°.•His Smile•.°

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Quando Jimin terminò le superiori, continuava a tagliarsi, ma adesso mangiava e andava persino in palestra.
I ragazzi però lo prendevano ancora in giro, ma a lui iniziava a importare di meno, anche se tagliarsi ormai era una cosa normale per lui, quasi lo divertiva.

In ogni caso, non aveva perso il suo modo di essere, e stava diventando un ragazzo davvero molto bello. Passò l'estate chiuso in casa, al computer, senza uscire, senza fare niente, solo a studiare nuove tecniche di trucco, e a tagliarsi.

Decise che non voleva andare all'università, e non voleva neanche lavorare. Voleva solo stare a casa, andare in palestra e dormire. A 20 anni andò a vivere da solo in una casa nella periferia di Daegu, gli mancava Busan, la sua città, ma ormai il tempo era passato, magari un giorno sarebbe tornato.

Ma non era quello il giorno, per ora, da solo, a casa sua, si trovava bene. Nessuno che lo ferisse, nessuno che lo disturbasse, era perfetto per lui. Ma due anni dopo, si rese conto che vivere così, era impossibile, e si sarebbe ritrovato a morire di nuovo ai piedi delle strade a pregare i passanti per un pezzo di pane.

O almeno era quello che pensava di diventare se non avesse intrapreso un'università e un lavoro.
Cazzo doveva guadagnare, voleva viaggiare, ma soprattutto voleva entrare in una scuola di danza, sogno che si era tenuto dentro di se da sempre.

Forse sarebbe stato quello il suo lavoro.
Comunque in questi due anni aveva vissuto di cibo che gli portava sua madre a domicilio e aveva smesso di truccarsi.
Non ne aveva più voglia, dato che era sempre in casa; e forse non lo avrebbe più fatto, se non fosse stato per l'università.

I suoi capelli nerissimi che gli ricadevano sugli occhioni delineati dal suo eyeliner preferito, e le sue labbra ricoperte di un rossetto nero lucido che lo rendeva un po'dark, contrastava con il cappellino a forma di panda che gli dava un'aria troppo carina e coccolosa.

Il suo bel visino, era incorniciato da due lunghi orecchini che scintillavano.
Galleggiava in un'enorme felpa rosa confetto, tutto davvero cute, apparte i leggings di pelle nera con le borchie sui fianchi, e una larga cintura nera con un teschio per passante.

Quando arrivò là, tutti i suoi compagni di classe iniziarono a ridere forte. Jimin aveva dimenticato questo continuo loop che si ripeteva ogni volta che entrava in classe. Cosi, Jimin, abbassò la testa verso il basso, come faceva sempre, aspettando che finisse.

Ma invece di dargli del gay, o del frocio, gli urlavano: "Quanto sei bassoo HAHAHAHAHAHAHAHAHA" "È più alto un tappo di te HAHAHAAHAHAHA"
I ragazzi continuavano a ridere e a parlare ma Jimin non sentiva più niente.
Aveva alzato il volto, e anche lui si mise a ridere con gli altri.

Era felice davvero, felice che adesso gli altri stavano ridendo con lui, e non di lui. E soprattutto ridevano di cose non attinenti al fatto che lui fosse effemminato. Ma le cose, non potevano andare cosi bene. Fra tutti i ragazzi, ce n'era uno che non rideva, ma lo fissava, quasi estasiato.

Jimin se ne accorse e lo fissò. Quasi un'urletto nacque dentro di sè appena lo vide. Aveva dei capelli dai ciuffi color pesca, e l'eyeliner attorno ai suoi occhi a mandorla che iniziarono a sorridere assieme alle sue labbra che gli mostravano un fantastico sorriso a forma di cuore. Era fottutamente bellissimo, nella pausa pranzo sarebbe andato sicuramente a parlarci.

•••
Tranquilli, non sarà una Vmin😋
Ancora, spero di non starvi annoiando, ma purtroppo dovevo iniziare in un qualche modo, dato che praticamente so gia tutto il continuo di questa storia e il mio compito è quello di collegarlo ad un inizio e ad una fine.
Byeeeeeeeeeeee
Se vi siete annoiati vi racconto una barzelletta: Cosa fanno tanti galli sotto terra?
Galleggiano.
TUTUN TZzZz
~Suga😋

°.•He•.° (In Sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora