Mi ritrovavo ancora li in quel buio seduto per terra.
I miei demoni giravano intorno a me, giravano e giravano ancora.
Stavo perdendo le speranze ma vidi una ragazza, era girata, mi sembrava di non conoscerla, ma in quelche modo sapevo il suo nome, lo gridai a squarciagola, ma non mi sentí...
Mi alzai, lo gridai ancora una volta, con tutte le forze che avevo in corpo. Lei si girò, accennando un sorriso, ma scomparve nel nulla.
I miei demoni la seguirono: sparirono tutti, rimasi lí, solo.
D'improvviso apparve un'ombra che pian piano prendeva forma: era uguale a me.
Si avvicinò, eravamo faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro, l'ombra aveva uno strano profumo, il quale mi ricordava la mia infanzia. I suoi occhi erano vacui, persi nel vuoto, li fissavo impaurito, quegli occhi mi opprimevano.
Iniziò a scorrermi una sequenza di immagini nella mente, le figure mostravano tutta la mia vita, la testa mi esplodeva, le orecchie mi fischiavano, un rumore terribile come unghie su una lavagna rimbombava nei miei timpani, mi piegai dal dolore ma mantenevo fisso lo sguardo nei suoi occhi, l'ombra cambiava, cresceva seguendo il tempo della sequenza.
La sequenza si fermò, il dolore si placò e il rumore assordante finí facendosi seguire da un silenzio sconfortante, l'ultima immagine, l'ultima foto rappresentava un me, ormai cresciuto, mentre abbraccio una ragazza, mi concentrai sull'immagine: la ragazza era la stessa che avevo visto in precedenza... Voleva forse dire che la conoscevo?
L'ombra rappresentava il me della foto ed insieme a lei ero cresciuto anche io.
Fissavo ancora quegli occhi vuoti, senza vita, quando un dolore fortissimo pervase il mio corpo, era come se qualcosa stesse prosciugando la mia energia vitale.
Gli occhi dell'Ombra cambiarono colore: divennero verdi, un verde smeraldo. Feci caso al suo profumo, era cambiato, mi ricordava... Mi ricordava la ragazza che avevo visto.
All'improvviso l'ombra mi abbracciò, solo in quel momento capii: era il mio demone più forte, era me stesso.
Il mio dolore era così forte che persino lui è arrivato in mio aiuto a confortarmi, avevo fatto chiarezza, avevo accettato il mio demone.
Lui scomparve, ma il dolore continuava, non sapevo cosa lo causasse. Il silenzio fu interrotto nuovamente dal rumore assordante, stavolta era più forte, chiusi gli occhi, urlai per la sofferenza, le mie orecchie esplodevano.
Lentamente il rumore diveniva suono, la sua intensità si affievoliva.
Il suono divenne parola, era la voce di una ragazza, era lei, ne ero certo, pronunciava ripetutamente una ed una sola parola: stava pronunciando il mio nome.
Aprii gli occhi, la scena era cambiata, mi trovavo sott'acqua, la sua voce continuava ad echeggiare.
Compresi solo allora il perché di tutto ciò: lei era la ragazza che amo, mi stava chiedendo aiuto, la stavo perdendo in quel mare oscuro, solo ora riuscivo a spiegarmi il mio dolore.
In quel luogo sembrava che le leggi della fisica non esistessero, camminavo nel mezzo dell'acqua come ci fosse una piattaforma invisibile sotto di me, seguivo disperato quella voce quando scorsi una fortissima luce verde: era lei che emanava quella luce.
La raggiunsi, si trovava sotto la piattaforma invisibile, il suono si fermò, non era lei a chiamarmi.
Lei stava galleggiando nell'acqua, dormiente, urlai ancora il suo nome sbattendo i pugni contro la piattaforma nel tentativo di svegliarla, nulla, continuava ad essere lì sotto nel suo stato comatoso.
Colpii la piattaforma sempre più forte, riuscii a romperla e mi tuffai nella breccia che avevo creato.
Nuotai con tutte le mie forze, raccolsi il suo corpo esanime e lo riportai al di sopra della piattaforma.
Attraversata la breccia la scena cambiò ancora: eravamo nella stanza precedente, distesi sul pavimento. Mi girai verso di lei, le strinsi la mano chiamandola per nome.
Lei aprí finalmente gli occhi: nel suo sguardo intravidi una luce immensa che mi riscaldava il cuore, mi riempiva di forza.
Tutto ormai era chiaro nella mia mente: avevo distrutto i miei demoni per acquisire la forza necessaria per salvare lei.
Il mio corpo si mosse da solo, ci baciammo, il suo profumo mi travolgeva, le sue labbra erano soffici e avevano un sapore meraviglioso.
Eravamo finalmente riuniti, lei era la luce che illuminava la mia oscurità.
Avevo trovato la felicità e non la volevo lasciare andare.
Le nostre labbra si staccarono, i miei occhi erano fissi su di lei, ammaliato dalla sua bellezza, nella mia mente si scontravano migliaia di emozioni causate da quello sguardo.
Il mio corpo reagì a quegli impulsi forse nel modo più naturale possibile: dai miei occhi scese una lacrima.
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Demoni
Short StoryIn questa storia parlerò di me e dei miei demoni, nulla più, nulla meno, solo me e le voci nella mia testa.