Entrai in casa e sentii subito il profumo di nuovo. Feci un giro, giusto per vedere dov'ero capitata, e poi scelsi la mia stanza.
Essa non era molto grande, aveva una finestra dalla parte opposta alla porta e c'era una piccola stufa in un angolo. Pensai già a come arredarla. Sotto la finestra ci avrei messo la mia pianola, attaccato al muro il letto con vicino il comodino e sull'altro muro l'armadio. Pensai anche di metterci un po' di lucine, come quelle di Natale, sul letto.
Così mi misi al lavoro. Presi tutti gli scatoloni contenenti i soprammobili, i vestiti, i quadri, le foto, i libri e tutte le altre cose che c'erano in camera mia.
Mia mamma mi chiamò, così scesi al piano di sotto.
"Tesoro, devo andare un secondo al supermercato, per comprare la cena, e a comprare alcune cose per montare i mobili, mi aspetti qui?" Mi chiese con il fiatone, mentre stava portando dentro tutti gli scatoloni rimasti.
"Si certo, intanto inizio ad attaccare i quadri e le foto in camera mia."
"Va bene, chiudi a chiave la porta e fai la brava, ok?" Disse preoccupata. Mia mamma era molto iper-protettiva.
"Certo, mamma, tranquilla." Risposi con il sorriso, cercando di non fargli cambiare idea. Volevo stare qui, da sola, per esplorare meglio la casa ed iniziare ad arredare la mia stanza con le cose negli scatoloni.
Quando lei uscì, tornai al piano di sopra ed iniziai ad attaccare la prima cornice con una mia foto.
Cavolo, non ho chiuso la porta a chiave pensai tra me e me, così uscii dalla camera, ma mentre ero sulle scale per andare a chiuderla, qualcuno suonó il campanello.
Mi venne un colpo, non mi sarei mai aspettate che qualcuno avesse potuto suonare, siccome ero appena arrivata, così senza pensare due volte aprii la porta. Sulla soglia di casa c'era un ragazzo, che aveva press'a poco la mia età. Aveva in mano una cesta piena di cose buone da mangiare. Lo guardaii strano.
"Ehm, ciao, sono Kevin. Sono il tuo vicino di casa. Mia mamma mi ha detto di venire a darti il benvenuto nel nostro quartiere, e di darti questo." Mi pose il cesto.
"Oh, grazie mille, io sono Alice, vengo dall'Italia e ho 13 anni." Dissi in tono in po'imbarazzato. Sono sempre stata molto timida.
"Bè, benvenuta nel nostro quartiere..." Ovviamente, Kevin, parlava in Inglese, ma io lo capivo abbastanza bene, grazie ad anni e anni di studio.
"Grazie..." Lui guardò dietro di me e vide tutti gli scatoloni, uno sopra all'altro.
"Vuoi una mano a sistemarli ?" Disse sempre guardando l'ammasso di cose dietro di me.
"Oh, sì grazie mille." Dissi sorridendo.
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Per sempre
ChickLitAlice, si deve trasferire con i suoi genitori a New York. Ma non sa che, appena arrivata nella sua nuova casa, qualcuno suonerà il campanello della porta, ed entrando le cambierà la vita.