My only wish

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Cammino mano nella mano con la mia splendida ragazza, ancora non mi sembra vero di essere riuscita a trovare una dona come lei. La piacevole brezza fresca di fine settembre scompiglia i suoi lunghi capelli ramati trasportando il dolce profumo fruttato del suo shampoo. Costia come tutti i venerdì mi ha chiesto di passare a prenderla al lavoro per uscire a mangiare qualcosa insieme, e dato che la redazione del giornale dove lavora, è a pochi passi dal Central Park, quando il clima di New York lo permette, passeggiamo nel polmone della città per andare ad uno dei nostri ristornati preferiti.

Dopo essere dovuta scappare da Chicago prima ancora di finire il college, non credevo avrei più potuto provare qualcosa di così per qualcuno. Non me ne sarei mai voluta andare, non avrei mai voluto lasciare il mio primo amore, ma a quei tempi dovevo seguire la famiglia, e l'azienda di mio padre mi portò a girare un po' di città fino ad approdare qui nella grande mela.

Dal viale alberato del parco vedo una coppia vicina alla fontana, la ragazza dai capelli biondi è di spalle, e lui un uomo di bell'aspetto con la folta chioma nera, improvvisamente si inginocchia aprendo una scatolina con un anello. Li vedo abbracciati che saltellano dalla felicità, e li vedo baciarsi, lei deve aver decisamente detto di si. Quando si sciolgono da quella stretta, vedo di sfuggita il viso di quella donna, e per un attimo sento un tuffo al cuore venendo catapultata nel passato.

- Hey Lexa ci sei? – Mi chiede Costia sventolandomi una mano davanti al viso.

- Si scusa ero sovrappensiero. – Affermo spaesata ancora con gli occhi puntati su quella coppia felice, e non tanto perché ne sono invidiosa, ma perché quella bellissima bionda mi ha ricordato qualcuno che credevo di aver dimenticato da tempo. Sono più di dieci anni che non la vedo ma se dovessi provare ad immaginarla ora, credo che la immaginerei esattamente così.

- Tesoro, non ti fare strane idee guardando quei due. – Osserva la mia ragazza intercettando il mio sguardo perso.

- Non mi stavo proprio facendo nessuna strana idea, ma devi ammettere che sono molto carini. – Rispondo cercando di non sbilanciarmi sull'argomento matrimonio, è una discussione che non vorrei decisamente avere a breve.

- Noi di più, ma è ancora presto. Però un giorno non mi dispiacerebbe affatto diventare Mrs. Woods. – Mi dice con un dolce sorriso, riuscendo in qualche modo ad esprimere ciò che non ero riuscita a fare io.

Tiro Costia a me e le do un bacio, anche se stiamo davvero bene assieme, non avevo proprio valutato l'idea di sposarmi, non ancora almeno. Effettivamente è solo un anno che ci conosciamo, ed ancor meno che usciamo assieme. È una donna brillante, affascinante, caparbia, con tanti sogni da realizzare, una carriera promettente, ed un gran cuore. Ma la verità è che per quanto mi piaccia stare con lei, a volte penso ancora a quella ragazza che mi stregò il cuore nei miei anni di gioventù, e il mio rimpianto più grande, è di non essere mai riuscita a dirglielo.

Cerco di tornare al presente, alla realtà, ed io e Costia finalmente arriviamo al ristorante giapponese che lei aveva scelto per quella cena. Dopo esserci accomodate, ed aver ordinato chiacchieriamo del più e del meno, mi chiede del mio lavoro, di come procede l'ampliamento dell'azienda, e quasi mi pare di essere sotto l'inchiesta di una delle migliori giornaliste di tutta la città, cose che effettivamente è, così decido di concentrare l'attenzione della conversazione su qualcosa che non siano le mie responsabilità ed il mio sfibrante lavoro.

- Come va al giornale? Ti hanno assegnato qualche articolo interessante da scrivere? – Chiedo interessata cambiando completamente argomento.

- Volevo accaparrarmi quello sull'ingrandimento della Trikru-Teck, sai conosco molto bene l'amministratrice... - Dice ammiccando sfiorandomi il braccio con le dita. – Ma invece mi hanno assegnato l'apertura di una mostra d'arte che si terrà il mese prossimo. – Afferma con finta delusione per l'incarico, strappandomi un sorriso.

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