Viaggio #10879

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In metropolitana siedo di fronte ad una donna di mezza età.

La vedo bene perché il vagone è insolitamente libero, poche le persone in piedi.

Porta un giaccone imbottito senza forma, una borsa di finta pelle, la testa bassa sul giornaletto gratuito del mattino. Le vedo la ricrescita grigia tra i capelli rossotinti. E' robusta, i polpacci torniti, le dita grosse, le unghie corte senza smalto, non porta anelli.

Sfoglia distratta le pagine, le palpebre abbassate, bistrate di nero con molta fretta e poca cura. I contorni già un po' sciolti, di trucco da poco. Le ciglia sono lunghe e scure, il mascara passato pesante sopra e sotto, piccoli grumi alle estremità.

Il convoglio si ferma.

Si affaccia alle porte un uomo dai capelli corti e grigi, un cappotto di tweed della stessa tonalità. Ha un fare furtivo, ma un furtivo ridicolo. Sembra il protagonista di una gag, trascina i piedi come se indossasse ciabatte di feltro. Le pattine, le chiamava mia nonna. Entra e si ferma in piedi, al limite del campo visivo della donna.

Lei alza lo sguardo per la prima volta da quando sono qui. Ha occhi bellissimi, di un blu da bambino, le iridi grandi, la sclera bianchissima.

E' solo un attimo e li riabbassa. Poi, più lentamente, torna a controllare l'uomo in piedi accanto a lei.

Lui è immobile, voltato verso la parete del convoglio, la testa incassata nelle spalle.

Io rimango ipnotizzata a fissare quegli occhi da regina, piazzati in mezzo ad un viso provato dal tempo e chissà che altro. Mi viene da chiedermi quanti cuori ha spezzato, respiri mozzato, sonni rubato, con quegli occhi.

O magari il cuore a spezzarsi è stato il suo.

Siamo ad una nuova stazione, le porte si aprono.

L'uomo con il cappotto si volta di scatto, fa una sorta di piroetta, afferra il sostegno giallo con una mano e fa due giri intorno come una ballerina di pole dance. Manda indietro la testa, sguardo fisso verso l'alto, rimane in posizione per un attimo.

Poi, ciabattando in tutta fretta, scende e si allontana.

La signora che ha assistito alla scena con me, mi guarda scuotendo il capo, un sorriso malcelato.

I suoi occhi brillano maliziosi e a me appare chiara l'immagine della ragazza che è stata in un tempo lontano.



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