|| Loved you first || One shots Larry Stylinson

II. Come here

Harry è seduto sul bordo del letto matrimoniale, con le gambe a penzoloni e la testa tra le mani. È stato uno stupido. Adesso è solo in quella casa immensa. Come può sentirsi così solo con tutte le persone che lo amano? A Harry manca lui. Perché se l'è fatto sfuggire per così poco? Louis adesso è chissà dove, magari a parlare con i manager, a convincerli che è tutto finito, che non c'è più bisogno di preoccuparsi per la ship più conosciuta al mondo. Il riccio si alza e prende a girare in tondo, fin quando non pesta un piede contro il letto.
<Ah vaffanculo!>.

È stato un brutto litigio. Uno di quelli che non vorresti mai avere. Si erano messi a piangere entrambi, perché fa male. Fa male smentire tutto nelle interviste e poi piangere appena le telecamere si spengono. Fa male non potersi abbracciare senza preoccuparsi delle parole da subire in seguito. Fa male non poter dire la verità. Fa male non poter amare, essere oppressi in una realtà non tua, colma di falsi sorrisi e baci mai dati, di ti amo sussurrati di sfuggita e uscite segrete. Fa male. Come le parole che si sono detti. Harry vuole uscire allo scoperto, perché in fondo lui sa che non succederebbe niente di grave nel fare coming out, anche se i fan diminuirebbero. Agli insulti sono abituati, ormai non fan più male. Ma Louis non ci crede. Lui pensa troppo, e finisce sempre per farsi paranoie inutili. Erano degli stupidi, solo degli immensi stupidi. Ma volevano solo fare pace, riabbracciarsi, baciarsi, coccolarsi e dirsi "ti amo".

Harry è totalmente distrutto. Ha dubitato dell'amore che Louis dice di provare verso di lui. Gliel'ha detto, e l'altro ha scosso la testa, tra le lacrime.

Louis cammina da solo, in un parco pieno di foglie autunnali ormai adagiate al suolo e persone serene che camminavano ridendo e scherzando. Con gli auricolari nelle orecchie calpesta le foglie, mentre "They don't know about us" risuona nelle sue orecchie, nella sua mano sinistra tiene la sigaretta fumante.
Raramente ascolta le canzoni del suo gruppo, ma ha bisogno di quella canzone.
Quella canzone che è scritta da lui e Harry, che parla del loro amore, di come si sentono. Ancora una volta fa male. Sa di aver sbagliato, ma si è sempre fatto troppi problemi, troppe complicazioni. Ha bisogno del suo Hazza che lo abbracci. Ha bisogno di lui. E sa come fare.

Per una volta è lui a prendere l'iniziativa, è lui a capovolgere la situazione. Ma, prima, ha bisogno di qualcuno.

A: Niall
Da: Louis

Ehi, Nialler. Ho bisogno di aiuto. Sei a casa di Liam, vero?

La risposta arrivò quasi subito.

A: Louis
Da: Niall

Tommo, ma che piacere sentirti. Che è successo? Si, sono da Liam. Se hai bisogno passa di qui. Sei con H?

Louis si morde il labbro inferiore, leggendo il messaggio. Si sfila un'auricolare dall'orecchio fermando la musica. La canzone è finita.

A: Niall
Da: Louis

Aspettatemi.

Scrive solo questo, ignorando la domanda finale. Vuole sistemare le cose. Non importa qual era il prezzo da pagare. Ha fatto dubitare il riccio dell'amore che prova per lui e gli avrebbe fatto capire che lui non aveva paura di mostrarsi per com'era. Non se c'è la possibilità di perderlo.

Harry Styles ha appena twittato. La notifica sul cellulare di Louis lampeggia, mentre le sue mani sono strette al volante quasi fosse la sua unica salvezza. Un semaforo rosso lo costringe a fermarsi, dandogli quindi la possibilità di sbloccare il cellulare per leggere cosa aveva appena twittato il suo "quasi ex ragazzo".

Il tweet dice " <'Cause this love is only getting stronger>.

Louis muore dalla voglia di rispondere con un "<So I don't wanna wait any longer>" ma non può farlo. Almeno non in quel momento. Ma è vero. Il liscio non ce la fa più, ha bisogno di riabbracciare il suo amato. Perché è la sua droga. Harry è la fottutissima droga di Louis. E lui ne ha bisogno. Vuole annegare in quegli occhi verdi, baciare quelle labbra rosse, accarezzare le sue fossette. Vuole essere con Harry, vuole Harry.