Vapor

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Siamo tutti diversi, ma questo si sapeva già. ognuno ha i suoi difetti e i suoi pregi.
Eri bellissimo nella tua semplicità, avevi tutto.
Eri un'isola, circondato da un mare di bene.
Eri un dipinto che doveva essere completato, tutti provavano a dipingerti, ma nessuno riusciva a colorare con i colori giusti.
Eri un treno, andavi a tutta velocità con i tuoi più cari dentro; io ero sempre li, che aspettavo alla fermata, ma tu non ti sei mai fermato.
Finché un giorno decisi di salire sui binari, credendo invano che ti saresti fermato.
E pensare che prima ero io la ragazza che stava tutti i giorni a guardare i corpi, privi di vita, cadere giù  dai binari della stazione.
Ora sono io che vado giù, travolta da una velocità inumana, mentre gli altri rimangono a guardare ridendo.
Ti ho dedicato milioni di canzoni, che quando le ascoltavo, avevo impressa nella mia mente il tuo viso.
Il mio volto rigato di lacrime, in attesa che arrivassi tu ad asciugarmele.
La mia mano tremante si avvicinava troppo spesso ai miei occhi chiari per togliere il mare che si era creato all'interno.
Ero felice quando sentivo la tua presenza vicino a me, quasi come un bambino quando vede i regali di Natale sotto l'albero.
Ti ho sempre aspettato, credendo che saresti arrivato; cosa che non è mai successa.
Ti rincorrevo con il viso rigato di lacrime salate e le ginocchia sbucciate, perché l'amore è questo; ma tu continuavi a camminare, con il tuo solito sorriso strafottente; non accorgendoti di niente.
Un giorno stanca di tutto, sono corsa al tuo quadro; strappando ogni pezzo che lo componeva, accorgendomi che tu non avevi bisogno di essere colorato, ma avevi bisogno di essere composto.
Lasciai il mio piano alle spalle incominciando a unire pezzo per pezzo.
Uscì un mazzo di fiori, erano bellissimi.
TI descrivevi una rosa, il perché non l'ho mai capito.
Rimane il fatto che eri una rosa bellissima.
Dal momento che completai il quadro hai iniziato a parlarmi.
I tuoi capelli biondi spiccavano in mezzo al tuo volto.
Eri un'angelo.
Il mio angelo.
Dicevi che ero un carrarmato, pieno di proiettili letali, che tenevo dentro, cercando di non farli uscire.
Ma poi tutto scoppiò.
E un'altra canzone nel cd non ci stava più.
Così buttai tutto fuori.
I proiettili schizzarono fuori andando a perforare alcuni corpi.
E io rimanevo li, a guardarli crollare.
Mi perdonai;  non so come, ma tu sei riuscito a perdonarmi.
Un giorno ero sul mio solito cornicione; guardavo il tramonto bipolare spiccare in cielo.
Poi sei arrivato tu.
E come sei riuscito a tenermi su, mi hai lanciato, lasciandomi sbattere al suolo, facendomi mancare l'ossigeno.
Eri un componente della mia parte cognitiva, cioè che senza di te non sarei riuscita a fare niente.
Lasciandomi cadere hai fatto spezzare il mio scudo; mi ero presa cura di esso da sempre, mi aveva sempre protetto alla perfezione.
Quando ti avevo conosciuto l'avevo  messo da parte, lasciandolo regnare sul mio fianco.
Mentre cadevo ho cercato di portarlo dietro di me
Ma, ormai non più abituato, non servì a niente.
E quella fu la mia fine.
Ho sempre creduto che mi avessi salvata in un senso.
Ma non capivo che più mi stavi accanto più mi uccidevi.
Nessuno ha mai notato la mia tristezza.
Nessuno ha mai notato le mie lacrime.
Nessuno ha mai notato il mio dolore.
Ma tutti hanno i miei errori.
Perché non tutti sanno come ci si sente, dopo che ci hai provato davvero, ma non hai ottenuto niente.
Amavo perdermi nei tuoi occhi cielo.
Mentre tu accarezzavi con pazienza i miei capelli color legno.
Io ero una stupida candela accesa dall'emozione, ma tu eri un estintore; ma non l'avevo capito finché non mi hai spento.
Non ti ho mai dimenticato.
Nonostante sia passato un sacco di tempo.
Sono cambiata, sono certa che anche tu sia cambiato.
Ma una cosa è rimasta la stessa: l'effetto che mi fanno i tuoi occhi.
Quello non cambia.
Anche se fingiamo di non conoscerci, fingiamo che non sia successo niente, ci guardiamo di sfuggita, come fanno due estranei.
Ma quando i nostri occhi si accarezzano cambia tutto, mi crolla il mondo, anche se in quel momento ho in testa un'altra persona.
I tuoi occhi in quel caso mi abbattono sempre.
Mi ci vuole qualche minuto prima che torni allo stato iniziale.
Solo un ricordo.
Il migliore, il più bello.
Quello che, ancora, continua a fare male.
No, non ti ho dimenticato e qualche sera ti ripenso.
  Ripenso A quello che eravamo prima.
A tutto il tempo passato a costruire un quadro che mi avrebbe annientato.
Una rosa.
Era una rosa.
Bellissima fuori, che attira tutti vicino a se per farsi guardare.
Poi quando qualcuno tenta di prenderla si ferisce con le sue spine, posizionate lungo il gambo.
Non muovo neanche le labbra, ma dentro ho un mostro che strilla.
E nessuno se ne accorge.
Neppure tu te ne sei accorto; nonostante ti abbia detto tutto di me.
Arriva un momento ,durante il pianto, in cui le lacrime incominciano a scendere da sole.
In cui non ti escono nemmeno più i singhiozzi.
Le urla.
Resta tutto incastrato in gola.
E sussulti, incominci a sussultare di continuo.
L'ho sempre paragonato al dolore che cerca di uscire ma non ce la fa, ti muore dentro.
Nella mia vita ho visto persone a pezzi aiutare chi Aveva solo una crepa.
Era quello che io facevo con te.
Ma a te non ha mai importato.
Tu mi baciavi anche l'anima.
Per te baciavo solo la pelle, come chiunque.
Io ci mettevo tutto, ma a te non ti è mai bastato.
Ero stupida.
Inciampavo  sempre negli stessi sbagli, nelle stesse paure.
Inciampavo perché non avevo nessuno disposto ad aiutarmi ad andare avanti.
TI mettevo davanti a ogni cosa, ti avevo messo davanti persino a me stessa.
Ma tu non hai mai fatto altrettanto.
Inciampavo.
Mi emozionavo per piccole cose.
Perché sapevo che da te non potevo pretendere di più.
Non ascoltavo quello che la gente diceva di te.
Ti osservavo da lontano.
Ogni tuo movimento era importante per me.
Quando mi dicevano che eri una merda io sovrastavo quella voce dicendo che eri fantastico.
Quasi come un gesto spontaneo.
Molte persone credono che io sia arrabbiata con te.
A che scopo?
Quello che è successo è successo e non si può far niente per aggiustarlo.
Non mi pento di averti amato.
Perché nonostante mi hai ucciso, ho capito cosa si vuol dire amare fino a star male.
Per quanto abbia il cuore spezzato, sarò sempre felice che continui a battere.

Eri il mio vapore, e io ti ho aspirato finché ho potuto.

Vapor || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora