La fuga

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Se vi viene improvvisamente la voglia di saltare giù da una finestra nel cuore della notte ho un consiglio da darvi, verificate prima se soffrite di vertigini oppure no.

Perché è quello che sta succedendo a me in questo momento e, ve lo giuro, non è il massimo.

Lancio un ultimo sguardo a quella camera che mi ha fatto compagnia negli ultimi due anni prima di chiudere gli occhi e saltare verso il buio.

Durante la caduta rivedo nella mia mente il mio letto singolo, i poster alle pareti e i libri ordinati nella mia libreria. Non che siano esattamente miei, visto che erano stati comprati dall'istituto molto prima che arrivassi io, ma in fin dei conti tutto ciò che possedevo era di proprietà dell'istituto, se escludiamo un libro di favole per bambini e una foto inserita al suo interno.

Improvvisamente sento delle braccia che mi afferrano bloccando così la mia, non tanto lunga, caduta verso il suolo.

«Paura bimba?» sento dire dal proprietario di quelle braccia che ora sono coperte da una giacca di jeans ma che io so essere piene di inchiostro.

La sua voce graffiante interrompe il silenzio della notte e accompagna il suono del vento attorno a noi. Non rispondo subito, mi limito a rannicchiare di più contro il suo petto per evitare di mettermi ad urlare per l'adrenalina che in questo momento sta scorrendo nelle mie vene.

In un certo senso avrei dovuto aspettarmelo che il fatto di trovarmi in una situazione dove le possibilità di morire si aggirano attorno al 70% mi avrebbe fatto sentire più viva che mai.

«Se non fosse che sto scappando da questo luogo lo rifarei altre mille volte» sussurro contro la sua giacca e non sono sicura di quanto sia riuscito a capire, ma non me ne preoccupo più di tanto, troppo concentrate ad annusare nuovamente quest'odore familiare che mi era mancato nelle ultime ore.

Rifletto su ciò che ho appena detto e mi rendo conto che lo sto facendo per davvero. Sto veramente scappando dalla "Casa per signorine del Sacro Cuore di Gesù", ho veramente infilato tutto ciò che possiedo dentro una borsa e sono pronta ad andarmene nel cuore della notte con Jack.

Destinazione sconosciuta.

«Che ne dici di andare allora? - mi dice Jack mentre mi allontana da lui e mi aiuta a toccare terra. Non so se è per tutta la situazione, o se è solo lui, ma a vederlo illuminato dai deboli raggi della luna mi appare ancora più bello di quanto sia normalmente. I suoi capelli biondi nascosti parzialmente dal berretto che indossa, i suoi occhi azzurri che mi osservano e mi sento più pronta che mai a seguirlo ovunque voglia andare.

«Sono pronta» dico mentre lui si allontana verso la sua moto per caricare la mia borsa lasciandomi indietro a guardare l'edificio dal quale sono appena scappata.

Un semplice edificio in una semplice città . In questo momento tutte le luci sono spente, stanno dormendo tutti al suo interno e so già che questa situazione di calma apparente verrà interrotta domani mattina.

Prima si sveglieranno le più piccole, ansiose di fare colazione ed iniziare poi la giornata scolastica.

Le seguenti saranno le responsabili che inizieranno ad andare a bussare ad ogni camera per svegliare le ragazze che ogni giorno cercano di approfittare di ogni secondo in più di sonno.

E sarà in quel momento che si accorgeranno che tra quelle ragazze ne manca una.

Inizieranno le ricerche, la polizia verrà informata ma ormai io sarò lontano e se anche dovessero trovarmi saranno passate le settimane e le cose saranno cambiate.

Non scappo da qui perché ho brutti ricordi di questo posto, in un certo senso è stata la mia casa, una delle tante, da quando sono nata.

Forse è per questo che ho smesso di essere affezionata ad un edificio, ad un luogo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02, 2017 ⏰

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