Come mi sento?
Bene e male allo stesso tempo.
Bene: bene perché lui oggi era lì, davanti a me, a condividere un altro momento insieme. Bene perché ha cercato lui quel momento. Bene perché non sono io che mi sono fatta illusioni su quello che lui potrebbe o non potrebbe provare per me.
Bene perché quel laboratorio io lo associo a lui: e lui lo associa a me. È un collegamento diretto e indissolubile. Quello che è stato è stato, e quello che è successo in laboratorio rimane in laboratorio.Ma. C'è sempre un "ma"! Oggi mi ha dimostrato che c'è dell'altro. In un contesto diverso, senza alcun obbligo nei miei confronti, quando semplicemente poteva sigillare tutto con un semplice saluto, per chiudere definitivamente questo capitolo; non l'ha fatto.
Mi ha seguita e mi è stato accanto ancora una volta.Quell'intesa solita tutta nostra, creata dal caso in quel lontano 18 ottobre. Proprio per un caso fortuito, destino si potrebbe dire. Quante possibilità c'erano? 1 su 1000? E noi rientriamo proprio in quella eccezione.
Non credo nel caso. Io credo che ci sia di più! Non ci si può trovare così bene con una persona e permettere che questa vada via. Non si può entrare in confidenza in un modo così veloce e profondo ed immaginare il giorno dopo di dimenticare tutto quanto. Tornare ad essere degli estranei, facendo finta che quei momenti non siano esistiti.
Ci sono stati! Sono stati per me, quanto sono esistiti per lui. Oggi ne ho avuto la conferma. Non mi ha lasciata andare, ha rimesso tutto in discussione.
E mi sento così patetica, perché per averlo visto solo per un'ora, è stato capace di infondermi quella positività, quella allegria che solo lui è in grado.
Sentivo il mio cuore farsi spazio, cercando ossigeno. L'ossigeno più puro che ho ricevuto da qui a un mese e mezzo fa.
Sentivo il suono della sua voce, calda, sulla mia pelle.
Allo stesso tempo mi infondeva una profonda tranquillità.
Sicurezza. Lui. Lui potrebbe essere quello giusto.
Io ci sono, a patto che lui ci sia.Ma.
C'è sempre un "ma". Un 'ma' grosso come un macigno; come una enorme mole che grava piano piano, lenta e inesorabile, che mi consuma. Che mi ha frenato e mi frena tutt'ora.Lui non c'è. Lui non è disponibile. C'è già un'altra ragazza che si può beare di quel profumo, di quelle carezze, di quelle dolcezze e premure che solo lui è in grado di dare, con quel suo modo spontaneo.
Non mi capacito ancora di come tutto questo sia potuto accadere.
Io ne sono sicura: sono sicura che se lei non ci fosse, noi due avremmo una speranza. Io sono brava ad aspettare. Aspettare per qualcosa che vale. Lo so che ne vale la pena.
Io ne valgo la pena.
E non sono pronta ad abbandonare questo meraviglioso sogno, che mi regala una speranza che mi mancava da tanto. Quella consapevolezza di essere importante per qualcuno, bella per qualcuno; non qualcuno, lui.Così simili e così diversi. Simili da comprendersi e diversi per completarsi.
Fa male. Ogni cicatrice si riapre, quello che credevo aver superato e dimenticato ricompare, come se mai fosse andato via. Solo accantonato, per un breve periodo.
Io ci credo. Io ci credo con tutta me stessa. E lo so che un po' ci credi anche tu: lo vedo nei tuoi occhi, nei tuoi gesti. Vedo quel "vorrei ma non posso".
Si che puoi. Lo hai già fatto. Sei già riuscito a farmi innamorare perdutamente di te! Devi solo darmi la possibilità di dimostrartelo.Sono creta nelle tue mani. Mani che guarderei per ore. Le studierei, le ritrarrei, per scoprire quanto bene siano adatte a me. E me soltanto.
Devi crederci anche tu. Solo allora sarà tutto nitido e cristallino.
Io credo in te e credo in quella favola che siamo solo noi due.A
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