"No!"
Una parola, un'affermazione detta con stupore, disgusto e moltre altre emozioni tra cui, però, spiccava distinta tra le altre la piú pura delle paure.
Obito tremò mentre quel mostro faceva a pezzi il corpo di un altro ninja con una tecnica di cui lui aveva solo sentito parlare.
Non mostrava alcun rimpianto per ciò che stava commettendo, nemmeno una parte di lui sembrava provata dalla straziante carneficina che stava facendo; come se non fosse lui quello ricoperto di sangue non suo, come se, nel frattempo, non avesse trapassato il torace ad un altro nemico che aveva tentato di avvicinarsi, sempre con quella dannata tecnica tramandata solo nei testi scritti: la tecnica del Primo Hokage.
"Fermati dannato!" urlò Obito con rabbia, mentre sentiva i conati di vomito salire veloci fino alla gola nel vedere un altro corpo martoriato cadere al suolo in un rumore sordo, senza alcun ritegno da parte dell'assassino.
Non c'era pietá nei suoi occhi, anzi, a dirla tutta nel suo sguardo non c'era proprio nulla. Erano occhi spenti, privi di qualunque emozione e sentimento, mancava la scintilla che contraddistingueva i vivi, come se in realtà quell'uomo fosse morto, mentre il cuore batteva ancora, il sangue scorreva nelle sue vene e i vestiti si imbrattavano della stessa sostanza.
Un altro ninja stramazzò al suolo senza vita, la testa in una posizione innaturale ed il collo irrimediabilmente spezzato.
"Ti ho detto di fermarti!" urlò il ragazzo con ancora piú rabbia e disgusto, ma l'uomo non sembrò nemmeno averlo sentito, uccidendo l'ulteriore shinobi corso incontro al compagno ormai defunto.
Desiderò avvicinarsi, desiderò con tutto se stesso correre verso quel mostro con lo Sharingan attivato e fermare quell'atrocitá che stava commettendo ma, allo stesso tempo, il ragazzo desiderò scappare il piú lontano possibile da quella radura insanguinata per paura che quella stessa fine toccasse anche a lui o ai suoi compagni. Dove si trovavano ora? Stavano bene?
E si odiò terribilmente mentre le gambe si irrigidivano, impedendogli di compiere un passo in una qualsiasi direzione. Si odiò nel ricordare che lui lo Sharingan non lo aveva, che non era stato ancora in grado di attivarlo. E finí per detestarsi nel capire che, in ogni caso, non avrebbe potuto fare niente per fermarlo, se non essere una delle tante vittime.
Nel frattempo un altro morto cadde, entrambe le braccia staccate dal corpo, bagnato di quel rosso scarlatto che era ormai in ogni dove.
"No...Ti prego..."
Ormai Obito singhiozzava impotente ed un'altro ninja venne fatto a pezzi davanti ai suoi occhi, lucidi di pianto.
"Smettila..."
La sua era diventara una supplica disperata, bisbigliata tra i denti mentre le parole si mischiavano alle lacrime che gli scendevano lente lungo le guance, gli occhialoni persi chissà dove.
Alla sanguinosa morte dello shinobi successivo, le gambe del chunin non lo ressero piú e cadde a terra sfinito, appoggiandosi alle proprie ginocchia.
Perchè tra tutte quelle atrocità la cosa che piú le rendeva strazianti agli occhi del giovane Uchiha era il volto di quel mostro: dietro a quelle profonde cicatrici, infatti, c'era inconfondibilmente il suo viso; piú maturo e rovinato, ma pur sempre il suo dannatissimo viso.
Ed il ragazzo non riusciva a reggerlo.
Un ninja venne preso per la gola da uno di quei rami imbrattati di sangue e, con un gesto dell'uomo, cominciò a stringersi con una lentezza disumana intorno al suo collo, mentre la vittima apriva la bocca alla disperata ricerca d'aria.
"Ti prego...non farlo..."
Obito era terrorizzato, seduto per terra con le gambe ai lati del corpo; nel fare quell'implorazione si ritrovò senza voce, come se l'aria mancasse anche a lui.
L'assassino si girò improvvisamente nella sua direzione, la fronte corrucciata e gli occhi iniettati di sangue, un tipo di Sharingan che non aveva mai visto nello sguardo.
"Obito."
Lo sibilò con odio e il ninja della Foglia si fece scappare un singhiozzo nel sentire quella voce: la sua, anche se piú roca e profonda, quella era la sua voce.
"Basta..." disse tra le lacrime, mentre l'altro lo guardava ancora con la medesima espressione; l'uomo al suo fianco aveva ormai cambiato colore e cercava ancora di dimenarsi, senza forza.
"Obito!" ripetè il mostro con piú forza, stringendo ancora di piú la presa intorno al collo del nemico ormai prossimo alla morte.
"Basta, basta, basta!" Urlò in preda alla disperazione, gli occhi gonfi di lacrime, ora forzatamente serrati, e le mani a coprire le orecchie in un vano tentativo di nascondersi, di non trovarsi in quel luogo dell'orrore.
Ma intanto lui continuava a chiamarlo, continuava a pronunciare il suo nome e a nulla servivano le mani premute sui padiglioni, il suono arrivava perfettamente alle sue orecchie.
Spalancó leggermente le palpebre e non ebbe nemmeno la forza di urlare di terrore quando si ritrovò l'uomo davanti, giusto in tempo per vedere un'ultimo spasmo da parte del ninja -della nebbia, ora vedeva bene il coprifronte -, prima che smettesse di opporre resistenza e venisse lasciato cadere al suolo, morto per strangolamento.
Il resto successe tutto troppo in fretta: lui alzò le braccia verso le spalle del ragazzo e cominciò a strattonarlo con forza, continuando a chiamarlo con fare sempre piú seccato. E piú ripeteva il suo nome, piú la voce cambiava, diventando piú fanciullesca e sempre piú simile a quella di...
"Kakashi..."
Si ritrovò sdraiato nel suo sacco a pelo, bagnato di sudore e lacrime; i suoi due compagni di team erano al suo fianco, la prima preoccupata, il secondo visibilmente piú seccato.
"Finalmente!" affermò sbuffando sonoramente quest'ultimo allontanandosi dalle sue spalle "Stavi per riuscire a farci arrivare in ritardo anche se siamo già in missione! Metti a posto la tua roba, stiamo per partire." e con queste parole uscí dalla tenda dove quella notte avevano dormito.
Giusto, lui era andato in missione con la sua squadra il giorno precedente e la sera prima si erano accampati per la stanchezza...
"Obito? Che ti succede? Continuavi a gridare basta e stavi piangendo...Qualcosa non va?" chiese la ragazza con la stessa espressione preoccupata di poco prima.
Rin, la sua Rin stava bene, non le era successo niente, come non era successo nulla a Kakashi e a lui, si era trattato solo di un incubo.
All'Uchiha scappó un sorriso nel vederla e, con le guance leggermente imporporate, si ritrovò a pensare che le era proprio mancata, nonostante non la vedesse da al massimo sei ore.
"No, assolutamente niente. Coraggio ora, muoviamoci o BaKakashi ci lascerà qui!"
Lei gli sorrise di rimando e si alzò tranquilla, aiutandolo a sistemare le poche cose che si erano portati dietro per quei giorni fuori dal villaggio.
E quel ragazzo dal volto sereno non poteva sapere che, quello a cui si era ritrovato davanti, era tutt'altro che un incubo. Ma era troppo presto per capirlo, troppo presto per sapere come fosse in realtà quel mondo ricco solo di dolore e disprezzo. Perchè anni dopo, ripensando a quel giovane dal cuore ricolmo di sogni e speranze, avrebbe capito che, in realtà, il vero sogno fatto solo di finzione era iniziato proprio quando si era svegliato, trovandosi in quella tenda con i suoi amici.
In fondo, si era trattato solo di un sogno.
Con la speranza che sia solo un arrivederci,
thedarkiti
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Tribute [Obito Uchiha]
FanfictionQuesti sono solo scorci, di vita e di pensieri; piccoli tributi ad un uomo che ha odiato, e che ha amato ancora di piú. Spero che questa raccolta vi possa piacere. Naruto || Obito Uchiha [ObiRin] [2017]