One Shot

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Sono le dieci e mezza della sera, perciò vado a dormire.
Oggi è stata una giornata parecchio stressante, per via dei produttori, che mi hanno fatto vagare da ogni parte di New York, e ora come ora non mi sento più le gambe.
Avrei bisogno di una doccia, per rilassarmi sotto l'acqua calda e provare piacere al tocco della spugna zuppa di bagnoschiuma con la mia pelle, ma è come se fossi bloccata, e l'unica cosa che voglio veramente al momento è andare a letto.

Entro in camera ed m'infilo la mia candida vestaglia da notte bianca, poi mi siedo delicatamente sul letto, prestando attenzione a raddrizzare la veste sotto di me.

Rimango ferma, immobile, impassibile, volgendo lo sguardo a una foto del mio fidanzato, Cory, incorniciata e appesa sulla parete di fronte a me.
Ogni sera fisso l'immagine di quel ragazzo, il mio ragazzo, morto quattro anni fa a causa di alcool e droga. Non gli perdonerò mai la causa della sua morte, perché non aveva alcun tipo di problema, dato che io e lui ci raccontavamo tutto, ed era inutile uccidersi per droga, ma mi manca terribilmente.
Una lacrima mi riga il viso, poi ne scende un'altra, e un'altra ancora, fino a che sono totalmente in un pianto isterico, come sempre.
Asciugo con la mano il mio viso ormai bagnato e, dopo aver accarezzato la collana con scritto Finn, che indosso dai tempi di Glee, decido che sia ora di coricarsi e mettersi a dormire.
Le coperte sopra di me fanno in modo che io sia calda, troppo calda, e mi cullano, facendomi quasi scordare di ciò che stavo facendo qualche istante fa e crollare finalmente in un sonno profondo.

Ma poi un rumore, che mi fa sussultare e spaventare. Che siano i ladri? Decido di rimanere a letto, per lo spavento, perché sono convinta del fatto che, se andassi a controllare, probabilmente sverrei all'istante.
Sento questo passeggiare sempre più vicino, fino a fermarsi. Lo sento, è dietro la mia porta.
Quest'ultima si spalanca di getto, ed io per la paura mi rannicchio, mantenendo lo sguardo sotto le coperte.

"Lea". Oddio, questa voce, quella voce. Non è possibile, sarà sicuramente qualcuno che mi sta facendo un brutto scherzo. "Amore, sono io, Cory". Il corpo si siede sul letto e inizia a toccarmi sulla nuca. Quel tocco, che amavo.
Non è uno scherzo, è davvero lui. Ma com'è possibile?

"Hey Lea, alzati dai", mi sussurra, sempre più vicino a me.

Finalmente alzo lo sguardo dalle coperte, ormai bagnate, e lo vedo: quei capelli, con un leggero ciuffo arruffato, quegli occhi verdognoli, di cui riesco a vedere il colore anche al buio, quel sorriso dolce e poi quella grossa mano, che è posta ancora sotto la mia testa. Indossa una camicia bianca a righe rosse e ha uno zaino sporco sulle spalle.

"Cory", sibilo, mettendo le mie braccia intorno al suo collo, e lo stringo forte, e lui fa altrettanto. "Mi sei mancato tantissimo". Continuo ad abbracciarlo. Dio, lo farei durare per sempre, per recuperare il tempo perduto.

"Anche te, piccola mia", dice tra i miei capelli sul mio orecchio sinistro.

"Ma non eri morto?". Queste parole escono dalla mia bocca prima che potessi bloccarle.

"Ehm, no, io non sono mai morto", esclama, sciogliendo l'abbraccio che durava ormai da qualche minuto.

"Ma se ti hanno ritrovato in una camera d'hotel a Toronto con sostanze stupefacenti! E per di più ti hanno fatto il funerale". Sono di nuovo in lacrime, controvoglia.

"Non ero morto, e ed è assurdo come io me ne sia uscito da questa situazione, ma che importa? Ora sono qui con te".

"Sì ma che hai fatto in questi quattro anni?", chiedo, perché non mi sono accontentata della risposta ricevuta da lui.

"All'inizio non volevo più farmi vedere da nessuno, perché ormai la gente pensava che io non ci fossi più, perciò ho girovagato per gli Stati Uniti come un barbone, ma poi, dopo tutto questo tempo, sentivo il bisogno di farmi vedere da te". Anche lui non sta reggendo. Lo vedo: trema quando parla. "E tu che mi dici? Come hai passato questi ultimi quattro anni?"

I WILL ALWAYS LOVE YOU [Cory&Lea] -One Shot.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora