"Un mondo racchiuso in una palla di vetro, un piccolo universo fatto solo di fiocchi di neve e brillantini, un'altra realtà nella quale sentirsi al sicuro.
Questo era ciò che provava Bree ogni volta che aveva tra le mani una palla di vetro, la agitava per bene e finiva col perdersi in quei pezzetti di bianco svolazzanti in un mare di acqua.
E in quel periodo dell'anno le bancarelle ne erano piene e non riusciva a resistere al loro fascino e ampliare una collezione già bella numerosa nello scaffale della libreria.
Aveva una concezione ben fondata sul Natale, c'era chi lo viveva con allegria e gioia, e chi come lui, sprofondava in una malinconia magica che faceva formicolare lo stomaco e stringere il cuore.
Avrebbe vissuto così per sempre, con una tazza di the caldo, davanti al davanzale di una finestra a guardare fuori, il tempo che peggiorava sempre più e qualche lucina colorata a ricordare il periodo festivo.
La sua palla di vetro personale.
Lo squillare del telefono lo distolse dai suoi pensieri e scosse la testa, tirandolo fuori dal giaccone che aveva addosso.
Il nome della sua amica e collega gli causò una smorfia sul bel viso dalla pelle diafana, sapeva già cosa gli avrebbe detto.
"Sì?" rispose con la sua flebile voce, sempre gentile e tranquilla perché Bree era questo, un ragazzo di venticinque anni rimasto ancora il timido ragazzino che a scuola tutti prendevano in giro, quello troppo buono, ingenuo e dolce.
"Vieni a ballare con gli altri vero?!" urlò l'amica come suo solito, con troppo entusiasmo.
Bree fece un'altra smorfia e tenne stretta a sé la pallina di vetro, avvicinandosi al commerciante per pagare."Io..uhm non mi sento molto bene.." mentì, fingendo un colpo di tosse che fece sospirare l'amica.
"Va bene! Non insisto perché tanto inventeresti un'altra marea di balle! A domani"
Bree rimise il telefono in tasca, con un sorriso vittorioso sulle labbra e la sua nuova pallina tra le mani.
Tornò a casa velocemente, pensando alla tazza di the ai lamponi che lo aspettava e il suo sorriso aumentò ancora di più.
Fece più in fretta che poté, correndo gli ultimi gradini che lo distanziavano dal suo pianerottolo, tirò fuori le chiavi e le infilò nella toppa, aprendo rapidamente la porta.
"Sono a casa!" urlò, spogliandosi di sciarpa, giacca e scarponcini. Un clima tiepido lo avvolse completamente, facendolo sentire già molto meglio.
Si fermò al centro del salotto per guardarsi attorno e si accigliò un pochino nel trovare l'appartamento vuoto.
"Josh?" mormorò, sperando di veder comparire il ragazzo.Scrollò le spalle e andò a sistemare la pallina di vetro, accanto a tutte le altre sopra il ripiano.
Le osservò ad occhi spalancati come un bambino davanti a un nuovo giocattolo e sorrise, socchiudendo un attimo gli occhi. Quando li riaprì, avvertì alle sue spalle una presenza inconfondibile.Si voltò, incatenando i propri occhi color nocciola a un paio di puro ghiaccio.
"Perché non sei andato in quel locale stasera?" lo ammonì Josh con dolcezza, avvicinandosi di qualche passo."Perché volevo stare con te" sorrise Bree, annullando la distanza tra di loro per potersi fondere nel calore di un abbraccio.
"Stai fin troppo tempo con me, non trovi?"
La voce di Josh gli accarezzava le orecchie, dolce come il miele, solo allora si rese conto di quanto gli fosse mancato."Smettila, nessuno mi capisce là fuori. Nessuno mi ama come fai tu" sussurrò, alzando la testa verso il ragazzo dei suoi sogni per farsi baciare dolcemente, nel centro di quella casa, unica spettatrice del loro amore.
