Profondità e superficie, la trascurata dicotomia esistenziale.
Per quanto scontata possa apparire la risposta, è veramente dato all'animo umano il sono di squarciare la facciata ed immergersi nella metafisica esistenziale? È davvero possibile oggi, quando ogni respiro odora dell'acre materialismo di una società in crisi?
Il pensiero profondo è diventato un bizzarro accessorio, uno scomodo fardello che non si può più abbinare.
La timida verità del pensatore è ormai in via d'estinzione, ma la superficie, quella è la soluzione ideale per chi teme di avere a che fare con la scomoda verità.
Chi pensa, infatti, chi esplora risolutamente la profondità, ha il vantaggio di capire, seppur parzialmente, perché ogni giorno si sveglia, respira, ride, soffre, mangia. Chi pensa non si limita a vivere, ne coglie la sostanza.
Chi pensa.
Ma chi pensa?
È tutta superficie, tutta cortesia: ora si parla di questo, ora si parla di quello, e non si parla mai di niente.
"Che hai fatto oggi?", "Che belle scarpe!".
Persino "come stai" è superficie.
"Sto pensando a quanto sia difficile trovare un senso. Sto pensando a quanto l'idea del profondo, di assoluto che esiste nella mia finitezza, mi stia divorando. Mi sento quasi come se potessi affogare dentro me stesso, come se non potessi mai esplorare ciò che c'è dentro di me...".
"Sto bene, grazie!".
Riflettere è stranezza, è anormalità. Si riflette nel privato, quando non si dorme, quando non si riesce: Se lo si fa. Dopotutto, vivere senza riflettere è così semplice, così lieto: quanta gioia nel liberarsi del l'ancora di turbamento e bearsi della bambagia del non sapere, del non comprendere.
La superficialità è codardia, timore di affrontare l'assoluto che ci divora, timore di essere sormontati dai quesiti che il cervello umano non può far altro che porsi. Meglio non chiedersi nulla, se la risposta è troppo difficile da trovare, o se può far paura.
L'uomo ha sviluppato la superficialità come strumento di autodifesa, strumento che sta gradualmente vincendo e sopprimendo, generazione dopo generazione, il desiderio di inchiesta autoconoscitiva.
E proprio tu, ragazzino che vuole pensare, che desidera confrontarsi sull'Oltre, sei futile. Sei démodé.
Sei così inadatto a questo mondo di superficie.
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Le riflessioni della buonanotte
Short StoryL'obiettivo è quello di pubblicare, con la maggior frequenza possibile, una serie di riflessioni interiori derivate da spunti e stati d'animo di variabile argomento e origine. Buona Lettura! (Ricordate, se vi va, di commentare e/o votare, per farmi...