Capitolo 1.

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"La maggior parte di ciò che chiamiamo 'personalità'

è determinato dalle scelte che abbiamo fatto

per difenderci dall'ansia e dalla tristezza."
(Alain de Botton)




Capitolo 1

"Mamma davvero, devo proprio venire con te? Sai che non ..." Dissi a mia madre mentre era intenta a cercarmi l'abito giusto per la serata, senza riuscire a finire la frase.

"Scarlett, è tua cugina, non puoi mancare ai suoi 18 anni, ci rimarrebbe male. Si, lo so, hai paura che possa prenderti un attacco, ma ci sono io. Non eri tu quella che diceva, testuali parole "Con te non mi prendono gli attacchi di panico"?" Si voltò versò di me cercando di adularmi con le sue parole.

Si, con lei al mio fianco gli attacchi non si presentavano, però non si trattava di stare solo con lei, ma con altre centinaia di persone, a me sconosciute direi, a parte la mia famiglia, e la cosa non mi allettava tantissimo.

"Non adularmi, lo sai che è vero, e che ho paura. Ti prego posso rimanere a casa? Di che non sto bene." Misi il broncio portando le mani giunte a preghiera.

"Assolutante no, mi sono stufata di dover mentire alla nostra famiglia per te. Ora ti prendi questo vestito. " Buttò di peso il vestito fra le mie mani e, prendendomi per le spalle iniziò a spingermi verso la porta in modo da farmi uscire definitivamente dalla sua stanza. "E vai a vestirti. E se dovesse prenderti un attacco, basta che mi chiami e sarò lì con te." Concluse chiudendomi la porta letteralmente alle spalle.

Era molto chiaro che la conversazione fosse finita, e che avesse vinto lei.

Sbuffando me ne tornai in camera mia buttandomi di peso sul letto tirando sopra di me il vestito.

Iniziavo già a sentire i primi sintomi, il cuore mi martellava nel petto e il respiro accelerava ogni secondo sempre di più, buttai la testa all'indietro toccando con tutto il corpo il materasso, ormai freddo, e presi un bel respiro profondo.

La psicologa aveva detto "Respira profondamente" ed era quello che stavo cercando di fare, ma l'ansia si era già attanagliata nel mio corpo, e il mio cervello aveva messo in rassegna tutti i possibili pericoli di questa festa.

°E se non ci fosse un bagno, e se dovessi vomitare? °

Smettila di pensare e di parlare per favore, stai mandando in rovina tutta la mia vita.

Feci un ultimo respiro e, controvoglia, mia alzai dal letto, posai il vestito su di esso e mi diressi in bagno per farmi una doccia.

Era il compleanno di mia cugina, i famosi diciotto anni, aveva affittato una villa sul mare per festeggiare. Io e lei eravamo l'una l'opposto dell'altra, lei era spensierata, appariscente, esuberante, mentre io, beh, ero io.

Oltre i comportamenti e i modi di fare eravamo diverse anche nell'aspetto fisico, io quasi bionda come la luce del sole e lei nera come la luce delle tenebre.

Come dicevo prima, l'una l'opposto dell'altra.

Una volta giunta in bagno guardai il mio riflesso nello specchio, riuscivo ancora a vedere i segni delle smagliature per il mio dimagrimento eccessivo. Avevo perso molto peso a causa della depressione, prima ero molto cicciottella mentre ora, sembravo un manico di scopa rinsecchito.

La depressione mi aveva portato a non mangiare più, anche se in alcune persone fa l'effetto contrario, ma a me, anche se era una cosa bruttissima, mi aveva aiutato a dimagrire, si forse ora era un po' tropo secca, ma avevo completamente perso l'appetito.

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⏰ Last updated: Nov 16, 2017 ⏰

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The rebirth  (La rinascita)Where stories live. Discover now