8 giugno 2015.-Forza stupida, sbrigati! Non ho tutto il giorno- Gridò mio fratello dal soggiorno.
-Se mi aiutassi con la valigia sarei più veloce, non credi?- Risposi dalla mia stanza, gridando a mia volta.
Qualche secondo dopo, mio fratello spuntò dalla porta. Sorrise e prese tre delle mie quattro valigie.
-Non puoi prenderle tutte- Dissi prendendolo in giro.
(...)
-Dovevate essere qui dieci minuti fa- Disse il Kun, un nostro amico, con un tono scherzoso quando arrivammo in aeroporto, immaginando che mio fratello si sarebbe lamentato del ritardo dovuto a ''causa mia.''
-Dillo a lei- Disse mio fratello, Lionel, indicandomi.
-Pretendeva che io scendessi le scale con le mie quattro valigie- Risposi difendendomi.
Mi resi conto che ancora mancavano alcuni ragazzi, come Romero, il Pocho, il Pipita, Zabaleta, Biglia, Mascherano.
-Dove sono gli altri?- Domandai.
-Sono andati a sbrigare alcuni conti e a comprare della cioccolata per il viaggio.- Rispose il Kun.
-Continuando a mangiare in questo modo possono andare in Cile rotolando- Li derisi.
-Tuttavia non ho ancora ben chiaro se ci vuoi bene o ci odi, giuro- Mi disse il Kun.
-Nemmeno io l'ho ancora capito, credimi- Scherzai.
Salutai i ragazzi che erano al nostro fianco per poi sedermi sedermi su una panchina, aspettando che l'attesa finisse. Se c'era qualcosa che odiavo, era aspettare la partenza del volo.
Presi il cellulare notando di avere dei messaggi da parte di mia madre, la quale mi disse di divertirmi, che mi amava e di mandare un bacio a mio fratello.
Mentre ero sul punto di risponderle, sentii una voce chiamarmi, così alzai lo sguardo e posai il telefono.
-Hey, Pochito!- Dissi correndo ad abbracciarlo. No, non pensate male. Ezequiel era un mio grande amico, era uno dei ragazzi della squadra con la quale avevo più confidenza.
Mi prese dalla vita e mi sollevò da terra, dal momento in cui era più alto di me. Si, ragazzi, il Pocho era più alto rispetto ad alcuni.
-Bene, bene, andiamo...- Ci interruppe mio fratello.
-Non cambi mai eh? E' un amico- Dissi.
Salutai il resto del gruppo che era con Pocho, tutti erano felice di vedermi. In realtà tutti erano felici di essere di nuovo insieme. Guardai incuriosita un ragazzo che venne con Mascherano, teneva le mani in tasca e sembrava timido.
-Ehh, ciao. Tu sei...?-
-Paulo Dybala, il nuovo membro- Disse e mi diede un bacio sulla guancia.
-Piacere, sono Delfina Messi.
-Delfina Messi di Lavezzi- Disse Ezequiel per infastidire mio fratello.
-No Pocho, stai zitto, è orrendo- Disse Lionel.
Ispezionai il nuovo ragazzo, non parlava molto, rideva solo alle cose che gli altri dicevano, forse perchè era la prima volta che vedeva i ragazzi, o la maggior parte di loro. Sicuramente tra due giorni anche lui avrebbe fatto battute insieme a loro.
Il direttore tecnico, Martino, arrivò al nostro fianco e ci disse che eravamo pronti per salire sul nostro aereo 'privato'.
Molti si domanderebbero ''perchè sei con loro se non fai parte della squadra nazionale?'' . Bene, l'anno scorso ho preso molta confidenza con i ragazzi quando andai a vedere la Coppa del Mondo con la mia famiglia, tanto che trascorsi più tempo in albergo con loro che con i miei genitori. Sabella accettò, dopo le richieste dei ragazzi, di avere una stanza in più per me.
Mi vedevano come un altro membro della squadra, nonostante fossi una donna e non giocassi a calcio a livello professionale.
Quindi, ecco perchè mi trovavo qui.
-Delfi- Disse mio fratello muovendo una mano davanti i miei occhi.
-Che succede?- Dissi tornando in me.
-Ti stavo parlando, idiota- Rise- Ti avevo chiesto se ti dava fastidio se mi sedessi con Javier e Carlos.-
-No, io con chi mi siedo?-
-Con il Kun, ti va?- Rispose e annuii.
(...)
Mi sedetti dal lato del finestrino, accanto al Kun. Le file erano composte da tre sedili, quindi nel posto libero, ovvero accanto a Kun, sedeva Paulo Dybala. Il nuovo membro.Dopo dieci minuti di attesa, l'aereo decollò.
-Mi presti il tuo telefono?- Mi domandò Kun.
-No, usa il tuo- Risposi.
-Dai, per favore.-
-No- Ripetei.
-Perchè no?-
-Perchè no, Kun, smettila di rompere-
-Fanculo. Non ti do il cioccolato.-
-Va bene, non me la dare.- Dissi alzando le spalle, in segno di ''non mi interessa''.
-Diciotto anni di pura stupidità.- Disse tirando fuori il suo telefono, risi.
-Ne ho diciassette, stupido.-
Dopo due minuti di silenzio gli chiesi:
-Eri serio riguardo il cioccolato?-
-Si.- Rispose il Kun sforzandosi di non ridere, naturalmente non ci riuscì.
-Ho del cioccolato, se vuoi. - Disse Dybala, parlando per la prima volta dopo il decollo dell'aereo.
Uscì una barretta di cioccolato alle mandorle dallo zaino e me la diede.
-No, grazie, non ho intenzione di mangiare la tua barretta di cioccolato.- Dissi ''educatamente'', forse per la prima volta in vita mia.
-Non mi costa nulla, ne ho un'altra, avanti- Insistette.
-Ah grazie!- Dissi per poi prenderla.
-Lionel, qualcuno ci sta provando con tua sorella- Gridò il Kun, non potei fare a meno di colpirlo alla testa. -Ai, idiota, fa male sai?-
-Chi?- Domandò mio fratello.
-Credi ancora al tuo amico, Lionel?- Dissi.
-E' anche tuo amico.- Mi ricordò.
In tutto questo, mio fratello era su un'estremità dell'aereo mentre io in quella opposta.
Pertanto, stavamo urlando e tutti avevano modo di ascoltare la nostra conversazione.
-No, non voleva darmi il cioccolato.-
-Oh, certo, quindi adesso sei amica di Paulo, giusto?- Domandò il Kun, scherzando e fingendo di essere geloso.
-Come amico lo preferisco a te, inoltre ha anche un bel sorriso!- Dissi. Solo dopo mi resi conto di ciò che avevo detto. Paulo mi guardò sorridendo mentre il Kun aveva un sopracciglio alzato.
Fanculo, Sergio non smetterà di prendermi in giro per tutto il mese.
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Ho deciso di iniziare a tradurre questa storia, ad essere sincera non so come andrà a finire ma lo scoprirò insieme a voi.
Scusate per eventuali errori, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!
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No deberíamos. {Paulo Dybala / traduzione italiana}
FanfictionVivere con i giocatori della nazionale argentina è qualcosa che tutti vorrebbero, ma essere ''una'' di loro ti rende la vita impossibile. Dal buttarmi in piscina per ridicolizzarmi davanti a più di cinquanta persone. Dal risveglio alle sette di mat...