1. Legàmi

47 5 3
                                    

I pensieri lo colsero alla sprovvista, gli inondarono la mente come un fiume in piena, e lui non poté far altro che abbandonarsi ad essi. Davanti, l'orizzonte, una immensa distesa di piante e terra brulla che stava sorvolando ormai da ore, senza una precisa meta. Stava cercando di ricacciare indietro quei pensieri così insistenti che si insinuavano nella sua mente come uno spillo. Non era il momento di lasciarsi andare. Non poteva permetterlo. 

Sotto di lui sentì un forte sbuffo spazientito e un sussulto che gli rifecero acquistare subito lucidità. Stava volando su Sheyra, uno splendido esemplare di drago d'aria, che lo stava avvertendo che avrebbero dovuto trovare molto presto un posto dove fermarsi per la notte. 

<<Si bellezza, lo so. Ora cerchiamo un posto dove riposare.>> disse con un mezzo sorriso mentre le dava una pacca sul suo lungo collo squamoso. Shira si limitò a rispondere con un verso gutturale.

Il sole stava lentamente scomparendo dietro l'orizzonte trasformando il cielo in fuoco, e lasciando spazio alle due lune che ogni notte lo rischiaravano , alle stelle e alle nebulose planetarie che illuminavano il suolo, lasciando meno spazio all'oscurità  che pervadeva ogni cosa incontrasse sul suo cammino. 

Appoggiò il palmo della mano vicino l'attaccatura di un'ala di Sheyra, le squame  color verde smeraldo luccicavano di sfumature arancioni sotto la luce tenue del tramonto, erano lisce al tatto, e le sue possenti ali fendevano l'aria. Poteva sentire il respiro di Sheyra sincronizzato con il proprio,i suoi polmoni che si riempivano d'aria, i suoi immensi muscoli che si contraevano ad ogni battito d'ali; amava quella sensazione, quella sensazione di far parte di qualcosa di importante, di essere legato a qualcuno o qualcosa in un modo così profondo da sentirsi completi, lo faceva sentire al suo posto nel mondo, si sentiva invincibile.

Si sporse per osservare il paesaggio che scorreva veloce sotto di loro, era un continuo susseguirsi di foreste, sentieri, villaggi, piccole case abbandonate e di tanto in tanto anche qualche grande chiazza nera di erba, piante ed alberi bruciati, di cui era rimasto solo cenere, trascinata via dal vento. Ormai quegli scenari erano diventati parte del paesaggio quotidiano,  erano sempre più frequenti e devastanti, e ognuno di essi portava i segni di una distruttiva lotta all'ultimo sangue tra viverne e vichinghi. Questa infinita lotta andava avanti  fin dai tempi del Ginnungagap, quando nacque l'albero della vita, Yggdrasil,  da cui presero forma i nove mondi e  tutte le creature che li avrebbero popolati sino a quel momento. 


Ormai era diventato buio e fece segno a Sheyra di atterrare in un'area poco distante da quello che poco tempo prima era stato il campo di una delle tante battaglie che si stavano svolgendo,  in modo tale da rimanere il più isolato possibile dalla civiltà e da curiosi che lo avrebbero sicuramente preso di mira poiché Sheyra non passava di certo inosservata. 

Il drago atterrò dolcemente sul suolo facendo alzare un po' di terriccio, Snorl scese dalla sua cavalcatura, si tirò indietro i capelli castano chiaro che ormai erano cresciuti fino a creargli un ciuffo che gli cadeva leggermente davanti agli occhi color nocciola, si tolse il fodero con la spada a due mani dalle spalle e la posò vicino al tronco di un albero stiracchiandosi, nonostante fosse alto quasi due metri e la sua corporatura fosse robusta, togliersi quella spada dalle spalle gli regalava sempre un gran sollievo. Dopodiché  iniziò subito ad armeggiare con rametti e foglie secche per accendere un fuoco per la notte, non era difficile visto che Sheyra era una fonte inesauribile di calore. Fatto ciò Sheyra aprì le enormi ali al cielo, aveva un'apertura alare di circa quattro metri, le sue ali partivano dall'attaccatura sul dorso ben definite e verdi come tutto il resto del suo corpo, man mano che si andava verso la punta diventavano sempre più evanescenti,fino a diventare quasi invisibili; sembravano fatte di una sottile membrana trasparente che si sarebbe potuta rompere da un momento all'altro, invece erano potenti, e riuscivano a domare le correnti di vento più impetuose e a generare folate da spazzar via decine di uomini. Il suo corpo era affusolato e ciò lo rendeva agile, la coda era lunga due volte la dimensione del suo corpo. Il vichingo capì e fece segno a Sheyra di poter andare a caccia; il drago caricò sulle zampe e con un balzo già si trovava alto nel cielo, la sua velocità nell'aria emetteva un suono inconfondibile, un sibilo sottile e crescente, che enunciava il suo imminente arrivo, nella notte era quasi impossibile vedere la sua sagoma nel cielo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 21, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'occhio del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora