Ricordi.

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Varcai la soglia di casa urlando :"Ragazzi,sono tornata!" Mi arrivarono risposte del tipo 'Alla buon'ora.' o 'Bimba dove sei stata?!' o 'Cazzo c'hai messo una vita piccola!'

Non risposi a nessuna di quelle domande..o risposte. Dissi solo che sarei andata a fare una doccia e che avevo già mangiato..anche se non era vero.

Corsi su per la rampa di scale e andai in camera. Avevo bisogno di stare sola.Avevo bisogno di pensare,anche se tornare al passato faceva male,lo dovevo fare.

Entrai nel bagno vicino a camera mia,portandomi dietro il cambio per quando sarei uscita dalla doccia.

Feci scorrere l'acqua fredda ovviamente. Mi spogliai e m'infilai sotto il getto freddo. Mentre l'acqua scorreva sul mio corpo,i miei occhi erano pieni di lacrime. Quanto faceva male ricordare.

Avevo dieci anni,i capelli sempre legati in una coda alta,gli occhi azzurri che facevano concorrenza con l'azzurro del cielo. Non ero come le altre bambine. Io non avevo le treccine,i vestitini rosa,le ballerine viola e non facevo danza. Avevo i capelli sempre sporchi di fango legati in una coda,i jeans larghi,t-shirt bianche sporche di fango ed erba e giocavo a calcio con i maschi. Io non volevo essere come le altre bambine,volevo differenziarmi. I miei genitori erano orgogliosi di me. E mentre le altre bambine restavano in casa a giocare con le bambole,io andavo fuori con i miei amici a giocare a pallone. Mio padre era felicissimo e tutti i sabati mattina ci svegliavamo presto e andavamo a giocare a pallone. È stato lui che mi ha insegnato,lui mi ha tramesso la passione.

Andavo a scuola con jeans strappati e magliette larghe,tutte le altre bambine mi prendevano in giro dandomi di 'stracciona',ma io avevo i miei amici a difendermi. C'era Kevin,il mio migliore amico e in seguito fidanzatino;lui mi difendeva sempre. Mi ricordo ancora quel giorno che mi disse di essere innamorato di me. Io pensavo che fossimo tutti amici,non m'importava di quello che pensavano i ragazzi. Ma un bel giorno di sole,mentre giocavamo a calcio,a fine partita Kevin mi disse che doveva parlarmi. Io pensavo che mi dovesse dire qualcosa su una partita o un consiglio su come tirare in porta. Invece mi prese da una parte dicendomi:"Ehi Andy..lo sai..beh io..ecco tu..tu mi piaci Andy. Io voglio che tu ti fidanzi con me. Vuoi?" Io a quelle sue parole rimasi spiazzata. L'avevo sempre visto come un amico..però era carino e mi faceva ridere e mi difendeva sempre. Dissi di si. Lui mi prese e mi baciò e poi annunciò a tutti i nostri amici che eravamo fidanzati. Quando tornai a casa ero euforica,felicissima e non vedevo l'ora di dirlo a mamma e papà.

Eravamo a cena e io mi alzai sulla sedia. Mamma subito mi riprese,dicendomi di sedermi. Io non l'ascoltai. Presi fiato e dissi,testuali parole :'Mamma,papà oggi mi sono fidanzata con Kevin!' Mamma sorrise e venne ad abbracciarmi subito,mentre papà per poco non si strozzò con il pollo,si alzò dalla sedia e disse:'Sentiamo..chi è questo Kevin adesso?!' . Era strano,come se fosse geloso..

:'Kevin Morroe,il mio migliore amico. Kev. Sapete..oggi mi ha anche baciato!' Mio papà spalancò gli occhi e cominciò a balbettare,mentre io e mamma ridevamo per la sua reazione.

Erano giorni felici quelli.

Quando ebbi 11 anni io e i miei amici decidemmo di entrare in una squadra di calcio tutti insieme. Io stavo ancora con Kevin. Eravamo una squadra fortissima. I primi in classifica. Io avevo fatto tantissimi goal e mio padre e mia madre venivano sempre a tutte le mie partite. Ero la loro compionessa.

Una volta mi dissero che non sarebbero potuti venire ad una mia partira per problemi col lavoro. Io ero un po' delusa,ma non era una partita importante quindi non mi arrabbiai. Andai con Kevin alla partita. E quella fu la partita che mi cambiò la vita. Feci due goal. Ma quando la partira finì,i miei non c'erano. I genitori di Kevin ricevettero una chiamata. Era l'ospedale. Mamma e papà non c'erano più. Incidente stradale. Un ubriaco al telefono. Il mio mondo crollò,il mio cuore si spezzò,non avevo più niente. Non avevo più nessuno.

La mia vita cambiò.

Io cambiai.

I miei nonni non mi vollero con se' e nemmeno gli zii.

Passai ben sette anni tra orfanotrofi e case famiglia. I primi anni furono un inferno. Gli altri ragazzi mi trattavano male,mi picchiavano e mi usavano come schiava. Dopo due anni cominciai ad agire. Cominciai a picchiare anch'io. Nessuno mi avrebbe mai più messo i piedi in testa. Incominciai a fumare all'età di 15 anni..non solo sigarette. Quando finalmente a 18 anni uscii fuori da quel posto,smisi di fumare,tornari a giocare a pallone,lavoravo come barrista in un pub,poi cameriera,baby-sitter,dog-sitter,facevo le pulizie e lavorai anche come Dj in una discoteca. Quando ebbi un po' di soldi mi trasferii al mare;con mezza eredità di mamma e papà comprai una casetta sulla spiaggia. Cominciai a  fare surf,ad andare sullo skate e poi conobbi dei ragazzi.Conobbi la mia crew. Cominciai a ballare con loro.

E adesso eccomi qui,23 anni,una casa divisa con 10 ragazzi,faccio surf,gioco a pallone e vado sullo skate,faccio gare di ballo con la mia crew,ho una moto,amo andare a cavallo,amo i miei 10 fratelli/amici,mi diverto la sera in discoteca,faccio paracadutismo,amo le montagne russe,faccio corse illegali con la mia moto,non fumo più,a volte bevo per dimenticare. Ma non dimentico mai. Ho ancora ricordi ben impressi nella mente,che non mi vogliono lasciare. Odio i ricordi. Odio il mio passato. Ma adesso sono andata avanti e voglio vivere il presente.

Quei due goal che feci nella mia ultima partira con la mia fortissima squadra,gli dedicai a loro. Uno a mamma e uno a papà. Loro sono sempre qui con me,ne sono sicura.

Il giorno 12 di ogni mese vado a trovarli sulla tomba,parlo un po' con loro raccontandoli quello che mi succede,cambio i fiori e quando torno via vado al campetto dove io e i miei amici,da piccoli,facevamo gli allenamenti e segno due goal dedicandoli sempre a loro.

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