Beyond the wall

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Sei una luce così intensa

che sei diventata ombra.

Alda Merini





"Com'è la tua, Genn? Buona?"

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"Com'è la tua, Genn? Buona?"

"Mah discreta... la tua?"

"Non mi piace tanto."

"Uhm..."

"Forse abbiamo sbagliato qualcosa?"

"La ricetta era quella... anche se non potremmo mai cucinare la pasta come i veri italiani."

"Suppongo di no."

Alex si alza per andare a posare sulla scrivania il piatto di pasta pieno per metà e tornare con un balzo sul letto, lo sguardo rivolto verso il muro.

"Gè..."

"Sì, Alex?"

Accarezza pensieroso la parete.

"Pensavo... un giorno... ci vedremo mai?"

"Non lo so..."

"Lo so, ma dimmi... secondo te..."


Ci vedremo mai?














Genn non è il suo vicino di casa, ma Alex gli parla ogni giorno, tutti i giorni, fin da quando aveva dieci anni.

È il suo migliore amico e vive nel muro, o almeno è quello che ha sempre detto ai suoi familiari.

Per uno strano meccanismo spaziale è come se Genn vivesse nella stanza affianco alla sua, la parete come unica separazione

Solo che Alex è in Belgio e non si è mai mosso da lì, la sua parete confina col vuoto e la stessa cosa vale per Genn, gli ha detto che il muro della sua stanza chiude la casa.

I loro genitori hanno sempre riso di questa fantasia.
Un giorno Alex provò a far parlare Genn con suo padre, ma nonostante il saluto nervoso dell'altro, suo padre si limitò a guardarlo.
"Beh? Il tuo amico fantasma dov'è?"

Da quando ha undici anni non nomina più Genn a nessuno.

Quando sua madre entra nella sua stanza per dargli la buonanotte, Alex si affretta a nascondere il vocabolario di inglese sotto il cuscino.

Baby, nevermind Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora