Rin

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Angolo Autrice
Faccio un piccolo spazio iniziale per spiegare un paio di cose! Ho aggiunto la nota OOC perché Sesshoumaru potrà sembrare molto fuori dal personaggio, ma il motivo verrà spiegato nel prossimo capitolo, quindi non linciatemi o quanto meno aspettate!
A un certo punto ho lasciato i segni di discorso aperto "«»" vuoti, non è un errore, Rin dice qualcosa ma non se lo ricorda quindi non lo sapete nemmeno voi eheh (sono sadica), ma lo scoprirete nel prossimo capitolo!


Cuffie nelle orecchie, musica a palla, spotify aveva fatto partire una canzone che non conosceva ma che le dava la giusta carica per concludere quella giornata nel migliore dei modi. I corti capelli neri ondeggiavano al ritmo veloce dei suoi passi, facendole un leggero solletico sulle spalle, ma non gli diede troppo peso. Finalmente aveva raggiunto il binario giusto, e il treno si era appena fermato per far salire i passeggeri. Appena in tempo!
Si sedette nel primo posto libero e appoggiò la borsa in quello accanto, recuperando finalmente fiato per la corsa appena fatta, prendeva i treni sempre all'ultimo minuto ed ormai era un anno che andava in università eppure non riusciva ancora ad arrivare in anticipo. Sorrise al suo riflesso sul vetro della finestra, in fondo non le importava così tanto, anche se avrebbe fatto volentieri a meno delle sgridate delle sue amiche.
Lentamente il vagone iniziò a muoversi acquistando sempre più velocità e facendo scorrere il paesaggio fuori, case sfrecciavano insieme agli alberi sembrando un quadro di Van Gogh, ma Rin non gli prestò grande attenzione, concentrandosi più su se stessa e sul riflesso che la osservava a sua volta.
Gli occhi scuri e accesi, contornati da una leggera matita nera, erano curiosi, i corti capelli ebano erano leggermente mossi e le carezzavano le spalle mentre una frangetta le copriva la fronte, istintivamente portò una mano a giocare con una ciocca mentre con la mente ripensava al motivo per cui li aveva tagliati.
Al liceo era famosa per la sua lunga chioma corvina e per il buffo ciuffo più corto che le spuntava dal lato destro della testa, la faceva sembrare un’eterna bambina, ma lei non era mai riuscita ad accorciarli, finché non aveva scoperto di aver passato il test di medicina. Aveva deciso di dare un taglio, letteralmente, alla vecchia se stessa, sarebbe stata attenta, brava, sarebbe arrivata a lezione puntuale e avrebbe studiato di volta in volta, e come promemoria si era accorciata i capelli, ma alla fine così non era stato. Sorrise, non era certo un cambio di pettinatura a cambiare il suo modo di essere, cioè Rin.
La musica era cambiata ed era partita una canzone molto più calma e rilassante, e mentre ripensava a quell’anno e a quanto fosse passato in fretta si addormentò, non preoccupandosi per la fermata del treno, in quanto era il capolinea.
Un paio di occhi dorati la fissavano insistentemente, a prima vista sembravano freddi e crudeli e le facevano venire i brividi, ma più li guardava più vedeva che così non era, il colore assomigliava a dell’ambra liquida e la pupilla era allungava in verticale come i felini. Questi occhi la osservavano a sua volta, trasmettendole calore e protezione, facendola sentire a casa e amata, sentiva che ormai si stava svegliando, eppure non voleva perché sapeva che non si sarebbe ricordata di quel sogno.
Il treno sussultò un’ultima volta e la voce meccanica preregistrata dell’altoparlante annunciò che erano arrivati al capolinea, ringraziando di aver viaggiato con loro. Rin si stropicciò gli occhi e recuperò lo zaino mentre si copriva con una mano lo sbadiglio, velocemente scese dal treno e controllò l’ora sul cellulare, aveva circa venti minuti prima che Kagome arrivasse a casa sua, poteva camminare con calma.

«Rin sei in ritardo!» La povera ragazza non aveva fatto in tempo a girare l’angolo della strada, dove si trovava casa sua, che una ragazza dai lunghi capelli neri legati in una treccia l’aveva assalita mettendosi in posizione di rimprovero, guance gonfie e braccia incrociate sotto il petto.
«Kagome in realtà sei tu in anticipo!» Rin sospirò con un mezzo sorriso sul volto, mentre l’amica le faceva la linguaccia in risposta. «Si tratta di Hojo?» Kagome annuì e a quel punto Rin aprì la casa e la fece entrare, mettendo subito a bollire un pentolino d’acqua per farsi una bella tisana.
«Ka-chan… Ti rendi conto che passate il tempo a litigare? Cosa è successo questa volta?...»
Kagome prese il cuscino a forma di cuore che era sul divano e lo abbracciò nascondendosi il volto, ormai era diventato il suo cuscino personale e ogni volta che succedeva qualcosa lo andava ad abbracciare.
«Hai presente il concerto che c’è fra due settimane?...»
«Quello degli Hammerfall?... Non dirmi che…»
«E invece sì… Non vuole che io vada ad ascoltarli… Non gli piace il genere e dice che mi rovino le orecchie e basta ad ascoltarli con le cuffie, dal vivo diventerei sorda…» Rin sbuffò esasperata mentre preparava le due tazze con dentro una bustina di zenzero e limone.
Da quando Kagome si era messa con Hojo era sempre andata così, lui la sopprimeva, non la faceva uscire più con i suoi amici maschi, le impediva di seguire le sue passioni e i suoi hobby e ora non la faceva nemmeno andare al concerto del suo gruppo preferito. Il fatto più grave era che Kagome non riusciva a mollarlo.
«Dimmi che ci andrai lo stesso… Non hanno senso le sue proteste e tu lo sai!»
«Ma Rin…» La ragazza la interruppe prima che potesse dire altro «Niente “Ma Rin!” sono sei mesi che mi ripeti la stessa frase, una relazione per poter funzionare ha bisogno che le due parti facciano sacrifici… Ma in questi mesi lui non ha “sacrificato” un bel niente!» Le passò la tisana e poi si sedette accanto a lei sorseggiando e aspettando una risposta.
Aveva conosciuto Kagome le prime settimane di università, anche lei faceva medicina ma era di tre anni più grande di lei, nonostante questo però avevano subito legato e da allora si vedevano quasi sempre per uscire o vedere un film.
«Lo so… Questa volta non l’avrà vinta!» Rin sorrise gentile, Kagome era una vera e propria combattente, anche se spesso, e secondo lei per colpa di Hojo, in quel periodo era sempre giù di morale.
«Brava la mia ragazza! Sappi che io sono sempre dalla tua parte!» L’abbracciò scoppiando a ridere entrambe per la felicità, erano diventate come sorelle ormai.
«Allora che film guardiamo? Uno sparatutto di quelli che piacciono a te?» Rin ci pensò un momento, adorava quei film, ma in quel momento aveva voglia di altro.
«No, che ne pensi di Orgoglio e Pregiudizio? Mi è venuta voglia di un film romantico»

Occhi dorati e una voce lontanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora