Capitolo Diciassette.

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Ormai la nostra piccola vacanza qui a New York è giunta sfortunatamente al termine.

Mi sono divertita, non ho pensato troppo ad Hannah, e gli ultimi due giorni gli ho passati, miracolosamente, senza litigare con Shawn.
Ci sono stati episodi di gelosia, ma per fortuna, non ha mai esagerato.

«Svegliati Mendes, dobbiamo andare...» gli tolgo le coperte di dosso ed apro le tende, facendo entrare nella stanza un filo di luce.

Vedo che apre un occhio velocemente ma subito dopo lo richiude.

«Mi hai accecato...» si gira in pancia in su, prende una maglia da terra e se la infila, tutto questo ad occhi chiusi.

«Certo, con la mia bellezza...» dico guardandomi allo specchio, e tirandomela, manco fossi una modella di Victoria Secret.

«Sei simpatica...» dice scoppiando in una leggera risata. Inizia ad aprire gli occhi lentamente. Noto i suoi occhietti color nocciola illuminarsi quando mi vede, sorride, mi butto su di lui e gli bacio il sorriso. Quel sorriso è maledettamente perfetto.

Sbadiglia sonoramente davanti la mia faccia ed io creo subito un'espressione di disgusto.

«Meglio se ti vai a lavare i denti, puzzi» mi alzo ed inizio ad andare avanti indietro per la stanza, raccogliendo gli ultimi vestiti mancanti.

Si alza con malavoglia e va.

Ieri si è svegliato tutto bello e pimpante alle sei del mattino, ora sembra me, con sempre la voglia di dormire e non di fare nulla.
Questo Mendes è lunatico.

«Lanciami quella maglia, la metto in valigia, sul letto ho messo la tua famosissima maglia della Merge e degli skinni neri, ti van bene o vuoi qualcos'altro?» chiedo mettendo a posto le cose appena raccolte.

Urla un «Si» che non si sente bene, dato che il suono viene sovrastato dal rumore dell'acqua che esce dalla doccia.

Sto pensando al fatto che da domani, dovrò andare costantemente a scuola, con una nuova reputazione e con trenta capitoli di tutte le materie da recuperare. Ho fatto male ad non andarci per Hannah, per me ora è solo passato, i suoi ricordi oramai sono custoditi nella mia parte scura del mio cervello, dove i miei pensieri non usati, vengo scartati, scartati per sempre.

«Voglio morire Shawn» urlo buttandomi sul letto e sbuffando sia dalla noia sia sul fatto della scuola, stare con Shawn ventiquattro ore su ventiquattro è stato bello, vorrei che fosse cosí per sempre.

«Li c'è la finestra, dopo vengo pure io!» dice sarcasticamente e finalmente uscendo dal bagno, con un solo asciugamano che lo copre.

«Finalmente hai finito! Guarda sono già le undici di sera...» lo seguo con lo sguardo, fa cadere l'asciugamano a terra, facendo vedere in bella mostra tutto il suo fisico, senza nessun filo di cotone che lo copre. Divento rossa dalla vergogna, so che lo ho già visto così già un paio di volte, peccato che mi fa sempre lo stesso effetto.
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L'aeroporto come tre giorni fa è zuppo di fan di Shawn e la maggior parte di loro sono quelle dell'altra volta. Sono tutte davanti all'imbarco: New York, Toronto. Urlecchiano qua e là alla vista del cantante poi sento altre gridare una specie di strana parola
«Shvene», non capisco che cosa sia e cosa voglia dire.

«Faccio delle foto, aspettami.» Jake si mette dietro alle sue spalle ed urla «Ragazze, Shawn farà solo le foto, siamo di fretta».
Vedo le ragazze irrigidirsi quando Shawn avanza da loro, inizia a far le foto alla velocità della luce, finito tutto, le saluta con un cenno e loro ci augurano il buon viaggio.

Davanti l'imbarco ci sono tutti che ci aspettano, Andrew ci chiede i nostri documenti e si dirige dal tipo dietro al bancone. Abbiamo cercato di far cambiare il mio biglietto per uno che era dello stesso aereo di Shawn e dopo un quarto d'ora finiamo. Proseguiamo in un'altra stanza, dove dei poliziotti ci prendono gli zaini e li controllano. Dopo una mezz'ora possiamo dire che, finalmente siamo nella sala d'attesa.

Tasty Lips. (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora