guardarlo mi piaceva un casino. era così calmo, si muoveva con leggiadria e faceva sembrare la vita così facile. era bellissimo, con la sua chioma scura e gli occhi chiari.
Elwood, il mio gatto, era proprio un ragazzo fantastico. mi dispiaceva lasciarlo per una settimana, ma andare in Amazzonia no, quindi presi coraggio e salutai il mio gattone. ricambiò il saluto con due fusa e girò i tacchi.
erano le 4 di mattina e mia sorella minore dormiva ancora, così le stampai un bacio in fronte senza svegliarla e chiusi la porta di camera sua. appena uscita trovai mia madre in pigiama con gli occhi lucidi. mi abbracciò a lungo in silenzio; quando finalmente si staccò mi disse " mi mancherai" e andò a salutare mia sorella.
le sentii parlare, Paige le chiese:" mamma non starai mica piangendo? andiamo via per una settimana, mica per un anno!"
"si, ma hai presente cosa vuol dire stare una settimana senza le mie bambine?"
"non sono più tanto bambine, amore" intervenne mio papà
"comunque mi mancheranno. e poi, da quando è vietato piangere?" chiese mia madre ancora in lacrime.
nessuno rispose: in fondo aveva ragione.
baciò mio padre e ci aprì la porta di casa dicendo "andate, sennò perdete l'aereo".
obbedimmo e uscimmo di casa trascinandoci dietro le valigie. mio padre ci accompagnò all'aeroporto di Milano-Malpensa, dove ci lasciò all'entrata dell'edificio. prima di ripartire ci abbracciò e ci disse " vedete di tornare tutte intere, ma soprattutto divertitevi, mi raccomando"
"grazie papà" rispose Paige.
"sarà fatto" risposi io.
👋
le 4.20.
"e ora che cazzo facciamo in aeroporto per 2 ore?" chiesi, una volta entrate nell'edificio.
"calmati Talia. sono meno di due ore"
dopo aver detto ciò fece uno sbadiglio e cominciò a guardarsi attorno cercando le indicazioni per il nostro volo.
per arrivare in Amazzonia dovevamo prendere un primo aereo per il Marocco ed un secondo per il Brasile. da qui, per arrivare a Tefè (città dispersa in Amazzonia), avremmo dovuto prendere un autobus.
la partenza per Marrakesh era alle 6.00, l'imbarco alle 5.30. avevamo circa un'ora per fare i controlli e mettere qualcosa in pancia.
alle 5.20 eravamo già di fronte al gate del primo volo in fila.
"merda" urlai, attirando l'attenzione di tutti.
"ma sei impazzita?" mi chiese Paige con gli occhi sbarrati
"è che ho dimenticato a casa la batteria portatile per il telefono"
"se fossi stata più attenta, avresti notato che l'ho presa io"
"cazzo, ho preso un colpo! non potevi dirmelo prima?"
"volevo vedere quando te ne saresti accorta"
si mise a ridere e io cominciai a pizzicarla dicendole dietro merda in tutte le lingue.
ancora ridendo, diedi il mio passaporto e il mio biglietto alla signorina che, dopo aver controllato il tutto, mi sorrise e disse " everything's ok! have a good flight"
ricambiai il sorriso e risposi" thank you"
feci qualche passo avanti e aspettai mia sorella. ero stra agitata, con il sorriso stampato sulle labbra e le gambe tremanti.
✈️
l'aereo non era molto grande, con solo una passerella e due file di sedili. mentre stavo schiacciando le valigie sul portabagagli sopra le nostre teste mia sorella attirò la mia attenzione "Tally!"
e io, piuttosto concentrata "non mi parlare! sto cercando di incastrare sta cazzo di valigia! tu potresti aiutarmi, però!"
mi aiutò in silenzio e finalmente le valigie erano al loro posto, così le chiesi "che c'è?"
"ragazzo carino a ore 6. mie ore 6." lo disse in inglese così che non potesse capire. era italiano e lo si capiva dal nome scritto sul suo biglietto: Pietro Campagna
io, dopo averlo guardato un secondo, le risposi sempre in inglese "ma avrà 28 anni!"
mentre mi stavo sedendo sul posto centrale accanto ad una signora italiana, lei continuò "ciò non vuol dire che non sia carino". poi si sedette vicino a me e si allacciò la cintura.
sistemò la borsa all'interno della retina portaoggetti e si mise comoda.
d'un tratto il "ragazzo carino" si avvicinò al sedile di Paige e le disse "anche tu sei carina". poi fece per andarsene, ci ripensò e si riavvicinò dicendo "comunque, per la precisione, ne ho 26", sorrise ad entrambe e ritornò al suo posto.
noi, rosse come due pomodori, ci guardammo e scoppiammo a ridere silenziosamente. lui era tre sedili indietro rispetto a noi, ma penso ci abbia visto comunque ridere.
continuando a ridere e guardando Paige, dissi "ahh... le figure di merda epiche"
lei arrossì ancora di più e, imbarazzatissima, prese gli auricolari da dentro la borsa e sprofondò nel suo mondo.
la imitai e, cullata dalla musica, caddi in un sonno profondo.
🎧
"Talia!"
mi svegliai con la bocca aperta
"buongiorno principessa!"
"cos'è tutta sta dolcezza?" chiesi a Paige
"non ti va bene quando sono stronza e non ti va bene quando sono dolce, mi spieghi come dovrei essere allora?"
" hai risposto con una domanda ad una domanda... non va bene" le rinfacciai con tono da saccente, sorridendo.
lei sbuffò e disse "e non va bene che tu risponda così a tua sorella maggiore"
"va bene mamma!"
sorrise e aggiunse "hanno avvisato che atterreremo tra un quarto d'ora, quindi vedi di sistemare le tue cose velocemente!"
"va bene mamma" asserì io
alle 8.15, in anticipo, l'aereo è atterrato all'aeroporto Menara di Marrakesh.
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alone. into the jungle
Teen FictionTalia e Edward: due continenti diversi, due vite diverse. Eppure riusciranno a incontrarsi e, chissà, a innamorarsi...