Promise

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L'autista gli sta parlando, ma Raffaello non riesce a registrare le sue parole. Congratulazioni per la vittoria, forse. Frasi come "Anche mia moglie ti ha votato". Annuisce e sorride, ma non gliene frega niente.

L'euforia del trionfo e dell'alcol si sta trasformando in paranoia, e Raffaello non riesce più ad ignorare il panico che monta ad ogni metro.

Ha cercato i suoi occhi appena è entrato in studio. Non li ha trovati. È tutto finito.

Brindisi, strette di mano, abbracci. Ilary, Alfonso, tutti gli ex concorrenti, addirittura persone che non ha mai visto prima. Ma non Luca. Uscito dalla Casa poche ore prima di lui, è tornato alla sua vita da tronista. Non è più costretto a fingere di sopportare la sua negatività di fronte alle telecamere.

Si aspettava un abbraccio, una parola, qualsiasi cosa. Sa bene che i rapporti nati nella Casa sono circostanziali e hanno vita breve, ma per un po' Raffaello ci ha creduto. Ha creduto nello sguardo di Luca mentre parlava di ciò che avrebbero fatto fuori. E ora un'auto della produzione lo sta portando in hotel, stanco, mezzo ubriaco e soprattutto solo. Lontano chissà quanto dall'unica persona con cui vorrebbe festeggiare la vittoria.

Vorrebbe chiamarlo, ma non ha il suo numero. Non ha il suo indirizzo. Non ha niente di Luca se non il ricordo delle sue braccia attorno al suo corpo, del suo sorriso che rende un po' più sopportabile il grigiore di una giornata no.

"Siamo arrivati, la produzione ti ha prenotato una bella suite".

L'autista interrompe i suoi pensieri, e Raffaello gli è quasi grato.

Ha promesso a Luca che avrebbe affrontato il futuro con spirito nuovo, e non ha intenzione di deluderlo crogiolandosi nei pensieri negativi. Anche se non dovesse vederlo mai più, vuole renderlo fiero di lui.

Si passa una mano stanca tra i capelli, sospira e apre la portiera.

Una figura familiare di fronte all'ingresso dell'hotel sta finendo una sigaretta e si volta verso di lui non appena sente la portiera dell'auto sbattere.

Raffaello si ferma per un attimo, deciso a non farsi ingannare dalla voglia di vedere Luca in ogni uomo. Sarebbe patetico e infantile.

Ma le labbra da cui prima usciva un po' di fumo si aprono nel sorriso che gli ha ridato la vita, e come può avere ancora dubbi? Gli corre incontro e si getta tra le braccia spalancate di Luca, che lo stringono fino a fargli male, fino a sentirlo parte di sé.

"Ce l'hai fatta!" gli mormora Luca con voce orgogliosa, e Raffaello non riesce più a trattenere una lacrima.

"Pensavo te ne fossi andato". Si vergogna di averlo pensato, adesso, ma ha bisogno di sentirsi dire che era la sua paranoia a parlare.

Luca sbuffa e lo bacia sulla guancia, troppo vicino alle labbra perché Raffaello non arrossisca come un ragazzino.

"Avevamo fatto una scommessa, mi sembra di ricordare. Dove vuoi che vada?"

Il cuore di Raffaello perde un battito. La scommessa che suonava come una promessa.

"Se vinci il Grande Fratello ti premio con un bacio", gli aveva detto Luca qualche giorno prima, e allora ne avevano riso entrambi come se fosse uno scherzo.

Ma Luca sembra estremamente serio al momento.


Non scambiano una parola nella hall e nell'ascensore, non si sfiorano nemmeno per sbaglio. Raffaello stenta a respirare. Se fosse la prima volta che succede, penserebbe a qualche rara malattia, ma ormai sa che è l'effetto del calore del corpo di Luca accanto al suo.

Meccanicamente, cammina fino alla porta della camera, la apre, e scivola dentro. Una mano sulla spalla lo costringe a voltarsi.

"Credo sia arrivato il momento del tuo premio", sorride Luca, ed è così bello che vale la pena esistere solo per quel volto. Raffaello lo prende tra le mani.

"Non è un gioco, per me." Ha troppa paura di farsi del male.

Luca gli accarezza le labbra e poi le copre con le sue, baciandolo con una dolcezza che Raffaello non credeva gli appartenesse, stringendolo a sé ancora una volta ma come se fosse la prima.

"Non lo è mai stato per me", sussurra Luca quando si staccano, e Raffaello ha bisogno di baciarlo ancora, e poi ancora, e poi di nuovo fino al mattino, per poterci credere un po'.

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