Un anno prima..
Il rumore delle onde che si scontrano con la deriva si sente fino a qui. Un frastuono tremendo. Un urlo nel silenzio.
Accendo la sigaretta e me la porto alle labbra, appena due tiri prima di spegnerla su quel muretto. Non sono una fumatrice, ma qualche tiro ogni tanto, mi rilassa.
Sospiro.
Respiro.
Lascio che l'aria mi entri nei polmoni. Fin troppo fredda per essere il primo di ottobre.
È il suo compleanno, e io sono nel posto che più di tutto, mi ricorda lei. Sono qui perché sono sua figlia. Noi figli di ex alunni abbiamo un posto riservato per noi.
Come se il genitore in questione avesse inciso il nostro nome su un qualunque sgabello di una qualunque aula. Prima di finire gli studi, prima di pensare a "noi", prima di metterci al mondo.
E dio non so se voglio sedermi, in quel posto.
Sospiro di nuovo, cercando di schiarirmi le idee. Non sai cosa fare e cerchi aiuto guardando il cielo. Non posso farlo.
Inizierebbe a piovere, e sarebbe la peggiore delle risposte.
Seduta, sul cornicione di questo terro, lascio i miei piedi appoggiati nel vuoto. La storia di una vita.
La testa fra le nuvole e i piedi che rasentano il petrolio. Vorrei urlare che l'ho trovato, il petrolio, per quanto affondo nella terra.
Le mie vans old skool picchiettano contro il muro di questo edificio, appena prima di oscillare di nuovo nel vuoto.
Picchietto le dita contro la ringhiera, quell'anello sbatte ripetutamente contro il ferro provocando un ticchettio ridondante. È suo, non lo toglierei mai.
Lui me lo ruberebbe. Insieme a tutti i sogni che si è portato via. Insieme alla mia testa fra le nuvole e alla mia capacità di camminare poggiando i piedi sull'asfalto. Non sotto terra.
All'orizzonte c'è il mare, la nebbiolina che c'è, non impedisce la visuale. Offusca, ma non cancella.
Il mare, di un blu quasi nero, è in piena tempesta. Provoca un frastuono tremendo.
Nel silenzio dei pensieri, è l'unico rumore che riesco a sentire.
Insieme alla sua voce.
Ma non voglio ascoltarla, perché non posso restare qui. Dovrei scappare, andare il più lontano possibile e non tornare.
Ma mi hanno insegnato che dal passato non scappi mai, che te lo porti dietro come uno zaino che pesa quanto il mondo, proprio sulle tue spalle.
Ti lascia semplicemente affogare.
Trovi il petrolio, sfiori la barriera corallina, dimentichi di respirare. Dovrei scappare, prima che sia troppo tardi.
Non ha fatto nulla ma alle volte glielo leggo negli occhi, che vorrebbe fare qualcosa. Farmi tacere, a modo suo.
Perché le ricordo lei. Anche quando mi incazzo. Anche quando minaccio di non tornare mai più. Anche perché lo sa, che non lo faccio. Mai.
Ho ancora un anno davanti per scegliere. Per scegliere se scappare e ricominciare, senza avere un euro in tasca. O restare, camminare nei corridoi che i ricordano lei e tornare in un posto che non posso più chiamare casa.
Non da quando se ne è andata.
Ne accendo un'altra. Inizia a diventare troppo affollato quell'archivio mentale tanto ordinato. Ho bisogno di non sentire il rumore che fa il disordine.
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Fire Away
FanfictionJuliet Rose ha quasi vent'anni, vuole scappare dalle grinfie del padre per evitare la fine della madre. Vuole ripagarlo di ogni centesimo che ha speso per lei, per potersene andare senza più guardarsi indietro. L'occasione perfetta si presenta quand...