Batticuore

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C'era da aspettarselo. A poche ore dall'anteprima stampa di Batman V Superman, Michael non aveva ancora ricevuto nessuna notizia dall'ufficio accrediti. Nessuna mail e nessun messaggio sul cellulare, questo era il trattamento che veniva riservato a tutti i giornalisti di serie C, a tutti gli assidui lavoratori che, causa forza maggiore, non collaboravano per testate dai nomi altisonanti. Michael era uno di quei giornalisti senza fortuna, apparteneva a quella cerchia che doveva combattere con le unghie e con i denti per cercare di farsi strada in una realtà competitiva, che non lasciava scampo e che non chiedeva perdono. Ogni volta era sempre la stessa cosa, ogni volta che c'era in città un festival o un evento di importanza mediatica, per lui non c'era mai posto, non c'era modo di accedere alle conferenze stampa, non c'era modo di accedere neanche ad una semplice proiezione; riusciva a partecipare ad eventi di questo tipo, solo dopo ripetute insistenze, solo dopo aver spedito decine di mail all'ufficio di riferimento. Non ne poteva più, era diventata una situazione invivibile, al limite dell'assurdo, il giovane non chiedeva altro di poter svolgere il suo mestiere, di poter scrivere un articolo, una recensione, come facevano tutti i suoi colleghi, e guadagnare quei 10 dollari ad articolo che, per lui, erano indispensabili. Ma se riceveva un ostruzionismo del genere, come poteva sgambettare in un mondo che, nonostante tutto, amava alla follia? Era una domanda che non trovava nessuna risposta, eppure Michael non si arrendeva, continuava dritto per la sua strada, nonostante tutti gli impedimenti che trovava sul suo percorso. "Prima o poi qualcosa deve pur cambiare" pensava fra sé e sé "Non potrò vivere in questa situazione per sempre" cercava di auto-convincersi. Era un periodo molto difficile, non era facile pensare in positivo, Michael però credeva nelle sue qualità, sapeva di essere bravo nel suo lavoro, e sperava che, prima o poi, avrebbero notato il suo talento.

Inviò un'altra mail, l'attesa era snervante, cercò di svagarsi, di non pensare, ma il pensiero volava sempre a quell'evento mondano a cui voleva partecipare a tutti i costi "Fin da ragazzino sogno di vedere Batman e Superman al cinema, nessuno può togliermi anche questa gioia. E poi, fra tutte le news che ho letto in rete, poche sono approfondite, tranne quelle pubblicate dal New Yorker. Deve essere un tipo molto preparato quell'Adam Palmer" Si sedette sul divano della sua stanza, che stranamente era più in disordine del solito, Michael aveva il PC sulle gambe, il calore della ventola era piacevole. La primavera tardava ad arrivare in quel di New York, l'ultimo giorno di Marzo era coperto da una coltre spessa di nuvole grigie e, di lì a breve, tutta la città sarebbe stata bagnata da una pioggia copiosa. A Michael non dispiaceva che il sole fosse coperto dalle nuvole, non apprezzava però particolarmente la pioggia perché l'umidità avrebbe reso ingestibili i suoi capelli. Voleva farli crescere, anzi li ha sempre tenuti lunghi e indisciplinati, ma questo tempo instabile, rendeva tutto più difficile e, il nervosismo di Michael, era già al limite della sopportazione. Una giornata come le altre, insomma, una giornata trascorsa al computer, fra articoli redatti e pubblicati e fra mille pensieri che affollavano la mente. Erano sempre gli stessi, Michael oramai doveva conviverci; da una parte c'era l'insoddisfazione per un lavoro poco appagante e con poche possibilità di carriera e, dall'altra quel dannatissimo perso in petto che rendeva tutto più difficile. Michael si sentiva solo a livello affettivo, anche se poteva contare sull'affetto dei suoi amici e di Annie, sentiva il bisogno di provare delle forti emozioni, un fremito al cuore, le farfalle nello stomaco, e perché no, anche un fremito nei pantaloni. Da quando Josh andò via, nessun uomo aveva sfiorato il suo corpo, nessuno più aveva baciato la sua bocca, quest'astinenza rendeva tutto più complicato. Non era un pensiero fisso, ma quasi, che si acuiva quando c'erano malcontenti in ambito lavorativo. Era una vita da miserabile quella di Michael, lui stesso ne era consapevole, voleva fare qualcosa ma non sapeva cosa, forse una piccola gioia avrebbe risolto la situazione, ma in realtà Michael non sapeva come poter uscire da questo empasse. Ogni volta i suoi pensieri erano un serpente che si mangiava la coda. Poi un rumore, la notifica di un messaggio, l'arrivo di una mail. "Sarà la solita pubblicità" pensò il giovane, poi la scoperta

Forbidden Love - Michael e Adam: il primo incontroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora