•sweet kiss•

Capitolo 1

Lilith's pov
Sto dormendo beatamente, quando un terribile suono mi fa cadere dal letto. "Prima o poi ti ucciderò" biascico alla sveglia ancora avvinghiata saldamente a Morfeo. Come se non bastasse, mio padre mi grida un "muoviti Lilith" talmente forte che mi chiedo come abbia la forza di urlare di prima mattina. Non voglio rispondere, ma mi costringo a mugugnare un "arrivo papà". Dopodiché mi rimetto sotto le coperte. Mio padre, però, non è uno che si arrende facilmente. Non faccio in tempo a richiudere gli occhi, infatti, che, a grandi passi, viene verso il mio letto e inferocito mi avvisa: "Lilith, se non ti alzi subito perderemo l'aereo!". L'aereo!!! Me ne ero completamente dimenticata! "Come è possibile?" mi chiedo dubbiosa.
-Te lo chiedi anche! Secondo te? Forse per la tua grandiosa sbadataggine, non credi? Povera me! Mi tocca essere la coscienza di una strana ragazzina sempre con la testa tra le nuvole.-
Oh no! Ovviamente ci manca solo la mia stupida coscienza a darmi il buongiorno.
Suona il campanello e corro ad aprire. Davanti a me c'è un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri che mi sorride. Niall. È davvero bello, o meglio Degustibus disputandum non est. È il mio ragazzo. Lo abbraccio d'istinto, affondando il volto nelle sue spalle larghe. "Piccola, così mi soffochi!" Niall emette una risata strozzata. Arrossendo lievemente, lo lascio andare subito, ma lui mi cinge la vita e mi da un bacio a stampo. Sorrido, ma poi mi metto a piangere, disperata. Lui non verrà con me. Io devo iniziare il college, ma lui ha un anno in meno di me. "Vorrei tanto venire con te." mormora lui. È dispiaciuto e non sa come reagire, lo si nota subito. Cerco, quindi, di scacciare via velocemente le lacrime con il dorso della mano e di armarmi, anche se forzatamente, di un sorriso incoraggiante:"Lo so, ma andrà tutto bene. E comunque ci sentiremo sempre, non è così?". "Allora piccioncini? Su, muoviti Lilith! L'aereo non aspetta." la voce di mio padre ci raggiunge, perciò mi allontano velocemente da Niall e corro subito a prepararmi. Mi vesto in tutta fretta con la mia maglietta preferita e dei semplici jeans a zampa di elefante, dopodiché portiamo le valigie in macchina e andiamo all'aeroporto. Quando stiamo per partire abbraccio con trasporto Niall. "Mi mancherai, Lilith." sussurra lui tra i miei capelli. "Anche tu." sorrido sul suo petto. "Appena arrivo ti racconto!" gli prometto e, lasciandolo andare a malincuore, salgo sull'aereo, esitante. Quando l'aereo decolla non riesco a non pensare alla mia vita in California. Non mi posso lamentare. Mio padre non mi ha fatto mancare nulla, ho un ragazzo perfetto e so cosa voglio dalla vita. Ho già organizzato il mio futuro: diventerò una scrittrice, sposerò Niall e avrò una famiglia con lui. Semplice, ma preciso. Devo ammettere, però, di non avere neanche un amico. Forse per il fatto di non essere popolare oppure perché sono molto introversa e timida con gli estranei o semplicemente perché non mi voglio uniformare alle altre persone. Pazienza, al college conoscerò gente nuova che saprà apprezzarmi così come sono. Con questi pensieri mi addormento, facendomi cullare da "Perfect" di Ed Sheeran.
Sento un rumore sordo di persone che gridano. Spaventata, scendo le scale e vedo mia madre che si allontana con un uomo mai visto prima. Mio padre rimane impassibile, ma so che si sente morire dentro.
Quando la porta si chiude lui non riesce a trattenersi e piange disperato.
Mi sveglio di soprassalto, sudata. Mio papà non se ne accorge per fortuna. Sta, infatti, chiedendo l'orario di atterraggio ad una hostess. Non voglio addolorarlo. L'unico con cui mi sono confidata è stato Niall. Solo lui lo sa. Solo lui sa quanto soffro del fatto che mia mamma se ne sia andata. Mi ha consolato e mi è stato vicino come nessun altro, perciò tengo a lui davvero molto. Quando arriviamo a Manhattan rimango letteralmente a bocca aperta. La California è bella, ma New York è sbalorditiva! È molto caotica, con le macchine che sfrecciano veloci attraverso le strade affollate. In particolare rimango colpita dagli altissimi grattacieli. Sono proprio come nelle foto, ma visti dal vivo mi fanno sembrare così piccola e impotente! Prendiamo un taxi e raggiungiamo quella che d'ora in poi sarà la nostra casa. Appena scendo mi metto a saltellare lanciando un urletto di gioia, come una pazza-psicopatica. Non è una casetta come mi aspettavo, ma una villa enorme! È circondata da un meraviglioso giardino con un ampio spazio circondato da delle colonne coperte da rose e edera. La mia bocca si spalanca ancora di più quando scorgo una grossa piscina. "Ti piace?" mio padre mi guarda speranzoso e curioso della mia risposta. "Se mi piace?" mormoro con uno sguardo da ebete "La adoro! Sul serio papà, questa volta hai superato davvero te stesso. Non me la aspettavo così." "Si, beh, devo ammettere che è stato proprio un bell'acquisto.". Mio papà suona al citofono e vedo una donna e un uomo vestiti elegantemente che, appena ci vedono, si inchinano e ci danno il benvenuto. "Loro sono Margaret e Sebastian, la nostra fantastica cameriera e il nostro fantastico maggiordomo.". Mio padre rivolge un ampio sorriso sincero a Margaret e Sebastian che ricambiano calorosamente. "Ehi Lilith! Io devo andare subito ad un incontro di affari. Tu intanto vai a scriverti a scuola, okay?" La voce di mio padre risuona nell'enorme sala. Mio padre sta facendo grande carriera nel mondo degli affari. È questo il motivo per cui ci siamo trasferiti a New York, per avere più opportunità. "Ok, torni per pranzo?" "Si, a dopo, monella." mi da un bacio sulla fronte e esce dal portone. "Signorina, cosa vuole per pranzo?" la voce dolce di Margaret mi riscuote dai miei pensieri. "Oh, mmm, dunque.. " borbotto imbarazzata. Non sono abituata a tutte queste attenzioni. "Non sia a disagio! È un piacere per noi lavorare per lei e suo padre. Davvero signorina, non si preoccupi!" Margaret è davvero gentile e questo mi fa stare meglio. "Mi chiami Lilith!" esclamo accennando un sorriso timido. "Davvero un bel nome, ma ci sentiamo in dovere di chiamarla signorina." Margaret mi sorride affettuosa. "Ok, chiamatemi come volete!" rido sonoramente. "Ritornando al pranzo, a me va più che bene una pizza al salame piccante, un gelato con nocciola, fragola e cioccolato e patatine fritte, se per voi non è un problema.". La faccia esterrefatta che fanno è talmente buffa che trattengo a stento una risata. "No, assolutamente no... insomma... ecco, non è un problema! È solo che non ci aspettavamo che mangiasse questo...insieme di cibo." Margaret farfuglia rossa in volto e Sebastian china il capo. "Si... Ecco, vi sembrerà strano ma non sono la solita ragazza da aragosta o sushi." ridacchio nervosamente, ma per fortuna loro mi seguono a ruota. Finalmente l'imbarazzo è sparito. "Signorina, la accompagno a vedere la sua camera, se vuole." interviene Sebastian prendendo le mie valigie. "Oh, grazie!" lo aiuto anche se non vuole e raggiungiamo la mia stanza. È spaziosa, con un letto matrimoniale, una libreria enorme, un'ampia scrivania e addirittura con una cabina-armadio! "Wow!" lo stupore si impadronisce di me.
"Mi piace un sacco! Non vedo l'ora di dipingere le pareti."batto le mani e sono eccitata, come una bambina a cui regalano le caramelle o il suo giocattolo preferito. Mi siedo pensierosa sul letto:"Dunque... Cos'è che dovevo fare?" rivolgo uno sguardo interrogativo a Sebastian. "Suo padre le ha detto di scriversi alla scuola.". "Oh, giusto! Che sbadata!" mi batto una mano sulla fronte. "La accompagno?" "No, grazie. Credo che prenderò un taxi." Sorrido a Sebastian che mi accompagna al cancello.

Ciao belliii❤️
Questa è la mia prima storia, è un po' come un esperimento. Spero che questo primo capitolo vi piaccia. So che come inizio è probabilmente un po' noioso e scontato, ma vi assicuro che cercherò di fare del mio meglio per assicurarvi colpi di scena inaspettati e divertimento, magari anche qualche lacrimuccia (lo so sono cattiva⭐️). So anche di aver fatto diversi errori, perciò non esitate a darmi consigli e anche proposte. E...Commentatee che siate maghi o babbani!

-M💋