticandosi volontariamente dei continui ritardi che avrebbe accumulato a causa dei mezzi pubblici e le decine e decine di minuti che avrebbe perso a causa delle sue continue divagazioni con gli amici del corso. Tutto era perfetto, la sua sarebbe stata una splendida giornata, magari sarebbe successo anche qualcosa di inaspettato che avrebbe cambiato la sua vita! Scoppiando in una fragorosa risata si affrettò a bere tutto il contenuto della tazza, una sciocchezza simile era troppo anche per lui. Obbligandosi a mangiare almeno un biscotto si alzò in tutta fretta dalla sedia, il cane seguiva ogni suo passo con crescente euforia, forse aspettandosi di fare una lunga e bella passeggiata. Osservando la gioia dell'animale era impossibile non sentirsi in colpa, soprattutto quella mattina. L'orario dell'università era troppo rigido per permettergli passeggiate mattutine, il cane avrebbe dovuto aspettare il risveglio di suo fratello che, conoscendo le sue abitudini, non si sarebbe svegliato prima di qualche ora. Correndo in tutta fretta verso il bagno allungò il braccio per prendere la borsa e infilarla a tracolla, rischiando persino di inciamparsi lungo il tragitto. Cercando di sistemarsi si piazzò davanti allo specchio, strattonando un po' la giacca e passando una mano tra i capelli sempre disordinati. Ed ecco che finalmente abbiamo modo di conoscere il nostro protagonista: capelli castani e fini, occhi grandi e assonnati color nocciola, un nasino esile esile e bocca sottile. Questo ragazzo, che non superava il metro e settanta, si chiamava Theo, ed anche questa mattina era irrimediabilmente in ritardo.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 26, 2017 ⏰

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