07/11/2017
"Possiamo cominciare. Prego, Adam, siediti."
"Sì..."
"Oh, non essere teso. Sarà una breve serie di domande. Un questionario, ecco. Dovrai parlarmi un po' di te, giusto per orientarmi e vedere in che settore assegnarti. Chiaro?"
"Limpido, signore."
"Oh, diamoci del tu, ti prego."
Non riusciva a leggere il nome sul cartellino, e si rifiutò di chiederglielo.
"Va bene, ok."
"Perfetto. Allora, Adam...hai un cognome?"
"Non ricordo...beh, sicuramente ne ho uno, ma non ho idea di quale sia..."
Fece un segnetto sul suo blocco note, per poi annuire.
"Bene. Meglio comprimere la prima parte in una sola domanda: ricordi qualcosa della tua vita prima di entrare qui?"
"A parte il nome dei miei genitori nulla. Ero troppo piccolo per ricordare. Ho solo immagini sfocate."
"Bene...il nome dei tuoi genitori?"
"Elias e Magdaline."
Annuì.
"Dunque...il documento dice che sei stato consegnato qui da Elias all'età di quattro anni."
"Esattamente."
"E quando...quando ha iniziato a palesarsi la tua...ecco...abilità?"
"...oh, certo. Direi poco prima del mio arrivo qui..."
Adam distolse lo sguardo, per poi annuire lentamente.
"Sì. Un anno circa prima del mio arrivo qui."
"E come è accaduto, lo sai?"
"L'ho sempre avuto questo...dono, solo che era sopito. Generalmente verso la fine dei tre anni un bambino inizia a parlare...beh, io mi sono chiuso nel silenzio più totale. Comunicavo con l'entità. Solo con lei. Mi raccontava ciò che mi circondava, mi spiegava ogni cosa che vedeva da un punto di vista assolutamente neutrale. Ho, come dire, squarciato il Velo di Maya. Era Schopenhauer, vero?"
Fece la stessa cosa di prima, si fermò guardando un punto fisso e muovendo sensibilmente la bocca come a sillabare una frase.
"...sì, era Schopenhauer. Sono uscito dalla concezione umana, e questo ha risvegliato completamente l'entità. Ora la padroneggio alla perfezione. Sono una sorta di embrione di Superuomo, senza voler risultare arrogante."
"Per nulla, figurati. Continua, ti ascolto."
"Bene, l'entità tiene conto di tutto ciò che la circonda archiviandolo nella mia memoria. La mia stanza è sempre stata piena di libri, e qui non c'é mai stato molto da fare. Li ho letti praticamente tutti e potete chiedermi una pagina qualsiasi, una riga qualsiasi, una parola di uno di quei libri e io ve la ripeterò."
"Molto utile, molto interessante."
"Sì...normalmente l'entità si manifesta sotto forma di forza telecinetica e non è visibile a nessuno, nemmeno a me. Ma questo già lo sapete...è per questo che sono qui?"
"Anche. Ma come ho già detto questo che sto facendo è un semplice questionario, quindi limitati a rispondere alle domande."
"Chiaro, scusami."
Sorrise.
Il sorriso fu ricambiato dal ragazzo, ma non era sincero.
"Ultime domande. Hai conoscenze all'interno della struttura?"
"Due persone. Il mio compagno di stanza Joshua e la ragazzina della stanza di fronte, Evelynn."
"E dimmi, sei in buoni rapporti con loro?"
"Assolutamente si. Non ho mai litigato con nessuno dei due, e Joshua è un ottimo conversatore."
"Hai qualche antipatia all'interno della struttura?"
"Nessuno. Sono indifferente verso gli altri ragazzi. Penso abbiano paura di me."
Silenzio.
"É così, vero?"
"No! Assolutamente no, Adam. Non hanno..."
"Tremano quando li guardo. Sono quasi sicuro che abbiano paura che l'entità faccia loro del male. Ma non ho intenzione di fare del male a nessuno. Forse dovresti comunicarglielo, non ti pare?"
L'uomo lo fulminò con lo sguardo.
"Vedrò cosa posso fare a riguardo. Grazie del tuo tempo, Adam. Ci rivedremo per altri questionari. É stato così tragico?"
"Poteva andare peggio."
"Un ottimo inizio."
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Deus ex Adam
ParanormalAdam è quello che viene comunemente definito come "bambino indaco". Vive in una casa di cura dalla natura sconosciuta da quando suo padre lo ha consegnato nelle mani del proprietario per poi sparire nel nulla. La particolarità di Adam è quella di co...