Parents

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Nonno Gildarts mi raccontò che, la prima volta che mi vide, ancora neonata, fra le braccia di Cana, gli venne un colpo e cominciò a urlare inveendo contro "l'inesistente bastardo" che aveva avuto l'ardire di "profanare" la sua amata figlia.
Quando però mi vide meglio e gli fu spiegata la mia situazione, pianse a dirotto, disperato e addolorato di non esserci stato, di non aver potuto fare la differenza.
E m'insegnò a chiamarlo nonno, perché mio padre era un figlio per lui.

Mi è stato raccontato tanto di loro, su mio padre e mia madre e, ovviamente, non sono riuscita a farmi proprio un'idea chiara su chi fossero.
Troppi pareri discordanti.
Mi sono stati mostrati disegni e ritratti, foto di loro e crescendo mi sono riconosciuta nel loro aspetto, trovando somiglianze: gli occhi di mamma, il sorriso di papà.
Ma rimangono comunque due immagini stampate, tratti del mio aspetto e del mio carattere che non potrò mai più confrontare a pelle con loro.
Una cosa però è stata un'unanime storia: che si amavano.
Tanto da infuocare l'aria attorno a loro, tanto da ignorare la paura, tanto da sembrare quasi in simbiosi, da cercarsi ogni secondo e trovarsi senza sforzo.
Tanto da avere me e da sorridermi nel momento in cui capirono che non avrebbero potuto più crescermi, ma consapevoli che sarei stata in buone mani.
Mi amavano tanto che mio padre, quando ancora crescevo nel ventre di mamma, mi parlava in continuazione, spalmando viso e bocca sulla pancia, promettendomi una vita di avventure insieme e lei mi leggeva le bozze del suo libro, le avventure che viveva insieme ai suoi compagni e all'uomo che la stava rendendo madre.
Levy si commuove sempre quando accenna a loro, alla sua cara Lu-chan e quando mi parla di queste cose.

Io continuo a non poter chiamare mia madre "mamma" e mio padre "papà"; sono foto sbiadite, storie in sorrisi mesti, nomi sussurrati fra le mura della Gilda, due lapidi bianche e lisce al cimitero.

Mamma e papà non sono nemmeno stati le mie prime parole; però, in un certo senso, riesco a dar loro un'emozione, un sentimento, che riesca in qualche modo avvicinarsi alla realtà:

Mamma sono le ninne nanne di Mira,
sono le risate con Cana,
sono le favole di Levy,
sono i peluche di Juvia,
sono i costumi buffi che Erza mi faceva indossare e le torte alle fragole mangiate insieme,
sono le coccole di Wendy,
sono i baci sulla guancia di Lisanna,
sono gli insegnamenti di Yukino,
sono gli abbracci soffici di Aries e i saluti lontani di Acquarius,
sono i "principessa" di Virgo.
Mamma ha il loro suono dolce, le loro carezze, il loro profumo e il loro amore.

Papà è più caotico, papà è forza e orgoglio.
Papà sono le lezioni di chitarra con Gajeel,
sono i gelati in estate con Gray,
sono i buffetti fugaci di Laxus,
sono gli "uomo" urlati da Elfman,
sono le preoccupazioni di nonno Makarov,
sono le linguacce giocose di Bixlow,
sono le lezioni di lingua antica di Fried,
sono i racconti entusiastici di Romeo,
sono le raccomandazioni di Pantherlily,
sono le giornate di pesca con nonno Gildarts e Happy
sono i tagli di capelli di Cancer,
sono gli allenamenti con Capricorn,
sono le dritte su come sfuggire ad un abbordaggio di Loki,
sono le risse improvvise.

Non ho una mamma e nemmeno un papà. Non li ho più e mai li riavrò indietro.

Ho tanti momenti di affetto, ho tanti giorni di gioia e tristezza.

Ho tanti giorni non vissuti con loro tanti quanti sono stati i ricordi che non mi sono mancati, donati da chi li conosceva meglio, dalla mia famiglia.
Mamma e papà non hanno un solo aspetto; sono tanti colori diversi di occhi e capelli, tante risate cristalline e sguaiate e tante urla, tanti muscoli e abbracci morbidi, tante voci, tante tonalità di chiamare il mio nome.

Ma non ce n'è una che non racchiuda almeno un pezzo del profondo amore di mio padre e mia madre.

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