SETTE MINUTI

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Federico era il ragazzo più bello che avessi mai conosciuto. Occhi azzurri come il mare, denti bianchi come quelli della pubblicità di un dentifricio e ciuffo ribelle portato con la sfrontatezza di chi è consapevole di essere sexy da morire. Lo amavo, anzi, ho creduto di amarlo per ben quattro anni di liceo. Sbavavo dietro di lui ogni volta che mi passava vicino, restavo a bocca aperta quando la professoressa lo chiamava alla lavagna e mi struggevo nel vederlo fuggire via sopra al suo scooter rosso fuoco. Naturalmente tutti questi suoi spostamenti erano accompagnati dalla bionda o la bruna o anche la rossa di turno; un metro e settanta di gambe e capelli fluenti come quelli delle Barbie. Ma a me non interessava.
Lo seguivo fuori dalla scuola collezionando stupide figuracce, lo spiavo dietro le lenti spesse dei miei occhiali rotondi e lo sognavo almeno due o tre notti a settimana.
Il mio diario era tempestato dal suo nome e il mio migliore amico conosceva a memoria tutti i miei sfoghi ormonali. Ebbene sì, avevo un migliore amico, Valentino, che un giorno qualcuno avrebbe di sicuro santificato per la pazienza nei miei confronti.
A Vale non piaceva Federico. Per niente. I due erano la faccia opposta di una stessa medaglia. Tanto Fede era popolare, quanto Vale un nerd invisibile. Valentino mi metteva in guardia continuamente, dicendomi che ero cieca e non vedevo quanto il ragazzo dagli occhi blu mi prendesse in giro, ma io non lo ascoltavo e andavo avanti con la mia cotta tremenda; fin quando una sera, accadde qualcosa che fece cambiare tutto.
Era il compleanno di Caterina, la ragazza che Federico lasciava e riprendeva continuamente, e tutta la classe era stata invitata. Casa di Caterina era un buco dentro al centro storico, non potevamo tenere la musica, così qualcuno propose il gioco dei sette minuti.

"Sette minuti è il tempo nel quale una coppia deve rimanere chiusa nel bagno. I maschi scelgono la partner e quello che succede là dentro resta là dentro".

Valentino alzò subito le mani, dicendo che lui, a un gioco così stupido non avrebbe mai partecipato.

"Se ti tiri indietro ti prenderanno in giro a vita!" lo ammonii.

"Allora scelgo te. Ce ne stiamo sette minuti in un cesso e fine della storia".

Questo era ciò che avremmo dovuto fare, ma nessuno di noi due aveva pensato alla mossa di Federico. "Voglio entrare nel bagno con Sara" disse, indicandomi.

Il mio cuore si fermò all'istante. Mi impietrì come una statua di ghiaccio, improvvisamente incapace di sbattere le ciglia o mandare giù la saliva. Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di me, e la montatura spessa dei miei occhiali non bastava a nascondermi.

"Sara, non andare". Valentino mi trattenne per un braccio, ma il mio cervello era in tilt e anche il mio cuore. Mi sembrava di vivere un sogno, così non ascoltai il mio amico e seguii l'unica stella luminosa che vedevo davanti ai miei occhi: Federico.

Lui mi prese per mano e, dietro agli schiamazzi dei suoi amici e allo sguardo torvo di Caterina, mi spinse dentro al bagno. Non sapevo perché lo avesse fatto, non capivo, ma ero lì con lui e nient'altro sembrava contare.

Federico si mise a sedere sulla tavoletta e terminò la sua sigaretta. Vedere le sue labbra inspirare il sapore del tabacco mi fece schizzare il cuore a duemila. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua bocca. Le sue dita spensero la cicca sul bidè, si tirarono indietro il ciuffo ribelle e infine spinsero il suo corpo di nuovo in piedi, a un passo dal mio.

"P-p-perché hai scelto me?" balbettai. Gli occhi chiari di Federico trafissero i miei. Pensai che se avessero continuato a guardarmi in quel modo sarei morta all'istante.

"Ho voglia di baciarti" mi colse ancora una volta di sorpresa.

"Per quale motivo?" Mi sembrava qualcosa di insensato e irragionevole.

SETTE MINUTI || One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora