MARCUS
Venivo visto da sempre come un gigante buono perché la mia stazza - 1,90 di muscoli e spalle larghe - strideva con il cuore buono e la pazienza che avevo. Non mi ero mai ritrovato in quella descrizione, consapevole che il mio cuore non era capace solo di sentimenti puri, al contrario di ciò che credevano le ragazze. E a volte le mamme delle ragazze. A me faceva comodo che lo pensassero poiché significava rimorchio facile e, all'epoca, era solo quella la cosa che mi interessava: una ragazza diversa nel mio letto ogni notte. La strada più facile era ciò che volevo perché, diciamoci la verità: era molto più semplice passare da una ragazza all'altra piuttosto che conquistare il cuore di una sola; era molto meglio non soffrire per l'abbandono di una traditrice, che era stata tutto il tuo mondo per un intero anno e che poi ti aveva mollato perché stufa di te.
Quello stile di vita sembrava una gran figata, almeno finché avevi vent'anni e un sacco di studentesse del college che te la sbattevano in faccia, persino nelle aule vuote del campus; almeno finché avevi venticinque anni, un corpo perfetto e studentesse che facevano la fila al bar del campus in cui lavoravi per conquistarsi la tua attenzione. Tutto molto bello e divertente, finché non incontri la ragazza che ti blocca il respiro in gola e ti fa chiedere dov'eri finora? Quella ragazza aveva un nome dolce come il suo sorriso, era timida come una bambina alle prese con il mondo e bella come un fiore esotico che sboccia sotto la luna. Per quella ragazza avevo provato subito una forte attrazione, ma non solo fisica: aveva qualcosa nello sguardo d'ambra che mi aveva spinto a volerla conoscere nell'istante stesso in cui aveva varcato la soglia del bar. Cos'era che scuriva così il viso all'apparenza spensierato e un po' irritato per la figuraccia appena fatta? Perché ero riuscito a vedere i solchi lasciati dalle lacrime su quelle guance leggermente arrossate? Ma la cosa che più mi aveva spaventato era l'aver desiderato da subito vedere un suo sorriso e l'effetto che avrebbe avuto sui suoi lineamenti delicati.
Quella ragazza con i capelli in disordine e distratta era venuta al bancone ed era rimasta a fissare il menu appeso sulla parete alle mie spalle senza proferire parola. Avevo dovuto chiamarla svariate volte per avere la sua attenzione e ricevere l'ordine, poi le avevo offerto il caffè e scritto il mio numero sul bicchiere di carta. Mi ero comportato in modo sfacciato, come avevo sempre fatto con le ragazze, ma qualcosa mi diceva che con lei non avrebbe funzionato. La mia fortuna era stata scoprire che mio padre era un vecchio amico del suo e quello stesso giorno eravamo stati invitati a cena in casa Ward.
Da quella sera, io e Jade avevamo cominciato a frequentarci, ma non nel modo che desideravo io: lei voleva solo un'amicizia. Mi dissi che sarebbe stato meglio di niente, anche se non sapevo la sofferenza che ne avrei ricavato in futuro.
Quella stessa sofferenza la provavo tuttora, quando la vedevo insieme al ragazzo che le piaceva, nonostante avessi accettato che sarebbe stata la mia migliore amica per sempre e che, prima o poi, avrei trovato il modo di dimenticare ciò che provavo. La soluzione, mi dicevo, poteva essere tornare al vecchio Marcus, quello che se la spassava con chiunque ci stava, eppure non ero così. Non più. Un Marcus migliore era uscito in superficie stando accanto a Jade e non lo avrei sepolto in un angolino del mio corpo per dimenticarla, come era successo dopo la rottura con il mio primo amore. Non volevo essere quello con la rubrica piena di numeri di ragazze che neanche ricordavo, o quello che cacciava la tipa di turno dal suo appartamento alle prime luci dell'alba.
Era l'inizio di dicembre e fu con quei pensieri che estrassi il cellulare dalla tasca quando mi arrivò un sms: Potresti venire a prendermi da Ren? Devo lasciare il suo appartamento.
Rilessi quelle poche parole più volte per accertarmi di aver capito bene. Jade non avrebbe più abitato da Lawrence? Cos'era successo così all'improvviso? Quei due si erano ritrovati dopo anni per una circostanza drammatica - la morte di Dominic, migliore amico di Jade dall'infanzia e fratello di Warren - e il loro rapporto si era fatto più forte, intimo. Nel profondo, sapevo che lei si stava innamorando e probabilmente era già sul punto di non ritorno. Quindi soltanto una tragedia avrebbe potuto allontanarli tanto da spingere Jade a lasciare quell'appartamento.
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Niente di più semplice
RomanceSerie "Salvami" #2, AUTOCONCLUSIVO. [DISPONIBILE SOLO UN'ANTEPRIMA]Può essere letta senza la lettura di Resta accanto a me. Marcus Benson, gigante dal cuore d'oro, si destreggia tra il lavoro nel bar del college che frequenta, lo studio, una fresca...