Era una notte buia e tempestosa …
Eh, no! Era invece una serata molto bella, cielo limpido e pieno di stelle, temperatura mite, l’ideale per stare un po’ all’aperto, soprattutto per una passeggiata sulla spiaggia.Siamo io e Lui soltanto. Faccio qualche commento su come la serata sia splendida (chi parla del tempo spesso vuol parlare di altro). Lui decide di andare in spiaggia, e io sono tutta contenta (è bello quando si viene compresi). Adoro questo scenario, è indubbiamente uno dei miei preferiti. Da brava (visto che è tutto il giorno che mi muovo solo sui tacchi) chiedo se posso mettere un sandalo basso e ottengo il permesso, è comprensivo con me, in un certo senso mi vizia, ma (eccetto alle volte, quando mi sfugge o quando non ho interiorizzato abbastanza,) tendo a non dare nulla per scontato.
Il mare è davvero una tavola e anche al buio sembra bellissimo, con le luci che si riflettono nell'acqua creando un’atmosfera dolce (non diciamo romantica, non è proprio il caso, ma incantevole di certo). E’ una cosa che non tengo assolutamente per me. Amo esternare questi pensieri, come ogni cose che dico o faccio, c’è il “rischio” che venga usata “contro di me”, ma so benissimo che si tratta di una percezione momentanea e distorta, mi fido e so che vede più lontano di me. E così ci incamminiamo verso l’acqua, sulla sabbia mi viene naturale piegarmi e togliere le calzature. Ma non va bene. Avrei dovuto chiedere anche questo e, stupidamente, non c’avevo pensato (anche se, poi, ogni scusa è buona per ricordarmi chi sono). Difatti mi fa togliere anche il vestito, l’intimo già mancava. Sono dunque nuda, con indosso solamente una specie di collare da gioco, che ben si mimetizza come ornamento e che tengo spesso lì, ove non sostituito con altro.
Fatto sta che dal pantalone viene tirato fuori un guinzaglio, mi si ordina di mettermi a quattro zampe e allacciato al collare iniziamo pian piano a muoverci così (è scomodo, un po’ scivolo, sono ancora più lenta, ma al contempo si tratta di una fantasia che avevo sempre voluto realizzare). Continuiamo così sulla sabbia per un po’, a me sembra un’eternità, il tempo è scandito dalle Sue parole, che sottolineano come una brava cucciola non fa confusione (avevo lanciato un gridolino mettendo male la “zampa”). La passeggiata in realtà è molto breve, giusto il tempo (e lo spazio che ci separa) dall'arrivare vicini all'acqua.Una volta lì mi viene chiesto se voglio giocare. Non so che fare (penso che voglia farmi mettere in acqua, e temo sia fredda, non è il mio mare). Dopo poco l’unica cosa che mi viene in mente di sensato è avvicinarmi e leccargli le dita che non sono coperte dalla ciabatta.
Non sbaglio e sorrido nel ricevere una carezza, mi viene avvicinata anche la mano al volto e la bacio e lecco. Sono contenta e tranquilla, e lo ringrazio, dimenticando che NON dovevo parlare. Inizia a dire qualcosa riguardo al fatto che le cagne non parlano e mugolo, ma ormai... Siamo vicini a dei massi, mi intima di star zitta e ci avviciniamo, si siede e mi ordina di mettermi sulle sue gambe. Mi ordina di ringraziare ad ogni colpo. Dopo un po’ inizia però a carezzarmi, la pelle è sensibile e il suo tocco mi fa eccitare sempre più. Riprende a colpire, non troppo forte, forse meno di prima, ma la sensazione è egualmente amplificata. Mi ficca poi un dito in culo, poi uno alla volta anche le altre. Mi fa alzare e si apre la patta dei pantaloni, è eretto quasi in tutto il Suo Splendore, mi permette di leccarglielo e cerco di lubrificarlo il più possibile, poi mi gira e mi fa stendere sul mio vestito, sul quale si era seduto, e inizia ad entrare dentro me. Mi fa notare quanto sia puttana in questo modo, ma mi piace, sono la Sua puttana e ne sono orgogliosa.
In fin dei conti, non ho poi fatto male né ad agire, né a parlare.Magnolia Rossa