Harry.

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Christine aveva cinque anni, e tre mesi dopo avrebbe iniziato ad andare a scuola. Era una calda giornata serena, lei giocava in giardino da sola, come faceva spesso. Il sole ardeva sui capelli rossi e sembrava rendere ancor piú bianca la sua pelle. D'un tratto alzò lo sguardo verso il cespuglio di rose bianche e sorrise. «si, Christine sono io» disse. Si alzò e si diresse lentamente verso il cespuglio. Senza sapere perché, la chiamai. «che stai facendo, Chris?» «niente.» La sua voce sembrava stranamente lontana «Rientra, adesso. Fa troppo caldo, fuori!» «non fa troppo caldo» «rientra, Chris.» La sentii dire: «devo rientrare, adesso.Ciao» e s'incamminò a passo lento verso casa. «con chi stavi parlando, Chris?» «Harry» «chi é Harry?» «Harry.» Non riuscii a tirarle fuori altro, cosí alla fine le diedi un po' di latte e una fetta di torta, e le lessi qualcosa finché fu ora di andare a letto. Mentre mi ascoltava leggere continuava a guardar fuori, in giardino. Una volta sorrise e agitò una mano in segno di saluto. Fu un vero sollievo infilarla a letto, al sicuro. Quando Jim, mio marito, tornò a casa, gli raccontai del misterioso Harry. Lui scoppiò a ridere. «oh, ha cominciato, eh?» «che vuoi dire, Jim?» «non é raro che i figli unici s'inventino un amico. Chris non ha fratelli né sorelle. Non ha amici della sua età. Cosí ne ha inventato uno» «ma perché ha scelto proprio quel nome?» Scrollò le spalle «sai come sono i bambini. Non capisco di che ti preoccupi, proprio non capisco» «neanch'io, veramente. É solo che mi sento iperprotettiva nei suoi confronti. Piú che fossi la sua vera madre.» «lo so, ma va tutto bene. Chris sta bene. É una bimba graziosa, piena di salute e intelligente» mi sentii rassicurata. Fino al mattino seguente. Christine, seduta sull'erba a gambe incrociate, fissava sorridendo il cespuglio di rose. «ciao.» Disse. «speravo che saresti venuto...perché mi sei simpatico. Quanti anni hai?... Io ne ho cinque e un pezzetto.. Presto andrò a scuola.. E tu ci vai, a scuola?.. Che fai, allora?» Tacque per un momento e ascoltò assorta. Immobile nella cucina, mi sentii avvolgere dal gelo. «sciocchezze» mi dissi disperatamente.«un sacco di bambini ha amici immaginari» ma feci rientrare Chris prima del solito per la sua merenda di metà mattina. «il tuo latte é pronto, chris. Vieni dentro.» «può venire anche harry?» «no!» Il grido mi salì alle labbra così brusco da sorprendermi «ciao, Harry. Mi dispiace che non puoi venire. Adesso devo fare merenda.» Disse Chris, poi corse a casa. «perché harry non può avere il latte?» Mi chiese in tono di sfida «chi é harry, tesoro?» «harry é mio fratello.» «ma Chris, tu non hai fratelli.» «si, che é mio fratello. Me l'ha detto lui.» Ne parlai a Jim. Sapevo che ci avrebbe riso su, come la volta precedente. Però man mano che, con lo scorrere dei giorni, l'immaginario Harry si faceva sempre più evidente, il mio nervosismo aumentò.«questa storia di harry ti sconvolge per davvero,eh?» Mi disse una domenica mio marito «certo che mi sconvolge! Giorno dopo giorno non sento che "harry questo" e "harry quello", "harry dice","harry pensa"...per te va tutto bene, tanto te ne stai sempre in ufficio, ma io devo convivere con questa cosa: io..io ho paura, Jim. É cosí strano.» «sai che cosa dovresti fare per metterti l'animo in pace?» «che cosa ?» «domattina porta Christine dal dottor Webster. Lascia che parli un po' con lei» «pensi che sia malata.. Di mente?» «cielo, no! Ma quando c'imbattiamo in qualcosa che supera le nostre capacità di comprensione é bene rivolgersi a un professionista.» Il giorno dopo portai Chris dal dottor Webster. La lasciai in sala d'aspetto mentre parlavo col medico e lo mettevo al corrente di Harry. Lui ascoltò comprensivo e disse: «un caso piuttosto insolito, signora James, ma nient'affatto unico. Sua figlia passa parecchio tempo da sola, non é vero?» «non conosce altri bambini. Siamo nuovi nella zona. Ma questo si rimedierà quando inizierà la scuola.» « e stia pur certa che, quando conoscerà altri bambini, queste fantasie svaniranno. Comunque, viso che ha portato Christine, farò quattro chiacchere con lei. Sarà meglio che ci lasci soli» tornai in sala d'aspetto. Chris stava alla finestra. «harry aspetta» annunciò «dov'e Chris?» Chiesi in tono pacato, decisa ad assecondarla «là. Vicino al cespuglio di rose » «ma non c'e nessuno là.» Dissi. Chris mi fissò con occhi sperazzanti, stranamente adulti.«adesso il dottor Webster vuole vederti, tesoro»balbettai «si» disse lei,ed entrò abbastanza di buon grado nell'ambulatorio. Fu un'attesa angosciosa.«la piccola é a posto» disse il dottor Webster, quando infine uscirono dalla stanza «é soltanto una scimietta piena d'immaginazione. Le do un consiglio, signora James. Lasci che parli di Harry. Lasci che si abitui a confidarsi. Harry costruisce gioccatoli di legno, vero Chris?» «si,Harry fa bellissimi giocattoli di legno e sa nuotare a arrampicarsi sugli alberi e disegnare. Harry puo fare qualsiasi cosa. É un fratello meraviglioso.» «e ha i capelli rossi come i tuoi,vero Chris?»  «harry ha i capelli rossi» dichiarò Chris con fierezza «più rossi dei miei. Ed é alto quasi come papà, però più magro, ed ha quattordici anni» «arrivederla, signora James. Non si preoccupi. Lasci che si sfoghi. Ciao, Chris. E saluta Harry da parte mia» disse il dottor Webster. «é là!» Disse Chris indicando il giardino «mi aspetta.» Chris corse sul marciapiede davanti a me. Alzò lo sguardo come se accanto a lei ci fosse qualcuno. Per un breve, agghiacciante secondo, vidi un'ombra allungarsi al suo fianco..un'ombra lunga e sottile come l'ombra di un ragazzo. Poi svaní. Mi affrettai a raggiungere Chris e la tenni stretta per mano per tutto il resto della strada. Per la prima volta da quando Jim e io l'avevamo adottata, mi chiesi veramente:chi é? Da dove viene? Chi sono i suoi veri genitori? Chi é la piccola, adorabile sconosciuta che ho preso per figlia? Chi é Christine? Passò un'altra settimana. E c'era Harry, Harru tutto il tempo. Il giorno prima dell'inizio della scuola, Chris annunciò:«non vado a scuola.» «ma inizia domani, Chris. E desideravi tanto andarci. Lo sai che lo desideravi. Ci saranno molti altri bambini.» «Harry dice che lui non può venire. Senza Harry non vado a scuola. Voglio stare con lui.» Cominciò a piangere forte , disperata «Chris smettila subito con quest'assurdità! Smettila!» La colpii con forza su un braccio «tu non mi vuoi bene. Harry invece sì. Harry vuole stare con me. Dice che posso andare con lui.» «Chris, tesoro, vieni qui.» Si avvicinò lentamente. «io ti voglio bene» le dissi «tano bene, Chris,e sono vera. La scuola é vera. Non vuoi andare a scuola per farmi piacere?» «harry mi lascerà, se ci vado.» «ti farai altri amici» «io voglio Harry.» Di nuovo le lacrime. La tenni stretta. «sei stanca, tesoro. Va' a letto» la mattina dopo Chris era silenziosa e imbronciata. Non parlammo molto mentre l'accompagnavo a scuola. Al cancello la salutai con un bacio. «pranzerai alla mensa con gli altri bambini» le dissi «verrò a prenderti alle tre»  «si mamma» stringeva forte la mia mano. Una giovane,graziosa maestra bionda in un abito di lino bianco si affacciò al cancello, rafunò i bambini attorno a sé e li condusse via. Mentre mi passava accanto, mi sorrise con aria comprensiva dicendo:«avremo cura di lei.» Mi allontanai sollevata, sapendo che Chris era al sicuro e che non avevo da preoccuparmi. Potevo dare inizio alla mia missione segreta. Presi un autobus diretto in città e poi m'incamminai verso il grande edificio disadorno che non vedevo da cinque anni. Quella volta,Jim e io c'eravamo andati insieme. L'ultimo piano del palazzo apparteneva alla Greythorne Adoption Society. Mi accolse la signorina Cleaver «signora James. Che piacere rivederla. Comr sta Christine?» «sta bene,signorina Cleaver. Ma verrò subito al dunque. So che di solito non comunicate ai genitori adottivi informazioni relative alla famiglia d'origine d'un bambino, e viceversa..ma devo sapere chi é Christine.» «mi spiace, signora James, ma i regolamenti..» «la prego,la mia non é semplice curiosità..» Le raccontai di harry. «stranissimo» commentò alla fine ,« davvero molto strano. Ebbene, signora James, per una volta verrò meno ai regolamenti e le dirò da dove proviene Christine. É nata a Londra, in un quartiere poverissimo. Erano quattro in famiglia:padre,madre,un figlio e Christine» «un figlio?» «si.aveva quattordici anni quando..quando é successo il fatto» «quando é successo che cosa?» « mi faccia cominciare da principio. I genitori di Christine vivevano ammassati in una stanza all'ultimo piano di un vecchio palazzo. Era già difficile tirare avanti in tre, ma con l'arrivo della bambina la vita diventò un incubo. La madre era una donna trasandata e depressa. Non si curava affatto della piccola. Il ragazzo, comunque, adorò la sorellina fin dal primo momento. Per badare a lei cominciò a marinare la scuola. Il padre guadagnava appena quanto bastava per sopravvivere. Poi si ammalò e finí per essere licenziato. Insomma a un certo punto non ce l'ha piú fatta. Una mattina una donna che abitava al pianterreno vide qualcosa precipitare dai piani superiori e udí un tonfo. uscí a vedere che fosse successo. C'era il ragazzo,per terra, con Christine fra le braccia. Si era spezzato l'osso del collo,ed era già morto. Christine,invece, respirava ancora debolmente. La polizia concluse che il padre avesse chiuso e sigillato col nastro adesivo porta r finestre e avesse aperto il gas mentre gli altri dormivano,poi si era sdraiato accanto alla moglie, ed era morto insieme a lei. Ma il figlio doveva essersi svegliato. Forsr aveva tentato di aprire la porta ,ma invano. Doveva essere troppo debole per gridare. Aveva potuto soltabto strappare la carta incollata sulla finestra, spalancarla, e saltare giú stringendo fra lr braccia la sorellina» «cosí suo fratello le salvò la vita e morí?» «si,era un ragazzo coraggioso» « signorina cleaver,come si chiamava il ragazzo?» «ora controllo» consultò uno dei numerosi schedari e alla fine disse « il cognome era Jones e il ragazzo si chiamava Harold» «e aveva i capelli rossi?» Mormorai «questo non lo so, signorina James» «puoi darmi l'indirizzo della casa dove abitavano?» Era riluttante a darmi quell'informazione, ma la convinsi, e alla fine riuscii a trovare la casa dove abitava la famiglia Jones. L'edificio sembrava deserto. Era sporco e cadente. Ma una cosa mi colpí,pietrificandomi. C'era un giardino minuscolo con un cespuglio di rose bianche. Il loro profumo stordiva. A un tratto una voce mi fece sobbalzare «che fai qui?» Una vecchia mi sbirciava da una finestra al pianterreno. « pensavo che fosse disabitato» dissi «dovrebbe ma non possono buttarmi fuori. Non ho dove andare. Gli altro se la sono svig.ata alla svelta, dopo il fatto. Nessun altro vuole venirci. Dicono che la casa sia abitata dai fantasmi» i suoi occhi erano fissi su di me «l'ho.visto cadere davanti alla mia finestra» proseguí « é caduto proprio la. Fra le rose. E ancora ci ritorna. Io lo vedo. Non vuole andarsene senza di lei.» «chi..di chi sta parlando?» «Harry Jones. bel ragazzo,era. Capelli rossi. Magrolino. Cocciuto però. Voleva far sempre a modo suo. Amava troppo Christine,ecco quello che penso. Morí fra le rose. Se ne stava seduto là con lei per ore fra le rose. Poi é morto,proprio la» mormorai:«devo andare,ora.arrivederci» e cercai di ripercorrere a passo svelto il marciapiede bruciato dal sole,ma mi sentivo le gambe pesanti e quasi paralizzatr, come in un incubo. Poi udii qualcosa che mi gelò il sangue. Un orologio batté le tre. Alle tre sarei dovuta essere al cancello della scuola,in attesa di Christine. Dov'ero,adesso? Quant'era lontana la scuola? Quale autobus avrei dovuto prendere? Alla fine riuscii a prendere l'autobus giusto e raggiunso la scuola. Attraversai di corsa il cortile deserto. In una classe,la giovane maestra vestita di bianco rimetteva in ordine i libri. «sono venuta per prendere Christine James. Sono sua madre. Mi dispiace d'essere in ritardo. Dov'e?» Ansimai. La ragazza rispose «oh,stia tranquill,signora James. É venuto a prenderla il fratello. Come si somigliano,vero,m e cosí legato. Fa tenerezza vedere un ragazzo di quell'età tanyo affezionato alla sorellina.» «che..che cosa.ha detto.. Suo fratello.» Chiesi con un filo di voce. »saranno a casa,ormai. Ehi,signora, si sente bene?» «si,grazie. Devo andare» corsi a perdifiato per le strade «Chris! Christine,dovr sei? Chris! Chris! Dove sei? Chriiiis! Rispondimi! Harry,non portarmela via! Torna indietro! Harry! Harry!» Rimasi a letto per settimanr. Nel frattempo Jim e la polizia cercavano Chris,inutilmente. La vana ricerca proseguí per mesi. I giornali erano pieni di articoli sulla strana scomparsa della bimba dai capelli rossi. La maestra descrisse il fratello ch'era venuto a prenderla a scuola. Ci furono articoli su bambini rapiti,bambini rubati,bambini assassinati. Poi le acque si calmarono. Uno dei tanti misteri irrisolti negli schedari della polizia. E soltanto due persone sanno quel ch'é accaduto. Una vecchia pazza in una casa in rovina, e io. Sono passati anni. Ma la paura é sempre al mio fianco. Cose normalissime mi fanno paura. Sole abbagliante. Rose bianche. Bambini coi capelli rossi.e quel nome..Harry. Un nome.cosí normale.       Rosemary Timperley

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 13, 2014 ⏰

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