« Le malattie mentali sono solo l'inizio di grandi ossessioni. Io ho appena trovato la mia. »
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Harold Edward Styles, diciannove anni. Il dolore è l'antifona della sua vita, la psicopatica è il suo hobby, la morte certa è il suo futuro. Da q...
"Don't leave me with my thoughts... it's dangerous."
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Harry's Pov
Rantolando, spalanco i miei occhi e fisso il soffitto.
Ringhio, incurvando la mia schiena, e mi giro di lato, vomitando quella che può benissimo considerarsi la mia anima del cazzo.
"Merda!" impreco mentre sento le mani di Helena, o almeno credo che siano le sue, tenermi sollevati i capelli.
Il fatto che abbia il coraggio di starmi così vicina è di per sé inquietante.
Deve sentirsi in colpa. Bene.
"Merda." ripeto però, comunque in preda al dolore.
Spalanco ancor di più le mie palpebre, le mie pupille si dilatano e, non sapendo cosa fare, dove guardare, i miei occhi vengono attirati dal soffitto di questa prigione.
Lì, le ombre di due bambini iniziano a rincorrersi, ridendo in preda alla gioia.
Anche se indistinta, la risata allegra e spensierata della mia Rosie, raggiunge le mie orecchie.
"Rosie." gemo quindi portandomi una mano sullo stomaco, allungando l'altra verso la direzione del suono.
"Rosie." mormoro stringendomi a un paio di gambe che, dal nulla, appaiono davanti a me.
"Dove... sei?!" ansimo debolmente, stringendo l'esile forma femminile che, sbilanciata, cade su di me "Sei tu?"
"Impossibile, Harry."replica intanto una voce nella mia mente "Rosaleen non può essere qui."
"STAI ZITTO!" urlo in preda alla rabbia, pur sapendo che ha ragione.
Rosaleen non può essere qui.
Rido acidamente, non sapendo come contenermi, e una valanga di ricordi assale la mia mente.
Rosaleen che ride, Rosaleen che piange, Rosaleen che mi dice che riesce ancora a farcela, Rosaleen che mi consola...
E basta. Non riesco più a farcela.
Mi arrendo alle fottute droghe.
In preda alla disperazione più totale, abbraccio teneramente la ragazza, ancora stesa sopra di me.
Sento i suoi tentativi di allontanarsi, ma non ci faccio caso.
