hiatus

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Mancavano poche tappe. Pochi concerti e i One Direction sarebbero andati in pausa.

Pausa.

Quella semplice parola era riuscita a mandare in confusione l'intero fandom, a creare scompiglio, a far disperare tutti. Certo, prima o poi sarebbe dovuto succedere, ma nonostante le promesse di un ritorno la notizia era troppo dolorosa, troppo amara, semplicemente troppo da mandare giù.
Le interviste si facevano sempre più frequenti e più o meno erano sempre le stesse, sempre i soliti argomenti, le solite domande, solite risposte, soliti sorrisi che celavano ciò che i cantanti provavano davvero, tutto comandato, nulla di vero, tutto scritto.
Quella sera si ritirarono tardi. Arrivarono in hotel verso le 2, nemmeno il tempo di dire buonanotte che già si erano ritirati nelle loro rispettive camere.
Quella sera, come al solito del resto, Louis sognò.
Sognò grandi occhi verdi, lucidi, peni di lacrime, che lo fissavano disperati, l'angoscia, la tristezza, quei terribili sentimenti celavano quella meravigliosa luce che si andava a creare ogni volta che lo guardavano. Si odiò per questo, si odiò così tanto. Provò ad avvicinarsi al ragazzo di fronte a lui, cercando un qualsiasi contatto, cercando un appiglio a cui aggrapparsi per impedire che se ne andasse. Ma il ragazzo si era già mosso, si dirigeva verso la porta e prima di aprirla sussurrò, senza girarsi, un lieve "È finita" che quasi non si sentiva. Ma Louis lo sentì fin troppo bene, quelle due semplici parole avevano distrutto tutto, tutto quello che c'era stato tra loro, tutta la felicità, si sentì come se non fosse più in grado di sorridere. La mente completamente assente, il peso sul petto che si faceva vivo per la prima volta. Sentì calde lacrime rigargli il viso mentre fissava la porta, ormai chiusa.
La scena cambiò.
Si trovava in un parco, seduto su una panchina a fissare il piccolo lago. Tirava un leggero vento che smuoveva le acque, facendo creare delle piccole onde che in un certo senso rilassarono Louis. Poi avvenne tutto molto in fretta, si alzò per raccogliere una pietra per poterla lanciare, ma un cane con il guinzaglio libero gli sfrecciò davanti, lo guardò allontanarsi e si chiese se fosse scappato, se il padrone lo stesse cercando. "Arthur! VIENI QUI" sentì urlare. Una voce sottile, delicata, femminile. Sentì poi un tonfo e "ahia" disse la ragazza mentre si massaggiava il sedere dolorante. Louis non ci pensò due volte e la aiutò ad alzarsi, "tutto okay?" chiese porgendole la mano. "Si, credo di si". Una volta in piedi Louis si concesse di guardarla, i suoi occhi erano grandi e castani, le labbra a cuore, le ciglia lunghe, folte, che vagamente gli ricordarono quelle di Zayn. Era veramente bellissima. Pensò. Anche lei lo stava fissando e Louis si chiese cosa avrebbe pensato la gente se, passando, li avesse trovati davanti a quella panchina a fissarsi come due cretini. Si riscosse e tese di nuovo la mano. "Sono Louis"
"Eleanor" disse lei sorridendo. Non ha lo stesso sorriso, non ha le fossette..
Si costrinse a non pensare ad Harry, si costrinse ad ignorare quella parte di cuore che continuava ad urlare a squarciagola il suo nome, si impose di smetterla. Harry lo aveva lasciato ormai da un anno , la vita andava avanti.
Lei intanto continuava a sorridere, ma all'improvviso la sua espressione diventò da serena a sconvolta e "ARTHUR" urlò prima di correre via.
Da quel momento Louis tornò ogni giorno al parco, e ogni giorno incontrava Eleanor.
In poco più di due mesi divennero una coppia ufficiale e Louis si sentì, dopo veramente troppo tempo, finalmente felice. Sentì che c'era ancora una speranza per lui di essere felice. Cercava di ignorare il fatto che ogni volta che sentiva solo pronunciare il nome del suo ex il suo cuore accelerava come con nessun altro, cercava di ignorare la bile che gli risaliva in gola ogni volta che Harry usciva con una modella. Semplicemente represse tutto.
Ma poi..una sera il ragazzo entrò bruscamente nella sua stanza. Eleanor non c'era. "Louis io non ce la faccio più" si avvicinò al letto, su cui Louis era disteso, completamente immobilizzato. "Odio vederti con lei, non lo sopporto. Sono stato un coglione a lasciarti, io voglio stare con te.." si buttò sul letto, si mise a cavalcioni sul suo corpo, le gambe attorno ai suoi fianchi. "Ti amo" sussurrò ancora Harry prima di prendere il suo viso e tirarlo a sé, baciandolo con disperazione. Insinuò la lingua nella sua bocca, Louis gemette e finalmente prese coscienza di cosa stava facendo. Harry era tra le braccia, lo stava baciando, gli stava dicendo che lo amava. Senza pensarci due volte ribaltò le posizioni. Si mise tra le gambe del riccio e lo baciò sul serio. Mise le mani tra i suoi capelli e li tirò leggermente "Harry io.."


Hiatus.  // Larry Stylinson OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora