Le nuvole scorrono veloci fuori dal finestrino. Anche con le cuffiette riesco a sentire il rumore regolare del treno, che mi culla da tanto in uno stato di dormiveglia. Il tempo sembra non passare mai, eppure non posso evitare di avere paura pensando a ciò che mi aspetta. Roma, mi eri mancata così tanto. Dall'ultima volta che ti ho vista è passato più di un anno. Apro la galleria del cellulare e scorro le foto dell'album "Roma 2016", in cui sono contenuti tutti i ricordi più belli: me e Marta sulla spiaggia di Ostia, la sera al ristorante a Trastevere, il ragazzo che faceva le bolle di sapone in piazza Navona, io con gli occhiali da sole davanti una fontana che guardo di lato con finta nonchalance, cercando di ricreare l'espressione di un'attrice di altri tempi. Mamma Roma, come il film di Anna Magnani. Sei così diversa dalla città da dove provengo, così nordica, così poco familiare. Ho sempre preferito le città del sud a quelle del nord. Non che Torino o Milano non mi piacciano, ma trovo che le città come Lecce, città d'origine di mio padre, o Roma possiedano una magia particolare, qualcosa che le rende speciali. Mia madre ripone nella borsa il libro che stava leggendo e alza lo sguardo; sorride, in risposta alla mia espressione ansiosa. La vedo dire qualcosa, ma con le cuffiette non riesco a sentirla; ne tolgo una e le faccio un cenno. "Vuoi qualcosa da mangiare? Ho un pacchetto di cracker nella borsa" Mi chiede lei. "No, grazie" e ritorno ad ascoltare la musica a tutto volume, per lasciare meno spazio ai pensieri. Il paesaggio è cambiato tantissimo da quando sono partita. Se all'inizio ciò che vedevo erano solo campi coltivati e arbusti bassi, ora il treno è immerso in uno spazio collinare e verde, con gruppi di cipressi qua e là, ogni tanto un torrente. Preferisco di gran lunga questa visuale, più dinamica e colorata di quella monotona della pianura padana. Marta appoggia la testa sulla mia spalla. Io la guardo, e sorrido. La mia compagna di avventure, di vita, sempre insieme a me, anche questa volta. Stiamo tornando a Roma, non tanto per caso, ma perché io ho una cosa importante da fare, e mia zia, che ha una piccola villa a Cerveteri a venti minuti da Roma, ci ospiterà per cinque giorni. E come sempre, ho paura, ma non vedo l'ora di arrivare.
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Take me out
ChickLitVittoria, diciassette anni. Damiano, diciotto. E Roma. Roma ovunque.