Scorpius era convinto che mai, mai avrebbe trovato una ragazza come la sua Rose.
Già dalla prima volta che l'aveva vista in uno scomparto dell'Hogwarts Express era stato attratto da quei gonfi capelli rossi, quegli occhi celesti stranamente sempre vispi e quel viso genuino contornato da miliardi di efelidi. Le labbra rosee e sottili si tendevano in un dolce e allegro sorriso, di quella dolcezza per niente stucchevole ma, anzi, piacevole e calorosa.
Era come una continua fonte di serenità, dispensava saluti a tutti, aiutava i ragazzi in difficoltà, ascoltava chi aveva bisogno di sfogarsi o semplicemente di un consiglio ma, in fondo, era fatta così e basta.
Amava rendersi utile ed ogni sua buona azione la faceva sentire in pace con sé stessa.
Per lui era bella in qualsiasi momento, qualsiasi cosa facesse.
Nel tempo libero la si poteva osservare mentre in riva al lago nero dipingeva, mentre seduta sul fresco prato dei cortili in fiore di Hogwarts faceva piccoli schizzi a matita con il suo inseparabile quadernino. Lo portava sempre con sé, in modo da poter immortalare immediatamente una scena, un oggetto posizionato in modo particolare, un tramonto rosato o semplicemente il lago nero calmo.
Rose amava ricordare ogni cosa, ogni singolo istante e cercava di disegnare o fotografare tutto ciò che la colpisse.
Molti si giravano a guardarla straniti, osservavano incurvando le sopracciglia la salopette di jeans chiaro, il largo risvolto sulle caviglie perché troppo lunga, le magliette a maniche corte a righe di mille colori e le scarpe babbane da ginnastica.
Rose era sempre stata particolare, era sempre riuscita a distinguersi e mai, mai si era amalgamata alla massa.
Non le importava ciò che la gente pensasse di lei, coltivava le sue passioni attaccando le sue fotografie in camera, che magari ritraevano una cosa stupidissima ma che per lei era bella, di una bellezza che a lei riscaldava il cuore e la rendeva felice.
Era dell'opinione che se proprio doveva cambiare, doveva farlo per sé stessa e non per gli altri, perché chi l'amava lo faceva per come era davvero e accettava i suoi difetti e i suoi pregi.
Era il loro primo Natale nella casa nuova, dopo due mesi di convinvenza.
Scorpius stava seduto davanti al caminetto e mangiucchiava gli avanzi dolci del cenone della vigilia di Natale, la sera prima.
La luce del fuoco caldo e scoppiettante gli illuminava parzialmente il volto e gli occhi verde scuro in penombra sembravano quasi pozzi bollenti di emozioni.
I capelli castano chiaro ricadevano leggermente lunghi e scompigliati dietro le orecchie e sulla fronte, la tuta babbana gli fasciava le gambe toniche e muscolose e con un bastone di metallo girò le ceneri per alimentare ancor più il focolare.
A Rose, che stava seduta vicino all'albero di Natale per raccogliere tutti i residui di cartacce rimaste dei regali aperti, parve una scena meravigliosa, i contrasti della luce e del chiaro scuro, il profilo dritto di Scorpius e la postura rilassata le fecero battere forte il cuore e decise di immortalare il momento.
Afferrò uno dei suoi tanti album per gli schizzi e uno carboncino, per poi cominciare a tracciare linee e sfumare con il dito latteo.
Gli scattò perfino una foto per ricordarsi la posizione di Scorpius in quel momento.
Il disegno prese lentamente forma, assomigliando sempre più al suo fidanzato.
Un rughetta le spuntò vicino al sopracciglio per la concentrazione, le labbra increspate in smorfie buffe, i capelli gonfissimi a ricaderle sul viso arrossato.
La ragazza era così concentrata che neanche si accorse che il suo ragazzo si era spostati e ora le stringeva le spalle dolcemente.
"Rose, forse è meglio andare a letto." Suggerì osservando incantato il disegno della propria ragazza.
"Mh, manca poco, fammelo finire Scorp..."
Lui in risposta sbuffò divertito, per poi sedersi ed aprire le gambe per far aderire la schiena di Rose con il proprio petto, le passò le mani sulla vita ricoperta da un largo e caldissimo maglione rosso e la strinse, poi affondò il viso fra i capelli di lei ed aspirò delicatamente il profumo zuccherato e speziato che emanavano.Rose così perfetta, così bella, così semplice.
Si era anche addormentata quella pasticciona.
Le baciò il capo, il battito calmo cullato dal profondo respiro dell ragazza, la sollevò senza fatica e subito lei si accoccolò contro il suo petto grugnendo stranamente.
La portò nella loro camera e le mise dolcemente il pigiama, per poi rimboccarle le coperte e darle un lieve e affettuoso bacio sulla fronte.
"Buon Natale, mia piccola artista."
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Perfect boy ~SCOROSE~
FanfictionOneShoot Forse l'amore, a volte, si poteva riassumere in questo modo: il desiderio di raccontare le cose soltanto ad una persona, la stessa che non ti saresti mai aspettato. La stessa che odiavi La stessa che allo stesso tempo amavi.