Il 'Logic', era lì che dovevi andare se eri alla ricerca di divertimento.
Non bisognava lasciarsi ingannare dalle apparenze, però.
Tutti in città erano a conoscenza di che tipo di 'affari' si svolgevano dentro quelle quattro mura, e non erano propriamente legali, eppure nessuno faceva niente.
Tutti eccetto Louis, ovviamente.
Non che un bambino di undici anni avesse dovuto sapere queste cose, certo, ma ora guardando indietro avrebbe voluto essere informato per tenersi il più lontano possibile da quel posto maledetto.
Oggi soprattutto sente di odiare questo inferno, perché oggi compirà sedici anni, e oggi verrà venduto.
È quasi scontato dire che non era andato lì di sua spontanea volontà, fu il patrigno che, indebitato fino al collo, decise di venderlo come se fosse un oggetto di poco valore.
Louis era terrorizzato all'inizio, ma presto capì che fino ad un'età decente, nessuno l'avrebbe toccato.
Fino ad oggi.
Erano entrati presto quella mattina nella sua camera e dopo avergli fatto fare la doccia lo avevano cosparso di uno strano olio, gli avevano messo un collare e lo avevano portato in una stanza piena di altri ragazzini.
Avevano tutti le mani legate davanti, Louis compreso, ed erano messi in fila pronti ad uscire uno ad uno.
Louis sentiva che stava per vomitare dall'agitazione mentre con le lacrime agli occhi cercava con lo sguardo il suo migliore amico.
Ebbe tanta paura poi, quando notò che era il primo della fila, in quel momento realizzò che forse era l'ultima volta che lo avrebbe visto.
Sentì il primo venduto urlato al microfono, e poi due, tre, cinque, fino a che non tocco a lui.
Con mani tremanti e passo insicuro uscì da dietro il tendone ritrovandosi sul palco con decine di sguardi maliziosi addosso.
Si inginocchiò al centro reprimendo a stento le lacrime per poi sentire la presentazione del battitore, ma il culmine arrivò con la prima offerta: trecento dollari.
Oddio, valeva davvero così poco ai loro occhi?
Poi cinquecento, mille, cinquemila...'duecentomila dollari'.
Il cuoricino di Louis prese a battere all'impazzata quando senti quella voce roca provenire dalla sala.
'Venduto!' E li tutto si fermò.
Due uomini vennero sul palco per afferrarlo e portarlo sul retro per aspettare la fine dell'asta per essere consegnato al suo nuovo padrone.
Approfitto' della situazione per cercare il suo amico e lo vide accovacciato contro il muro con le ginocchia al petto e gli occhi rossi.
Scatto' subito verso di lui, e l'altro, vedendolo arrivare si alzo' per poi accoglierlo tra le sue braccia sentendo subito i singhiozzi del più basso.
Prese ad accarezzargli piano i capelli, sussurrandogli che sarebbe andato tutto bene, che avrebbe dovuto essere forte e che ci sarebbe sempre stato per lui.
Louis prese a singhiozzare ancora più forte stringendosi maggiormente al corpo dell'amico.
Spese quegli ultimi momenti a cercare imprimere la sensazione dei suoi abbracci, il suo profumo, il suo sguardo dolce quando la notte andava nella sua stanza a cercare conforto dopo aver fatto un incubo.
Non era pronto a tutto quello, a lasciare la sua vita per essere il sottomesso di qualcuno, e aveva paura, anzi, era letteralmente terrorizzato.
Per questo quando vennero a chiamarlo cominciò a tremare violentemente.
Urlò e grido, ma dopo qualche schiaffo e milioni di lacrime venne legato in ginocchio con le mani incatenate al muro da dietro la schiena, in una stanza spoglia e buia.
Ormai le lacrime erano finite quando sentì la serratura scattare due volte e la porta cigolare lentamente.
Gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco l'ombra che si stava avvicinando lentamente al suo corpo minuto.
Ancora qualche passo e il suo viso venne illuminato dalla luna, rivelando un volto dai lineamenti duri.
La prima cosa che colpì Louis furono un paio di gelidi occhi verdi, profondi come un oceano che lo scrutavano come un predatore guarda la sua preda.
Sentì una scarica di brividi attraversargli il corpo facendolo tremare ancora di più, mentre cercava di  appiattirsi completamente al muro.
L'uomo ormai l'aveva intrappolato al muro, gli prese il mento tra due dita e fissò il suo sguardo in quello del sottomesso.
'oh, ci divertiremo tantissimo piccolino...' disse con u ghigno malefico facendo spuntare una fossetta sulla guancia destra, che, in un altro contesto, Louis avrebbe trovato adorabile.
In risposta riuscì soltanto a deglutire rumorosamente, troppo terrorizzato per mettere anche solo due parole in fila.
L'enorme mano dello sconosciuto si posò sulla sua guancia e con il pollice scacciò un paio di lacrime dal viso di quel ragazzino così piccolo e fragile.
Poi il dominatore tirò fuori una chiave argentata dalla tasca del suo completo e sciolse finalmente i polsi del più piccolo, che subito mugugnò per il dolore.
Infine si abbassò all'altezza del liscio e, costatando che non sarebbe riuscito a camminare fino alla macchina, lo prese in braccio come un bambino piccolo.
Louis dal suo canto era talmente stanco e stremato che non oppose nessuna resistenza.
Allacciò le gambe attorno al busto del dominatore e poggiò il viso nell'incavo del suo collo, sentendo i boccoli color cioccolato fargli il solletico alle guance.
Non ci volle molto prima che Louis cadde in un sonno profondo, che lo avvolse per tutto il viaggio fino alla sua nuova casa.
Una ventina di minuti dopo venne svegliato dal suo dominatore, che lo avvisava che presto sarebbero arrivati, per poi poggiare una mano sulla coscia di Louis, che sentì subito le guancie andare a fuoco, anche solo per quel piccolo contatto.
Poi la macchina si fermò davanti a quella che a più che una casa assomigliava a una villa.
Louis rimase subito senza fiato, non accorgendosi neanche che il riccio era già sceso dalla vettura e si stava dirigendo verso l'entrata.
Si risvegliò dallo stato di shock e si precipitò in tutta fretta al fianco del riccio di cui ancora non sapeva il nome, rischiando di inciampare e finire con il culo per terra almeno tre volte.
'Bene, d'ora in poi questa sarà la tua nuova casa' disse l'uomo di cui ancora non sapeva il nome.
Louis si sentiva così minuscolo in quella casa enorme, con un bellissimo openspace da cui riusciva a vedere la cucina moderna divisa in due da una grande isola.
Si guardò ancora un po' intorno, per poi accorgersi che aveva due paia di occhi puntati su di lui, il suo sguardo bruciava sulla sua schiena, si girò lentamente mantenendo lo sguardo verso le sue mani.
Sentì le mani del dominatore alzargli il mento facendo scontrare i loro sguardi.
Poi gli si avvicinò, forse troppo per i suoi gusti, senza mai interrompere il contatto visivo.
Il suo cuore stava battendo troppo velocemente per essere normale, sentiva le gambe improvvisamente deboli e le mani tremanti.
Venne sollevato dalle cosce come se fosse una piuma e poi poggiato sul bancone, con le gambe attorno al busto del dominatore.
'Seguimi' gli sussurrò all'orecchio, lasciando Louis confuso, come sempre, insomma, per poi girarsi e andare verso una scalinata di cui neanche si era accorto inizialmente.
Piantò di nuovo i piedi a terra e seguì in silenzio il padrone.
Gli mostrò ogni stanza, tutte rigorosamente enormi e belle: la sua stanza, abbastanza semplice con un letto kingsize e un comodino al lato, poi il bagno con una vasca bellissima, che sperava di poter provare almeno una volta, l'ufficio, e la camera del suo dominatore, poco più grande della sua, un letto a baldacchino, due comodini, un altro bagno privato, un grandissimo armadio e una parete fatta complete di vetro, con la vista più bella che abbia mai visto.
Non riusciva a credere che quella sarebbe stata la sua nuova casa, la sua nuova vita, era tutto semplicemente troppo.
Il dominatore gli aveva mostrato tutta la casa guidandolo con una mano sul suo fianco morbido, facendolo ovviamente arrossire in imbarazzo; e ora erano nella stanza del più grande.
'vieni, non ti faccio niente' disse indicando le sue ginocchia, dopo essersi seduto al lato del letto.
Louis si avvicinò lentamente e si sedette sulle sue gambe, sentendo già il sangue affluire alle guancie.
'in questa casa ci sono delle regole, non sono molte, ma devi rispettarle, sempre' disse con voce seria, prima di continuare 'Uno: non puoi uscire da solo, per nessuna ragione.
Due: devi chiedermi sempre il permesso prima di fare qualcosa.
Tre: se disubbidisci verrai punito, starà a me decidere come.
Quattro: mi devi chiamare Daddy.', terminò lasciando il piccolo Louis senza fiato.
'Tutto chiaro?' chiese poi, 'S-si' rispose insicuro, risquotendosi quando il più grande lo guardò con uno sguardo gelido 'si, d-daddy'.
'Bravo piccolo' lo elogiò per poi posargli un languido bacio appena sopra la clavicola, facendolo gemere leggermente, sorpreso da quel gesto.
Poi si sentì spostare dalle sue ginocchia e preso in braccio e istintivamente allacciò le gambe attorno al busto del suo Daddy e poggiò il viso nell'incavo del suo collo, riuscendo a sentire il suo profumo intossicarlo.
Purtroppo per Louis la magia durò poco e venne poggiato sulle ginocchia sul suo letto, e il corpo caldo del suo Daddy si allontanò dal suo.
'Adesso devi dormire piccolo, oggi è stata una giornata impegnativa, e devi recuperare le forze.' Poi lo spogliò senza malizia degli stracci che aveva addosso, sostituendoli con una morbida camicia, sicuramente sua.
'O-okay Daddy' disse mentre si sistemava meglio sul comodo materasso.'Prima però il bacio della buonanotte...'disse il dominatore prendendolo per i fianchi e far scontrare rudemente le loro labbra dando vita ad un bacio bagnato e animalesco, poi Louis venne lasciato solo nella sua nuova stanza, vergognandosi tantissimo della piccola erezione che gli si era formata nei pantaloni del pigiama.



Vipregononscappate
Alloooora... boh, questo è il primo capitolo e spero che vi sia piaciuto :3
...wow, questo sì che è un angolo autrice hahahahah
Bye bye e al prossimo aggiornamento.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 25, 2018 ⏰

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